Dall'NCAA all'Italia: Julian Gualtieri si racconta a Sportando
Intervista con il giocatore di San Marino che è pronto a tornare in Italia
Intervista esclusiva per Sportando a Julian Gualtieri, giovane italiano in uscita da Florida International e vicinissimo al rientro in patria.
Julian, raccontaci i tuoi inizi da giocatore di basket prima dello sbarco negli USA
Sono nato a San Marino nel 1995 e ci ho vissuto fino ai 12 anni.
Successivamente sono stato tesserato da S. Arcangelo, preferendo questa soluzione per la validità del progetto che mi ha offerto il tecnico Paolo Carasso (a cui tutt’ora sono molto legato) rispetto ai Crabs Rimini ed alla Virtus Bologna.
A 16 anni, dopo aver disputato gli Europei per piccoli stati dove abbiamo vinto la medaglia d’argento nel 2011, mi spostai negli USA per due anni di High School a Miami, prima alla Gulliver Prep High School e, successivamente, alla Miami Senior High School (quest’ultima sfornò talenti del tipo Steve Blake, Udonis Haslem e Dwyane Collins).
Nel 2013 disputai gli Europei U18 dei Piccoli stati, conquistando l’oro e realizzando in finale 54 punti contro la Moldavia, guadagnano cosi l’MVP del torneo.
A seguito di quella manifestazione, ci fu la convocazione all’All Star Game dei migliori 24 Under 18 europei in Slovenia.
Nel 2013-2014 arrivò la chiamata in Legadue Gold da parte di Forlì, dove ritrovai un vecchio amico che conosco da una vita, ovvero Nicolo Basile.
Purtroppo l’avventura non andò molto bene e a marzo mi trasferii nuovamente negli USA per iniziare il mio percorso con Florida International University.
Ci descrivi il tuo primo giorno di allenamento nella palestra dei “Panthers”?
Mi chiamò il coach di Florida Int. University dicendomi che prima che prendessi una decisione voleva che conoscessi la squadra, l’ambiente ecc…
Arrivai in palestra: un palazzetto favoloso con palme e mare sul parquet. Bellissimo.
Alzai la testa e vidi i miei compagni: su 14, gli unici bianchi eravamo io e Ray Rodriguez.
Io a 190 cm e 85 kg ero il più basso e il più snello.
Tutti gli altri erano armadi a due ante di minimo 195 cm: il livello fisico del team era veramente notevole.
Primo allenamento: uno contro uno, spallate, contatti, poche rotazioni difensive/altri aspetti che avevo “assaggiato” nella mia esperienza italiana.
Come è visto uno straniero in questa situazioni?
Sottolineo che il gruppo era ottimo e nello spogliatoio c’era una bella atmosfera.
In campo, però, le cose erano differenti in quanto i giocatori USA tendono a passarsi la palla tra di loro piuttosto che scaricarla/passarla a “stranieri”.
Continuiamo nel racconto della tua esperienza universitaria a stelle e strisce: inizia la stagione e disputi una buona pre season. Cosa successe dopo?
Lavorai molto bene in estate, cercando di sviluppare anche la mia fisicità con sedute individuali in palestra.
In pre season mi guadagnai spazi importanti ed ero ottimista.
A settembre, però, vennero ingaggiati un Senior ed un Junior, ad addizione del roster, ed il mio minutaggio andò in picchiata fino al Conference USA Tournament in cui parlai col coach che, pur riconoscendomi meriti, mi spiegò che c’era poco spazio per me.
Successivamente gli comunicai la mia scelta di ritornare in Italia per disputare l’Adidas Eurocamp di Treviso e le SL di Roma nel mese di giugno.
Tra le righe la deduzione logica è che tornerai in Italia. Ce lo puoi confermare?
Al 90% sì.
A Florida Int. University penso che la mia storia sia finita ed ho voglia di rimettermi gioco in Italia.
Hai già avuto contatti?
Si, qualche interesse da 4-5 squadre che al momento preferisco non menzionare.
A Bologna gira voce di un interessamento “conoscitivo” della Fortitudo per te. Ce lo puoi confermare?
Diciamo che c’è stata una chiacchierata; work in progress….
Passiamo ai tuoi desideri: allenatore e giocatore che vorresti incontrare nel tuo futuro prossimo.
Ho conosciuto Recalcati nelle finali U17 quando ero allenato da Ambrassa.
In quell’occasione abbiamo parlato e mi ha fatto subito un’impressione ottima: un vincente nato, con idee chiare e grande etica del lavoro.
Come allenatore rispondo lui.
Come giocatore rispondo Nicolò Basile: lo conosco da una vita e con cui ho consolidato un forte legame di amicizia proprio a Forlì.