Pagellone di Mercato NBA dopo la deadline: Western Conference
I voti ai direttori sportivi delle 15 squadre della western conference
Ecco il Pagellone di Mercato ai direttori sportivi d'America. Chi si è mosso meglio e chi peggio in Western Conference?
DENVER NUGGETS (Tim Connelly): 5 i dubbi sulla costruzione dei Nuggets erano emersi già durante l’estate, ma nonostante tutto e i certificati esuberi il GM Connelly non fa nulla, ma proprio nulla per migliorare la situazione del roster, anzi. JaVale out per la stagione richiedeva un terzo lungo magari con contratto in scadenza o comunque un rookie (perché non provare Biyombo?), invece rimane con Mozgov e Hickson a tirare la carrerra sotto canestro. Scambia Andre Miller e si prende un anarchico come Aaron Brooks, che a tutto serve meno che al sistema Shaw. In mezzo si porta a casa anche Jan Vesely. La domanda è: con Randolph, Arthur e Faried a cosa serve? Certo i giocatori vanno tutti in scadenza e non saranno rinnovati, ma il concetto è semplice: 1) per Miller si poteva portare a casa almeno una seconda scelta 2) che scadano o no hai comunque 64 milioni di salari garantiti anche per la prossima stagione e una continua fragilità fisica nel roster che non può lasciare tranquilli. Insufficiente.
GOLDEN STATE WARRIORS (Bob Myers): 6,5 quando si dice puntellare il roster, questo è quello che si intende. L’unico movimento invernale degli Warriors è un piccolo capolavoro tecnico-economico. La squadra acquisice Steve Blake grazie alla trade exception liberandosi di due zavorre come Bazemore e Brooks. Myers assesta la squadra appena sotto la soglia di luxury e si appresta a d andare alla caccia del titolo per le prossime tre o quattro stagioni. Dopo le magie estive con Iguodala per tutti i resti del vecchio roster rifilati ai Jazz adesso si passa al lavoro di fino: usare le limitazioni salariali e rinforzare comunque la squadra in maniera decisiva. Qui si vede la vera bravura del GM.
OKLAHOMA CITY THUNDER (Sam Presti): sv a differenza dell’anno passato non ha bisogno di operare sul mercato e infatti sapientemente conserva scelte e giocatori a disposizioni cavalcando l’onda del gran momento di forma che la squadra vive. La crescita di Lamb gli sta levando moltissime preoccupazioni sul dover cercare una guardia e il suo unico pensiero per l’estate sarà il rinnovo di Thabo Sefolosha. In qualsiasi caso lo si voglia vedere il rinnovo di Thabo sopra i 4 milioni a stagione vorrà dore luxury tax…chissà cosa ne pensa Clay Bennett a riguardo
PORTLAND TRAIL BLAZERS (Neil Olshey): sv dopo i fuochi artificiali dell’estate è giusto godersi i frutti del lavoro e considerando la profondità e la qualità del roster a disposizione c’è tutto per essere belli soddisfatti di quanto fatto fin qui. Per questo e per il prossimo anno è tutto assolutamente già definito e con un giusto costo (anche se danza sopra le testa di Olshey sempre l’amnesty di Roy). E’ l’estate del 2015 quella che sarà decisiva, perché tutti i giocatori scadono di colpo e Portland dovrà ricostruire.
UTAH JAZZ (Dennis Lindsey): 5,5 il materiale a disposizione per scambi e trade non è di grande valore, ma almeno un giocatore utile alla causa caro Dennis potevi anche portartelo a casa con tutti i contratti in scadenza di cui disponi. Ti serve un playmaker per il prossimo anno che segue Trey Burke. Perché non provare ad inserire il contratto onesto e lungo di Jarrett Jack? Avrai totale mancanza di lunghi in estate. Fare un tentativo per un cambio di Kanter migliore di Evans? Capito il progetto, ma l’immobilismo non è mai una tecnica vincente
MINNESOTA TIMBERWOLVES (Flip Saunders): 3 si va oltre ogni tipo di concetto di “sconcertante”; le occasioni sul mercato sono molteplici e varie, ma Flip Saunders non si muove minimamente, non prende una scelta, non fa uno scambio che non sia Mbah a Moute per Derrick Williams, come se fosse primo in classifica con un record inarrivabile e potesse guardare tutti dall’alto con aria di superiorità. Invece la stagione a tratti fin qui incommentabile o quasi altro non è che lo specchio di un mercato senza il minimo senso. Manca l’ala piccola, ma nemmeno si prova a fare un tentativo per Turner, Deng, Granger stesso finito ai 76ers. Dietro Rubio è un deserto di playmaking e non si muove nulla. La difesa fa acqua come una diga piena di falle, ma non si inserisce nessuno quasi a voler perseguire a tutti i costi un modello infruttuoso. Si continua così con una stagione deludente oltre ogni limite e senza dare un solo accenno di scossa per mostrare che qualcosa non va come dovrebbe. La prossima estate ci sarà da sbrogliare la grana Love. Se questa è la velocità di reazione del GM 101% che lo vedremo partire a fine contratto in cambio di nulla.
LOS ANGELES CLIPPERS (Gary Sacks): 4,5 il punto è il seguente: o non si capisce con l’allenatore o non vuole capire. Rivers chiede un lungo per puntellare il reparto e lui lo priva di Jaminson e Mullens. Il senso di tutto questo è ignoto, in quanto i Clippers se ne fanno veramente poco dei diritti di Cenk Akyol, almeno nell’immediato. Che provveda immediatamente in free agency altrimenti è come essersi tirati una badilata in faccia di proposito
LOS ANGELES LAKERS (Mitch Kupchak): 6,5 l’annata è quella che è, ma lui prova comunque da sapiente GM qual’è ad operare qualche aggiustatina finanziaria e inserire qualcosa da provare in panchina. Il record è pessimo, il gioco peggio ancora, ma tutti questi giovani che sta testando: Ryan Kelly, Robert Sacre, Kendall Marshall e ora Bazemore e Brooks potrebbero diventare pedine importanti dalla panchina nelle stagioni a venire. Nel frattempo dopo tanti anni scende sotto la luxury tax e incassa qualcosa da Blake in scadenza. Chirurgico e poco mediatico.
PHOENIX SUNS (Ryan McDonough): sv la squadra va oltre ogni rosea aspettativa, quindi non intacca il giocattolo proprio adesso. Il suo vero compito sarà rinforzare la squadra in free agency il prossimo anno, visto e considerato che il draft sarà un aiuto di diversa pesantezza rispetto a quella auspicata ad inizio stagione. Lo spazio salariale ci sarà e partire dal rinnovo di Bledsoe e da un Luol Deng non sarebbe una cattiva idea
SACRAMENTO KINGS (Pete D’Alessandro): 5 è il più difficile da analizzare, ma proviamo ad interpretare i suoi movimenti. Il diktat è chiaro: ripulire il roster da giocatori inutili e dare esperienza alla squadra. Il fatto è che però alla fine si libera solo di Marcus Thornton e non porta a casa nulla di effettivamente utile. Terry ha un pesante contratto anche per il prossimo anno e il rinnovo di Cousins fa schizzare il salary cap. C’è da trattare il rinnovo di Rudy Gay e permane un netto squilibrio nel roster: Fredette è in scadenza andrà a fine contratto (manco una seconda scelta si poteva ottenere?), Landry e Thompson hanno ancora 3 anni e mezzo di pesante contratto (con Derrick Williams sono 3 ali grandi, più Reggie Evans fanno 4), Isaiah Thomas va anch’esso rinnovato e costerà molto. Sembra che i Kings stiano entrando in una fase salariale piuttosto complessa, che li metterà in situazione di difficile interpretazione: ci sono troppi giocatori in pochi ruoli e poco spazio per firmarne di importanti nelle posizioni dove la squadra è scoperta. Situazione veramente ingarbugliata, che D’Alessandro avrebbe dovuto gestire diversamente. Mezzo voto in più per lo scambio Moute-Williams, ma condotta del periodo di trade assolutamente non sufficiente.
DALLAS MAVERICKS (Donnie Nelson): sv il mercato non è stato sondato perché la squadra è già buona e sta disputando un’ottima stagione. Si poteva forse aggiungere un lungo per allungare le rotazioni, ma il grosso si farà in estate quando con il rinnovo di Dirk e molto spazio salariale si cercherà l’assalto a un top player.
HOUSTON ROCKETS (Daryl Morey): 7 non perde mai l’occasione di far qualcosa di utile. È come se si divertisse a fare scambi a destra e a sinistra. Questa volta in una situazione di assoluto equilibrio opta per prendersi il giovane Jordan Hamilton dando a Denver Aaron Brooks, annunciando quindi di fatto fiducia assoluta per la coppia play Lin-Beverley. Hamilton è molto più utile di un semplice scambio di contratti: può essere rinnovato a cifre leggere e considerate le scadenze di Casspi e Garcia ha ottime chance di diventare il backup di Chandler Parsons. Mossa utile per il futuro.
MEMPHIS GRIZZLIES (Chris Wallace): 7 è frutto di un lavoro molto capillare il voto che prende il GM dei Grizzlies. Scommette su Calathes a inizio stagione e i fatti iniziano a dargli ragione, tanto che opta per disfarsi del contratto di Bayless e inserire Courtney Lee, che costerà anche 5 milioni l’anno, ma è il giocatore perfetto per completare il quintetto della squadra, dando profondità al gioco e punti dall’arco nel ruolo di guardia. Durante la deadline cerca acquirenti per Prince, ma trova solo porte chiuse…non è detto che nell’immediato tutto ciò costituisca un problema.
NEW ORLEANS PELICANS (Dell Demps): 4,5 la squadra non ingrana, e questo era chiaro già dall’estate, Evans si è dimostrato di nuovo un rebus accoppiato con Gordon, ma Demps perde colpi su colpi ogni sessione di mrcato che passa. Si intestardisce in tutte le maniere a voler scambiare Gordon, quando è chiaro e palese che nessuna squadra è disposta ad accollarsi il contratto. Non trova acquirenti né per Rivers né per Morrow e non opera mezzo movimento in deadline per rinforzare un pacchetto lunghi veramente di basso livello (eccetto Davis). Non si poteva fare un tentativo per Spencer Hawes? I casi sono due: o ha deciso di tankare per andare al draft oppure non riesce veramente più a destreggiarsi nel caos creato nel roster. In ogni caso non è una bella situazione.
SAN ANTONIO SPURS (R.C. Buford): 6 un altro che ha sempre un occhio sul mercato anche quando non serve. Forse sacrificare De Colo per Daye pare eccessivo, ma il giocatore è quello che serve al momento dati i vari infortuni in quel settore del campo. In ogni caso casca sempre in piedi perché se qualcosa non funziona altrove ci pensa Popovich a farla funzionare lì.
Pagina di 4