Facce da NBA
5 giocatori da seguire nella 'March Madness
Siamo arrivati all’atto conclusivo della stagione nel college basket, per molti atleti è il momento ideale per mettersi in mostra ed aumentare le proprie quotazioni in vista del Draft 2015.
Non parleremo quindi degli Okafor, dei Kaminsky e degli altri talenti più pubblicizzati, ma di quelli qualche gradino più giù….
1-Jarell Martin (LSU):
16.9 punti, 9.2 rimbalzi e 1.2 recuperi,54% da due, 27% da tre, 69% ai liberi, 21.6 di PER.
Con lui e Jordan Mickey (reduce da un problema alla spalla), LSU ha un reparto lunghi in grado di tenere botta contro chiunque, e la sconfitta di misura contro Kentucky lo ha ampiamente dimostrato. In quell’occasione Martin chiuse con 21 punti e 11 rimbalzi, e diversi gesti atletici notevoli, roba vista raramente quest’anno contro WCS e company.
Il rischio ‘tweener’ è dietro l’angolo, ma da sophomore il tiro dalla media distanza è migliorato, e se ne facciamo una questione di atletismo c’è ben poco da obiettare….
I suoi Tigers non hanno un playmaker affidabile, e spesso delegano al talentuoso Tim Quarterman il compito di far girare la squadra. Capacissimi sia di perdere nettamente contro NC State, che di avanzare e creare seri problemi anche a Villanova…
2-Norman Powell (UCLA)
16.4 punti, 4.7 rimbalzi e 1.9 recuperi, 50% da due, 31% da tre, 73% FT, 19.9 di PER
Guardia senior dei Bruins atteso alla stagione della consacrazione, dopo le pesanti defezioni dell’ultimo draft e l’estate trascorsa a dominare i vari camp estivi per i migliori collegiali. Ottimo atleta con reputazione di specialista difensivo, in pratica costretto a giocare da prima opzione offensiva a causa delle poche alternative nel roster di coach Alford. La sua dimensione NBA probabilmente è più quella del role-player, difensore-contropiedista. Il suo team è stato premiato dal ‘comitato’ nonostante una regular season normale se non mediocre, quale occasione migliore per riproporre la sua candidatura ad un posto a fine primo giro?
3-Terry Rozier (Louisville)
17.1 punti, 5.3 rimbalzi, 2.8 assist e 2 rubate, 45% da due, 31% da tre, 77% ai liberi, 22.2 di PER
Se da un lato l’esclusione di Chris Jones penalizza chiaramente le ambizioni dei Cardinals, dall’altro regala a Rozier una ghiottissima possibilità di giocare in quello che dovrebbe essere il suo ruolo al piano di sopra. In diverse occasioni il team di coach Pitino ha mostrato serissimi problemi nel mettere punti a referto, ma ha perso solo contro North Carolina nelle 11 occasioni in cui Rozier ha segnato almeno 20 punti. Il sophomore è un concentrato di energia sui due lati del campo, con un notevole tiro dalla media ed il coraggio per prendersi responsabilità quando la palla scotta. Non è un regista naturale, ma in un sistema da alti ritmi può dire la sua anche tra i pro…
4-Ron Baker (Wichita State)
15 punti, 4,5 assist, 2.5 assist, 1.3 rubate, 1.1 perse, 50% da due, 39% da tre, 74% ai liberi, 24.7 di PER
Senza Cleanthony Early gli Schockers non sono riusciti a bissare l’incredibile regular season del 2014, ma rimangono comunque un team insidiosissimo da affrontare, a maggior ragione dopo che il comitato gli ha regalato la possibilità di un derby con Kansas nella seconda partita. Baker è un gran tiratore dalla lunga distanza che però è in grado di aiutare in ogni fase del gioco. Seleziona bene le sue conclusioni, è mortifero specialmente in situazioni di catch and shoot. Atleticamente è migliore di quanto possa sembrare, in generale è un giocatore solido, che conosce i suoi limiti e non cerca mai di strafare, uno che con quel tiro un posto in NBA lo troverà di sicuro….
5- Brandon Ashley (Arizona)
12.3 punti, 5.4 rimbalzi e 0.7 stoppate, il 53% da due, il 34% da tre e il 69% ai liberi, 19.8 di PER
Uno dei giocatori più in forma del momento, nelle ultime 5 viaggia con medie di 19 punti e 6.8 rimbalzi, tirando 32 su 45 dal campo e 31 su 36 dalla lunetta. Ala versatile con braccia lunghe ed un tocco devastante dalla media distanza, quando vuole sa farsi sentire anche vicino a canestro. Non ha le caratteristiche della prima punta, ma è riuscito sempre a ritagliarsi un ruolo importante in tre versioni dei Wildcats che spesso hanno dominato gli avversari.