NCAA, i tornei di conference: la Pac-12
Preview del torneo della Pac-12
La conference di cui parliamo oggi è la Pac-12: anche qui possiamo trovare diverse buone squadre, specie dal punto di vista offensivo, anche se indubbiamente è possibile indicare una netta favorita che spicca sulle altre. Il torneo di conference inizierà l’11 marzo e si svolgerà a Las Vegas.
I favoriti
Stavolta di dubbi ce ne sono veramente pochi, la palma di favoriti non può che essere degli Arizona Wildcats, primi in regular season (16-2) e quinti nel ranking NCAA (28-3). Arrivano al torneo di conference con una striscia di otto vittorie nelle ultime otto partite. I loro peggiori nemici probabilmente sono loro stessi, considerando che le uniche due sconfitte sono arrivate contro squadre con un record di conference non positivo. La squadra di Sean Miller è solida, ottima su entrambe le metà campo e piena di giocatori di qualità e quantità. Inoltre è una squadra estremamente fisica, probabilmente una delle pochissime squadre in grado di impensierire i Kentucky Wildcats al torneo. La punta di diamante è il freshman Stanley Johnson, ma tutto il quintetto (e il sesto uomo Gabe York) è formato da giocatori di ottimo livello. Se solo Nick Johnson fosse rimasto un anno in più…
Gli outsider
Gli Oregon Ducks hanno concluso la regular season al secondo posto, con un record in Pac-12 di 13 vittorie e 5 sconfitte (23-8 considerando anche le partite extra-conference). Sono una squadra dotata di un grandissimo attacco e che, anche per via di un roster abbastanza basso, non disdegna affatto il gioco a ritmi alti. L’indiscusso leader della squadra è la guardia Joseph Young, appena eletto giocatore dell’anno della conference, uno dei migliori attaccanti di tutta la Divison I, in grado di fare canestro davvero in moltissimi modi. Difficile però pensare che la squadra possa però sconfiggere Arizona in uno scontro diretto, in entrambi i precedenti i Ducks hanno sofferto moltissimo la fisicità dei Wildcats, perdendo in entrambi i casi con ampi scarti. Occhio però a non permettergli di alzare i ritmi.
Utah ha concluso la regular season con lo stesso record di Oregon (13-5), ma nel torneo avrà il terzo seed per via dello scontro diretto sfavorevole. Gli Utes hanno un record generale di 23-7 e sono attualmente al numero 17 del ranking. La squadra è abbastanza equilibrata, di buon livello su entrambe le metà del campo. Il giocatore chiave è il completo playmaker senior Delon Wright, giocatore in grado di contribuire alla squadra in una marea di modi diversi. Altri giocatori importantissimi nell’economia di gioco degli Utes sono i tiratori Jordan Loveridge e Brandon Taylor e il centro freshman Jakob Poeltl. Ciò che spaventa sono gli esiti degli scontri diretti: contro squadre con record di conference positivo sono 1-4 (0-2 con Arizona, 0-1 con Oregon, 1-1 con UCLA).
Anche i campioni uscenti di UCLA potranno senz’altro dire la loro. Hanno chiuso la regular season con un record di 11 vittorie e 7 sconfitte (19-12 quello assoluto), risultando la quarta forza della conference. La squadra, così come lo scorso anno, ha una spiccata mentalità offensiva e ama giocare a ritmi alti. Soffrono però terribilmente le partite a punteggio basso, quando non sono riusciti ad alzare il ritmo hanno spesso rimediato sonore sconfitte. I Bruins hanno diversi singoli di buon livello e mandano ben cinque giocatori in doppia cifra di media a sera, a partire dalla guardia senior Norman Powell, vero leader offensivo (e non solo) della squadra. L’ago della bilancia sembra però essere il lungo Tony Parker, molto spesso infatti quando non è riuscito ad esprimersi al meglio la squadra ha perso.
Da tenere d’occhio Arizona State, che ultimamente sembra in un più che discreto periodo di forma, Stanford, altra squadra dal grande potenziale offensivo, e Oregon State, squadra invece spiccatamente difensiva.