Sergio Scariolo a tutto campo a Radio 24
Tutte le parole del coach a Radio 24 rilasciate nel pomeriggio. Milano, Siena, sudditanza psicologia, Gentile, Melli, Radosevic e futuro
Sergio Scariolo è intervenuto oggi a Radio 24 nella trasmissione Palla a Spicchi. Tanti gli argomenti trattati dal coach dell'Olimpia Milano che abbiamo riportato di seguito.
A che punto è il progetto Milano, quanto sono distanti l'Olimpia e la Mens Sana
Al di la dell'aspetto dei risultati, in Italia mi rendo conto che è molto difficile parlare di un progetto quando poi vengono presi a paragone i risultati dell'ultima partita. Questa è una tendenza di cui mi sono reso conto. Non far dipendere qualsiasi valutazione all'interno del risultato dell'ultima partita è proprio il segreto per far sì che esista un progetto. In primo luogo abbiamo stabilito tutta una serie di passi avanti importanti a livello di struttura, di metodologia e mentalità, di staff, di abitudini, di pensare come una grande squadra. E, senz'altro, abbiamo fatto passi avanti a livello di squadra e di organico. Siamo tutti contenti del fatto che se dallo scorso anno sono rimasti solo due giocatori, l'anno venturo non sarà così. Anzi, stiamo pensando una base di 8-9 giocatori che possono restare. L'obiettivo era chiaro, era stato messo dalla società sin dall'inizio, ossia migliorare il risultato dello scorso anno in tutte le competizioni: ci siamo riusciti in Euroleague, in Coppa Italia, riuscirci anche in regular season sarà difficile, poi vedremo cosa succederà nei playoff.
Bremer era più funzionale di Nicholas al progetto di Milano?
In realtà nel progetto iniziale dovevano esserci un giocatore con le caratteristiche di Bremer e Drew Nicholas, proprio lui, con nome e cognome. Purtroppo per motivi fisici e di ruolo, forse abbiamo davvero commesso un errore di sopravvalutazione su questo giocatore. Gli avevamo dato un ruolo talmente diverso rispetto a quello che aveva nel Panathinaikos in cui giocava 17-20 minuti a partita. Usciva dalla panchina, in attesa che altri gli recapitassero palloni per poi tirare, noi ci siamo aspettati che fosse un giocatore titolare, che potesse giocare 25 minuti a partita e fare un poì più di cose. Non lo era più, colpa nostra, errore nostro di sopravvalutazione e valutazione del giocatore. Lui ci ha provato con tutta la capacità e lo sforzo di cui è stato capace e ce l'ha messa tutta. Noi lo ringraziamo ma anche il clima che si era creato attorno a lui, come la difficoltà maggiore nelle partite in casa rispetto a quelle fuori casa non era buono. Tutti segnali che ci hanno fatto capire che era meglio separarsi.
Abbiamo provato a tenerlo fino alla Coppa Italia, per vedere se nella grande competizione gli poteva scattare qualche cosa di diverso ma non è stato così. Diciamo che è stata una liberazione anche per lui.
Tornando al duello con Siena, loro sembrano ancora più decisivi nei palloni decisivi. Sembrano più forti in quei momenti, quelli in cui vinci la partita.
La nostra stagione è una stagione di costruzione, di partenza per un progetto che deve guardare avanti e a se stesso. In Italia ci sono tante squadre con caratteristiche e qualità importanti: Cantù ha un grande gioco da tre punti, Siena ha una squadra di mestiere. Una squadra che ha vinto per cinque anni di seguito il campionato deve godere dell'ammirazione di tutti, il problema è quando l'ammirazione si trasforma in complesso di inferiorità o sudditanza psicologica, questo è naturalmente quello che bisogna evitare.
Dopo tanti anni lontano dal campionato italiano, come te lo aspettavi. Così o ti aspettavi qualche cosa di diverso?
Il campionato è stata una sorpresa piacevole. Il livello è buono. C'è atmosfera, passione, entusiasmo in quasi tutti i palazzi. Spero che anche il nostro palazzo torni ad essere pieno dopo le prime partite in cui spesso era al completo. Ci sono giocatori di qualità in Italia, anche in rampa di lancio con qualità importanti a livello europeo. C'è qualità negli allenatori, però mi fermo qui.
Ci sono altre cose negative, come questa aria un po' rancida di sistema, di lobby, di situazioni oramai incracrenite, situazioni di intoccabilità al potere. Un sistema molto ingessato in cui anche chi aveva le possibilità e le responsabilità per far sì che la pallacanestro italiana non cadesse in basso e vivesse il degrado degli ultimi anni, non lo ha fatto, pensando più a coltivare i propri interessi. Sinceramente mi sono trovato in alcune cose di cui mi avevano parlato e vivendole, le ho provate sulla mia pelle. Meneghin? No, assolutamente. Ognuno fa con gli strumenti e con il potere che ha. Se devo pensare che un presidente federale da solo, neanche dotato di poteri assoluti, potesse fare molto di più di quello che lui ha fatto, sarebbe da ingenuo. E' qualcosa che riguarda le società, il mondo arbitrale. Non ci si è resi conto che questo degrado andava fermato.
Si pensava che privilegiando una situazione personale di potere si potesse anche fare un servizio positivo alla collettività. Ma così non è stato.
Ascoltatore: La distanza tra Milano e Siena al momento qual è? Io da appassionato non tifoso negli ultimi anni mi sono annoiato a vedere vincere sempre Siena. E quanto manca a Gentile per diventare un campione?
Tanta gente sta facendo il tuo grido di speranza e per noi è una responsabilità e motivazione in più. la distanza l'hai potuta vedere nelle partita. Una l'abbiamo vinta di 7, una persa di 2 negli ultimi secondi ed una di 9. Sicuramente non è più la distanza delle 21 sconfitte consecutive, che si era sotto di 20 e si moriva lì. Però c'è ancora un piccolo gap da colmare e noi dobbiamo provarci. Per quanto riguarda Alessandro, per noi è già importante. Sta in campo anche in momenti importanti, ha tantissime cose da migliore. Io credo in lui. Mi sembra che abbia a livello di carattere, spessore, personalità, la caratteristiche da grande squadra. La nostra squadra è la seconda per età media e la prima per numero di minuti che concede ai giocatori italiani. Melli? Fin dall'inizio dell'anno mi ha sorpreso per la qualità del suo talento. Non solo paragonato con la media dei giocatori italiani che non è altissima, ma paragonato con la media dei suoi pari età europei. Ha lavorato duro, ci sono stati momenti migliori e peggiori. Mi sembra che abbia capito che il talento nello sport il talento è solo una delle componenti. La durezza fisica, mentale, la capacità di fare alcune delle giocate difensive, Mi fa pensare che abbia imbroccato la strada giusta per essere un giocatore a 360°.
Ascoltatore: Melli all-around? Radosevic può trasformarsi in un 4 in futuro?
Melli, il suo ruolo è il 4, qualche volta lo abbiamo usato da 5, in allenamento da 3. Deve completare la sua evoluzione: leggere il gioco, difensiva, a rimbalzo. Radosevic è un giocatore di grande interesse e di grande energia, non ha un futuro da 4 tecnico anche perché la qualità e l'abilità con la palla in mano sono quelle che sono. Può essere un cinque dinamico come ce ne sono tantissimi anche se pochi con la sua energia. Oggi di 5 che giocano spalle a canestro ce ne sono talmente pochi in Europa che si può benissimo giocare da 5 senza essere uno specialista del gioco a canestro.
Differenze tra Milano e la Spagna?
Sappiamo cosa dobbiamo costruire quest'anno e cosa dobbiamo costuire e vincere in futuro. Da un lato abbiamo il desiderio e la voglia, dall'altro il realismo che fare le cose troppo in fretta distrugge ogni progetto. A Milano abbiamo una maniera di pensare rispetto alla Spagna dove abbiamo avuto difficoltà all'inizio ma le problematiche diverse. L'unica cosa in comune è che a me, di quello che si dice, si scrive, si commenta fuori dalla mia squadra e dalla mia società, non interessa niente. Rispetto l'opinione di tutti, ma a me interessa solo ciò che accade all'interno. Avendo vinto qualcosina in questo modo continuerò a seguire questo metodo. In società abbiamo idee chiare anche se per la giacchetta non ci tira nessuno. Abbiamo dimostrato anche in momenti difficili che per la giacca non ci tira nessuno.
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