NBA Half-Seson Recap: Eastern Conference
Il punto della situazione al giro di boa della stagione NBA
INDIANA PACERS: Nell’ultimo appuntamento avevamo lasciato i Pacers al primo posto in classifica e con la miglior difesa dell’intera NBA e .. guess what ?? … li ritroviamo ancora oggi nella stessa identica situazione.
Indiana continua inarrestabile nel suo cammino verso i playoff e verso il titolo NBA distruggendo ogni avversario con una difesa asfissiante nonostante un leggerissimo calo di forma nelle prime partite del 2014.
I numeri dei Pacers sono davvero impressionanti: 88.2 punti concessi agli avversari ogni partita con il 40.8 % dal campo ed in particolare il 53.5 % nella restricted area. Curiosità statistica, i 92.6 punti concessi ogni 100 possessi sono il terzo miglior dato della storia NBA da quando sono state introdotte le advanced stats ( primi i San Antonio Spurs anno 2003-2004 con 91.6 ). L’unico punto debole della squadra di coach Vogel sembra essere la panchina che, con soli 26.1 punti a partita (98.4 ogni 100 possessi), risulta essere la 24esima NBA nonostante il ritorno di Danny Granger, servirebbe forse un innesto prima della deadline per giocarsela al massimo delle possibilità.
MIAMI HEAT: Leggero calo di forma per i Miami Heat che per il secondo anno di fila coincide proprio con l’inizio del nuovo anno e che vedono così allontanarsi i Pacers in classifica. Miami pecca un po’ troppo spesso di superbia abbassando molto i ritmi con squadre di basso livello ( 9 delle 11 sconfitte sono arrivate con squadre dal record perdente) ma il fattore campo è risultato decisivo negli scorsi playoff e LeBron e compagni farebbero bene a tenerlo in considerazione nonostante gli Heat restino la squadra da battere per tutti. L’aggiunta di Beasley si è rivelata una mossa vincente e se Greg Oden riuscirà ad arrivare ai playoff in forma Miami potrebbe avere trovato l’antidoto allo strapotere fisico di Roy Hibbert nel pitturato, vero punto debole della squadra. I meccanismi offensivi degli Heat sono ormai ben oliati e il risultato è uno dei migliori attacchi NBA come efficienza globale ( secondi con 109.0 di Off Rtg ma primi per eFG% e TS% , statistiche che fanno riferimento alle reali % dal campo ), da sistemare la difesa anche se hanno dimostrato di salire molto di livello durante i playoffs. La sfida con i Pacers ( 1-1 in stagione ) si preannuncia entusiasmante.
TORONTO RAPTORS: Potremmo aprire un nuovo articolo su quella che a tutti gli effetti è la Serie B della eastern conference, tra Miami e Toronto infatti dopo circa 41 partite ci sono già 9 gare di distacco. I Raptors dopo la trade con la quale hanno ceduto Gay hanno inanellato un buon filotto di vittorie e, con il record di 13-7 ( 7-12 prima della trade), si sono portati oltre il 50% di vittorie al terzo posto in classifica. La squadra è passata dal segnare 101.4 punti ogni 100 possessi con il 42.8% dal campo ( 32.8% da 3) e soli 17.4 assist al segnare 105.4 punti con il 45% dal campo (39% da 3) e 22.9 assistenze. La chiave di questa svolta è stato un Kyle Lowry in versione All-Star che ha notevolmente aumentato i suoi numeri oltre alle ottime prestazioni di Terrence Ross ( quasi 13 di media a partita) e ultimamente anche di Patrick Patterson. C’è comunque tanto lavoro da fare per il GM Masai Ujiri per consegnare a Toronto una squadra realmente competitiva in vista della prossima stagione, per il momento però i tifosi Raptors possono godersi il terzo posto e una squadra che pare essersi messa alle spalle il periodo buio della gestione Colangelo.
ATLANTA HAWKS: Dopo aver fallito l’assalto a Dwight Howard in estate, Atlanta aveva comunque costruito una squadra solida in grado di puntare a un ottimo piazzamento ma l’infortunio di Al Horford ha completamente distrutto i piani della dirigenza Hawks. Con un record di 17-13 nelle prime 30 partite Atlanta era saldamente in terza posizione prima della perdita per la stagione di un giocatore di grande impatto come Horford che ha fatto crollare il rendimento degli Hawks ( 3-6 senza Al) in ogni voce statistica ma soprattutto sul piano del gioco. Atlanta rimane oggi una squadra in grado di lottare per un posto nei playoffs, ben allenata e con un discreto roster ma senza la possibilità di ambire a grandi traguardi per la stagione in corso, conservando comunque un’ottima situazione salariale e molto margine per operare sul mercato.
WASHINGTON WIZARDS: Doveva essere la stagione della definitiva esplosione per gli Wizards ma così ancora non è. Il talento non manca alla squadra di Randy Wittman, manca però la coesione e l’identità che caratterizzano una vera squadra ma soprattutto manca un po’ di costanza di rendimento visto che la squadra della capitale alterna partite molto buone ad altre prestazioni terrificanti. John Wall sta giocando la sua miglior stagione NBA ad oltre 20 punti di media a partita ai quali aggiunge 8.6 assist e 4.2 rimbalzi e buone prestazioni arrivano anche dalla giovane SG Bradley Beal ( 16 punti a partita) oltre che da Trevor Ariza ( … la magia del contratto in scadenza … ). La dirigenza dovrà stare attenta in estate ad operare sul mercato evitando rinnovi sanguinosi con i contratti di Ariza e Gortat ma Washington ha tutto quello che serve per diventare una squadra di prima fascia ad est nei prossimi anni oltre che per tornare, già da oggi, ai playoff dopo 6 lunghi anni di assenza.
CHICAGO BULLS: La finale di Conference del 2011 doveva e poteva segnare l’inizio di una nuova era per i Chicago Bulls ma ad oggi è solo un ricordo lontano. La stagione dei tori si è chiusa ancor prima di essere veramente iniziata con l’ennesimo infortunio di Derrick Rose che lo terrà lontano dal parquet per il secondo anno consecutivo e la dirigenza dei Bulls questa volta ha deciso di non aspettare più, si parte con la rifondazione. La prima mossa è stata quella di cedere Deng, in scadenza contrattuale e contestualmente di dare spazio a Jimmy Butler e alla prima scelta del draft 2013 Tony Snell. La prossima mossa in estate sarà quella di cedere o amnistiare il contratto di Carlos Boozer liberando così il salary cap dai suoi ingombranti 16 milioni per poter firmare il prospetto spagnolo Nikola Mirotic. Non è ancora chiaro se Forman abbia intenzione di cedere anche Joakim Noah anche se i rumors su un suo possibile addio si sprecano, sarebbe tuttavia una cessione che scontenterebbe oltremodo tifosi e allenatore ed è molto più probabile che si riparta proprio da lui e Derrick per ricostruire la squadra. Chicago resta comunque un team orgoglioso e competitivo ( seconda miglior difesa NBA con 97.2 punti concessi ogni 100 possessi) e non sarà per niente facile affrontarli in un’eventuale serie di playoff come hanno dimostrato anche gli anni passati.
DETROIT PISTONS: La campagna acquisti in estate è stata importante portando a Detroit giocatori del calibro di Josh Smith e Brandon Jennings ma i risultati sono molto deludenti. Il trio Smith-Monroe-Drummond nei 733 minuti giocati insieme subisce 10 punti in più rispetto a quelli segnati ogni 100 possessi e il gioco espresso è molto confusionario e prevedibile e porta Detroit, ad oggi, ad un record addirittura perdente di 17 vittorie e 23 sconfitte. La cessione di Greg Monroe, in scadenza e in aria di contrattone, permetterebbe ai Pistons di poter schierare Smith nel suo ruolo naturale di ala grande ( e liberare minuti per il nostro Gigi Datome, 160 minuti totali giocati fino ad adesso ) e di avere maggiore equilibrio nei suoi quintetti oltre che responsabilizzare maggiormente Andre Drummond ( 12.6 punti e 12.7 rimbalzi di media a partita fino ad adesso con meno di 10 tiri tentati a partita), giocatore su cui i Pistons puntano molto per il futuro. Detroit ha i contratti in scadenza di Villanueva e Stuckey che potrebbero risultare appetibili in un pacchetto con Monroe, vedremo come si moverà la dirigenza dei Pistons, quello che è sicuro è che questa squadra ha bisogno di qualche intervento prima della deadline.
BROOKLYN NETS: Chiudono la virtuale griglia playoff i Brooklyn Nets in netta ripresa dopo una prima parte di stagione che definire deludente è fargli un complimento. Gli infortuni hanno tartassato la squadra fin dal primo giorno, vero, ma non era pensabile spendere 100 milioni di salary cap e vedere la squadra sul fondo a pari merito con Bucks, Magic e 76ers. L’infortunio di Brook Lopez ( fuori per la stagione) è una mazzata per Kidd e compagni ma nonostante questo brutto colpo e le ultime due settimane saltate da Deron Williams per i soliti problemi alle caviglie Brooklyn è 6-1 nel 2014 e 7-3 nelle ultime 10 partite portandosi dritta dritta nell’ultima posizione disponibile nella griglia playoff. Joe Johnson ha alzato notevolmente i giri del motore in assenza di Deron segnando oltre 24 punti a partita con il 51% dal campo e prendendosi sulle spalle la squadra e il ritorno di DW12 potrebbe dare ulteriore linfa ad una squadra con disperato bisogno di certezze per portarsi finalmente nelle posizioni che le competono.
Seguono i Nets in classifica gli Charlotte Bobcats che dopo una prima parte di stagione molto positiva stanno perdendo terreno in classifica ( 3-7 nelle ultime 10) e l’infortunio di Kemba Walker, uno dei giocatori migliori fin qui, non aiuta di certo nell’immediato. Buone notizie per i Bobcats sono comunque le ottime e costanti prestazioni di Gerald Henderson ( 15.5 + 4 rimbalzi a partita) oltre a quelle, solite, di Al Jefferson ( 21+10 nelle ultime 10 gare). Dietro Charlotte troviamo due tra le squadre più deluse e deludenti fin ora della lega, i New York Knicks e i Cleveland Cavaliers che provano con qualche acuto a sollevarsi dal fondo della lega. In casa Knicks l’unico costante ad alti livelli è Carmelo Anthony mentre i suoi compagni alternano buone prestazioni ad altre orrende. La panchina di coach Mike Woodson sembra essere comunque ben solida nonostante la squadra non abbia alcun gioco offensivo ne tantomeno difensivo e a questo si devono aggiungere le lune di un JR Smih alla sua peggior stagione in carriera. Discreto ma altalenante il rendimento del nostro Andrea Bargnani con quasi 14 punti e 5 rimbalzi di media in stagione.
In casa Cavs c’è voglia di playoff per poter finalmente archiviare ( .. per quanto però ??) la parentesi James e con la complicità dei Bulls hanno aggiunto al loro roster un giocatore di grande impatto come Luol Deng positivo fin da subito. Adesso sta a coach Mike Brown portare un roster di tutto rispetto ad una qualificazione ai playoff quasi obbligatoria. Doveroso anche se triste segnalare i continui problemi di Anthony Bennet che continua a trovare poco spazio e a sfruttare in malo modo i pochi minuti concessi, la bocciatura anche da parte di Brown sembra ormai netta considerati gli ultimi 4 DNP. Scendiamo ancora in classifica per trovare i Boston Celtics che sprofondano sempre di più (1-9 nelle ultime 10 partite). Non è facile la situazione per Danny Ainge che deve far fronte ad una situazione salariale piuttosto ingarbugliata stando però ben attento alle sirene di mercato che vorrebbero l’all-Star Rajon Rondo sul piede di partenza viste le brutte prospettive per il futuro. C’è poco da salvare in casa Celtics che nonostante il ritorno proprio di Rondo dopo l’infortunio al ginocchio non sembrano avere prospettive di playoff. Scendiamo ancora di più nei bassifondi della eastern conference e troviamo i Philadelphia 76ers partiti fortissimo ma che piano piano sono sprofondati sempre più giù fino all’attuale terz’ultima piazza con un record di 13 vinte e 27 perse. Il processo di rebuilt da parte del GM Sam Hinkie non è sicuramente finito, è infatti probabile che almeno uno tra Thaddeus Young ( oltre 17 di media con il 48% dal campo) ed Evan Turner ( 18.5 + 6.2 a partita ) possano partire in favore di qualche buon giovane e magari qualche pick che si andrà ad aggiungere a quella dei Pelicans. Penultima posizione per gli Orlando Magic in piena modalità “tanking” , a maggior ragione dopo la commozione celebrale occorsa a Nikola Vucevic. Chiudono la Eastern Conference i Milwaukee Bucks con il poco invidiabile record di 7 vinte e 33 partite perse. Da segnalare le buone prove offerte dal greco Giannis Antetokoumpo ed anche quelle di un ottimo John Henson che potrebbe spingere sempre di più Larry Sanders lontano da Milwaukee, ammesso ci sia qualche squadra disposta a prendere lui e i suoi 10 milioni di dollari.
A breve anche la parte riguardante la Western Conference. STAY TUNED !!!