Oklahoma City Thunder: e se fosse l’anno buono?
I Thunder si presentano alla pausa per l’All Star Game al primo posto della Western Conference con quattro partite di vantaggio sui San Antonio Spurs e con il miglior record della lega, 43-12
I Thunder si presentano alla pausa per l’All Star Game al primo posto della Western Conference con quattro partite di vantaggio sui San Antonio Spurs e con il miglior record della lega, 43-12.
Tutto questo malgrado una stagione pesantem condizionata dalla prolungata assenza di Russell Westbrook, che ha saltato trenta partite delle cinquantacinque stagionali. Con la point guard tre volte all-star infatti OKC ha un ruolino di marcia da schiacciasassi con un record di 21-4.
Ma il dato realmente impressionante è il record di 22 W e 8 L senza Westbrook. Il volto principale di questa ottima tenuta dei Thunder è ovviamente Kevin Durant, che, pur partendo da uno standard comunque altissimo, si è caricato la squadra sulle spalle, giocando un mese di gennaio fantascientifico, balzando nettamente in testa in tutte le classifiche per l’MVP permettendo ai Thunder di battere contender come Heat e Spurs ma anche squadre di livello come Rockets e Trail Blazers. Ma sarebbe superficiale pensare che le sole prestazioni di KD possano bastare per motivare il successo di questa squadra che, senza Westbrook, certamente non ha il miglior roster della lega. Infatti questa è la stessa squadra che negli scorsi playoff è uscita 4-1 al secondo turno contro Memphis, senza Kevin Martin.
Ci sono i progressi di Jackson ed Ibaka, il contributo dei giovani come Jeremy Lamb, Perry Jones III e Steven Adams, oltre che il solito contributo di veterani come Derek Fisher e Nick Collison. Dalla scorsa stagione c’è stato anche un miglioramento del gioco di squadra che, pur non essendo eccelso, non è ormai composto esclusivamente da isolamenti, ma è molto più presente il gioco lontano dalla palla, che permette a tiratori dalla lunga come Lamb e Fisher, o dalla media come Ibaka, di avere molto più spazio per prendersi tiri aperti, e di questo bisogna dare atto a coach Scott Brooks.
Un’altra chiave del successo è senza dubbio la difesa, infatti i Thunder sono secondi in tutta la lega per percentuale dal campo concessa agli avversari (appena il 43%, dietro solo agli Indiana Pacers con il 41%) e terzi per punti subiti ogni 100 possessi (99.3). Insomma, nella Loud City sembrano aver trovato la quadratura del cerchio, e dal mercato potrebbe arrivare qualche rinforzo per puntellare una squadra già ottima prima della deadline.
I playoff però fanno storia a sé, e nella Western Conference ogni serie è durissima, mentre con tutta probabilità la vincente della Eastern arriverà alle Finals molto più fresca, di conseguenza tutt’oggi le favorite per portare a casa il Larry O’Brien Trophy restano gli Indiana Pacers ed i Miami Heat. Quindi ad Oklahoma City è lecito sognare, ma restando sempre con i piedi ben saldi per terra.