Nuova tegola sul palazzo di Cantù, nei conti c'è una piscina di troppo
Arriva dopo due anni la risposta dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici
Una nuova tegola si abbatte sul palazzo dello sport di Cantù in costruzione. Negli ultimi giorni la Ditta Turra, che si sta occupando del palazzo, aveva ufficialmente richiesto una proroga di un anno sulla consegna del palazzo che dovrebbe ora essere pronto per la primavera del 2014.
Ma nella giornata di ieri, dopo due anni, è arrivata la risposta dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che ha risposto sul project financing del palazzetto rilevando, come riporta La Provincia di Como, "che le procedure poste in essere dal Comune di Cantù in relazione alle modifiche progettuali e all'immodificabilità delle condizioni di gara non risultano conformi alla normativa degli appalti pubblici" e "censura l'operato del Comune di Cantù", che ora ha 30 giorni a disposizione per comunicare «le eventuali iniziative assunte per uniformarsi alle valutazioni espresse nella presente delibera.
Questa novità sul piano burocratico non avrà ripercussioni sui lavori a quanto pare.
La segnalazione all'Autorità era arrivata nel 2011 da parte del centrosinistra per sottoporle quelle che riteneva criticità dell'operazione, dall'esplosione dei costi al fatto che i cambiamenti apportati al project financing, a suo avviso, fossero lesivi del principio di concorrenza Ovvero l'introduzione di una piscina.
"Che un'autorità - dice il sindaco Claudio Bizzozero a La Provincia- intervenga dopo due anni, quando nel frattemDO sono stati effettuati investimenti e lavori, e poi dia a noi 30 giorni, è emblematico del paese in cui viviamo». Nel fascicolo inviato in piazza Parini, si evidenzia l'aumento dei costi dopo le modifiche apportate al progetto nel 2010 con una delibera di giunta - la piscina, l'incremento delle opere commerciali - passando da 41 a 60 milioni di euro, 2non solo sono state modificate le condizioni iniziali della concessione originaria, ma non è stato riesaminato e rivalutato il contributo del Comune all'intervento, il che comporta un plusvalore in favore del concessionario». In pratica, il contributo da 14 milioni da parte del Comune - 23 con le aree cedute - avrebbe dovuto essere diminuito per non creare un danno erariale. "Non è un problema creato da noi - rimarca Bizzozero - ma ora ci siamo noi e responsabilmente dobbiamo e vogliamo gestirlo per il bene della città". La via potrebbe essere un taglio nel contributo comunale. «Modifiche che cercheremo di stabilire col promotore - conferma - oppure andranno introdotte unilateralmente".