Dall’altra parte dell’Atlantico: i playmaker
Cinque nomi usciti dal college
Viste le ristrettezze economiche degli ultimi anni, le squadre italiane sono costrette a lavorare sempre di più sullo scouting, o cercando nei campionati minori del vecchio continente oppure tra i giocatori in uscita dal college, che possono rivelarsi dei veri jolly visto il basso costo e le grandi potenzialità, al netto del rischio di difficoltà nell’adattamento al campionato.
Proviamo ad immaginare cinque giocatori nel ruolo di playmaker usciti dall’università probabilmente destinati a sbarcare in Europa.
DeAndre Kane, ’89, 194 cm, 91 kg. Iowa State Cyclones. Stats: 17.1 pts, 6.8 rebs, 5.9 asts, 1.2 stls, 2.9 TOs, 51.1% 2FG, 39.8% 3FG, 63.5% FT, 34.4 mins. Se vuoi una squadra dal gioco veloce, in grado di andare il più possible in contropiede DeAndre Kane è il giocatore che cerchi. Playmaker dal tasso fisico nettamente superiore a quello dei pari ruolo, il prodotto di Iowa State è un giocatore devastante in transizione, grazie ad un mix di atletismo, forza fisica e esplosività fuori dal comune, che gli permettono di guadagnarsi molti viaggi in lunetta (addirittura 7 a partita, purtroppo vanificati dalle pessime percentuali per un piccolo). Ma parlare di Kane come di un semplice giocatore da contropiede è senza dubbio riduttivo. E’ un playmaker completo, in grado di giocare anche dei minuti da guardia, che sa sia realizzare sia giocare per i compagni. Nell’ultimo anno è anche molto migliorato nel tiro da fuori passando in una stagione dal 25 al 39% da tre punti. Inoltre, come dimostrano i quasi 7 rimbalzi a partita, è un rimbalzista straordinario per la posizione. Nella sua metà campo è un buon difensore sulla palla, con un’ottima predisposizione per recuperare palloni, da migliorare invece la difesa lontano dalla palla.
Scottie Wilbekin, ’93, 188 cm, 79 kg. Florida Gators. Stats: 13.1 pts, 2.4 rebs, 3.6 asts, 1.6 stls, 1.7 TOs, 41.5% 2FG, 39.0% 3FG, 72.5% FT, 34.0 mins. Alla fine della scorsa stagione il prodotto di Florida era praticamente fuori squadra, con coach Donovan che gli aveva consigliato di cambiare università per il suo anno da senior. Wilbekin si è rimboccato le maniche e grazie al lavoro in palestra ha conquistato il ruolo di leader della squadra portando i Gators alle Final Four. Playmaker puro dotato di un eccellente QI cestistico, è il classico giocatore a cui affidare le chiavi della squadra, con la consapevolezza che lui farà la scelta giusta. Malgrado un numero non eccelso di assist riesce sia a mettere in ritmo i compagni, sia a prendersi le sue responsabilità quando la palla scotta, meritandosi la fama di clutch player. Non è particolarmente abile in penetrazione, suo principale difetto in attacco, e questo spiega la sua bassa percentuale dentro l’arco. E’ anche un eccellente difensore, a cui puoi affidare senza alcuna remora le bocche di fuoco della squadra avversaria. Perfetto per chiunque cerchi un leader dentro e fuori dal campo.
Joe Jackson, ’92, 183 cm, 74 kg. Memphis Tigers. Stats: 14.4 pts, 3.6 rebs, 4.5 asts, 1.6 stls, 2.2 TOs, 49.4% 2FG, 28% 3FG, 77.4% FT, 33.4 mins. Playmaker la cui prima opzione è il passaggio, riesce quasi sempre a servire il compagno libero dando ritmo all’attacco con i giusti tempi e le giuste spaziature. Uno dei suoi più grandi pregi è senza dubbio la velocità, che gli permette di essere pericoloso in attacco malgrado la piccola taglia, attaccando il ferro anche grazie ad un atletismo e ad un ball-handling sopra la media, ed andando in contropiede. Nella metà campo offensiva il grosso tallone d’Achille è però il tiro da fuori, ondivago per usare un eufemismo. Infatti in questa stagione Jackson ha tirato con un non esaltante 28%, a differenza della stagione 12/13 in cui la percentuale da tre punti era nettamente più alta, il 44%. In difesa invece come qualunque giocatore con quei problemi di centimetri e di stazza soffre i giocatori più fisici di lui, pur avendo un’ottima predispozione per rubare palloni e mobilità negli scivolamenti oltre che una grande intensità che aiuta a coprire le sue lacune.
Kendall Williams, ’91, 194 cm, 82 kg. New Mexico Lobos. Stats: 16.0 pts, 3.6 rebs, 4.9 asts, 1.6 stls, 2.0 TOs, 46.6% 2FG, 38.9% 3FG, 78.5% FT, 35.3 mins. Playmaker versatile e completo, favorito da un’altezza ed una lunghezza di braccia non indifferenti. Come Kane, anche lui è assolutamente perfetto per qualunque squadra che vuole sviluppare il suo gioco su tutti i 28 metri del campo. E’ dotato di un atletismo nettamente superiore alla media nel suo ruolo, che gli permette, pur non essendo molto forte fisicamente, di attaccare il canestro arrivando al ferro con grande facilità, guadagnando molti falli. E’ un giocatore altruista, dotato di una grande intelligenza cestistica. Deve però migliorare il tiro da fuori, che malgrado le rispettabili percentuali non è ancora continuo. Grazie ai centimetri e ad un buon gioco lontano dalla palla, Williams può anche giocare dei minuti da guardia tiratrice, dando la possibilità di giocare con quintetti con due playmaker in campo senza essere penalizzati nella metà campo difensiva. Infatti, pur non facendo dell’intensità il suo punto di forza, Williams è senza dubbio un buon difensore, in grado di disturbare i tiri e di sporcare le linee di passaggio grazie alle sue braccia interminabili.
Billy Baron, ’90, 188 cm, 87 kg. Canisius Golden Griffins. Stats: 24.4 pts, 4.9 rebs, 5.5 asts, 1.7 stls, 2.9 TOs, 50.5% 2FG, 41.8% 3FG, 88.3% FT, 39.0 mins. ‘Billy The Kid’, come lo chiama il fratello Jimmy, guardia della Virtus Roma, non è semplicemente un tiratore fenomenale come il fratello maggiore. E’ innanzitutto un grande realizzatore, come dimostrano le cifre, che ci parlando quasi 25 punti a partita, con dei picchi altissimi (è andato cinque volte sopra i 35 punti con un massimo di 42) anche se con un minutaggio altissimo. Certamente la mano è quella di famiglia, perché per avere il 42% da dietro l’arco tirando 7 volte a partita, spesso marcato, bisogna essere degli ottimi tiratori. Ma parlare di un semplice tiratore è riduttivo, è infatti un giocatore completo, che sa passare la palla, giocare il pick’n’roll ed andare forte a rimbalzo grazie ad una fisicità superiore alla media per il ruolo. E’ inoltre un vincente, in grado di salire di livello quando la palla scotta. Tanti sono i pregi nella metà campo offensiva, ma lo stesso non si può dire per la metà campo difensiva. Sulla difesa c’è tanto da lavorare, anche se probabilmente non sarà mai una mastino, anche per via di una limitata velocità di piedi.
Articolo di D. Leccese
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