Gresta nuovo coach dell'Al Kuwait: Un'opportunità irrinunciabile
E' la squadra campione nazionale in carica del Kuwait la nuova destinazione dell'ex coach della Vanoli Cremona. "Offerta economica clamorosa. Il mio sogno futuro? Allenare Pesaro"
Gresta, come è nata questa scelta originale del Kuwait, territorio lontano dai radar cestistici nostrani?
"Sabato scorso stavo andando a Veroli per parlare con la dirigenza verolana che mi voleva far tornare per allenare la squadra di A2 Gold, mentre scendevo con la macchina in Ciociaria mi hanno telefonato per dirmi: "Ti interessebbe di andare in Kuwait? Nella squadra più forte del Kuwait?". Anche in passsato avevo avuto opportunità di andare verso quelle zone, precisamente in Libano, per cui conoscevano la mia disponibilità a muovermi fuori dall'Italia. Ho risposto assolutamente sì, mi hanno chiesto che cifra volessi, ne ho chiesta una che mi sembrava normale per i parametri della Serie A italiana e invece poi mi hanno fatto un'offerta molto più elevata rispetto a quella che era stata la mia richiesta. A quel punto sono andato a Veroli e ho detto subito alla società di questa opportunità che mi metteva in piacevole imbarazzo. Non voglio fare l'ipocrita dicendo che i soldi non contano, in questa trattativa è stata talmente forte l'offerta che non potevo rifiutarla. Anche per la prospettiva che mi dà di aprirmi un mercato diverso, un mondo diverso dove si possa lavorare bene e guadagnare bene. Tutto questo mi ha portato con rammarico, ma anche con felicità, a dover dire a Veroli che avrei accettato quest'offerta del Kuwait. Sia Uccioli che Iannarilli mi hanno detto che capivano benissimo anche loro, comprensivi della scelta che facevo, e questa comprensione mi ha portato a scegliere in modo più tranquillo".
Che competizioni giocherai lì?
"So che c'è un campionato del Kuwait, dove si gioca con soli giocatori kuwaitiani, e un campionato di Stati del Golfo Persico, dove ci potranno invece essere anche giocatori stranieri. E poi ci sarà la Coppa del Kuwait. Lo so perché nel mio contratto ci sono bonus da incassare per tutte queste tre competizioni".
E' vero che il proprietario del club è anche il Primo Ministro?
"Sì, mi sento molto Ancelotti ai tempi in cui allenava il Milan con Berlusconi presidente... Questo è un altro segnale dell'importanza di questa mia decisione".
Il contratto è valido fino a quando?
"Sino a fine stagione, cioè giugno 2015, ma con la speranza che questo matrimonio possa durare per anni. Mi hanno detto che lì c'è un livello di turnover molto meno elevato che da noi, in Kuwait gli allenatori durano anni in uno stesso posto. Inoltre mi hanno descritto molte cose positive sul luogo, sulla qualità della vita, su come gli italiani siano molto considerati in quei posti e la cosa mi fa molto piacere: è un'opportunità che mi apre molto dei confini che per me erano già molto più ampi rispetto ad una persona normale, ho la fortuna di fare un gioco retribuito che ti dà l'occasione, gratuitamente, di imparare lingue nuove e vivere nuove culture".
Non credi, però, ci sia il pericolo di uscire dal giro del grande basket con questa scelta?
"E' vero che noi italiani siamo talmente miopi che se uno va ad allenare all'estero sembra che non alleni più, ma per fortuna da altre parti se uno ha più esperienza internazionale ha più possibilità di essere ingaggiato. Bisognerà dunque vedere se andrò incontro alla miopia italiana o all'occhio di falco di tutto il resto del mondo".
Hai un sogno nel cassetto dopo il Kuwait?
"Il sogno di qualsiasi allenatore è allenare la squadra per cui ha fatto il tifo da piccolo, per me che sono pesarese è quindi allenare Pesaro".
Ma potrà mai accadere?
"Lo spero. Ma è come voler sposare Brooke Shields: tutti la vogliono o volevano sposare ma bisogna che sia d'accordo anche lei".