La NBA valuta le proposte per cambiare il sistema della lottery
La proposta verrà presentata ai proprietari nel corso del 2014
Negli ultimi anni stanno aumentando i casi di squadre NBA che adottano la cosiddetta strategia del tanking, ovvero costruire di proposito una brutta squadra in modo tale da perdere il più partite possibili e ottenere una delle prime scelte al draft successivo. Questa strategia non è sempre di successo, visto che non c'è nessuna certezza che al draft si riesca a prendere un giocatore in grado di cambiare le sorti della franchigia. Per evitare questo tipo di strategie, alcuni dirigenti NBA hanno fatto una proposta che prevederebbe l'eliminazione del sistema di lottery come lo conosciamo. Il portale americano Grantland ha ottenuto una copia di questa proposta e l'ha resa nota, aggiungendo che è probabile che la proposta verrà esposta ai proprietari delle franchigie NBA nel corso del 2014.
Secondo questa proposta, il sistema di lottery verrebbe eliminato e sostituito da un sistema attraverso il quale ognuna delle 30 squadre NBA sceglierebbe in una determinata posizione al primo giro del draft una volta ogni 30 anni. Ogni squadra, dunque, seguirebbe un sistema circolare con una scelta diversa per ogni anno, come evidenziato in questa immagine. Tutti i vari team, dunque, saprebbero perfettamente con quale chiamata sceglieranno al draft successivo, eliminando quindi la strategia di perdere il più partite possibili per ottenere le prime chiamate. Sparirebbe, in questo modo, anche il sistema delle scelte protette da scambiare visto che ogni chiamata sarebbe predeterminata e non ci sarebbero oscillazioni dovute al record delle varie squadre.
Il sistema circolare garantirebbe ad ogni squadra una scelta tra le prime 6 ogni cinque anni e almeno una scelta tra le prime 12 ogni quattro anni. Tutto ciò dovrebbe eliminare la strategia di tanking perchè la lottery sarebbe predeterminata e non in base al record di fine stagione.
Ovviamente, in un sistema del genere ci sono anche degli aspetti negativi. Facciamo un esempio: una squadra viene da una brutta stagione e vorrebbe iniziare un processo di ricostruzione ma nei prossimi due anni sceglierà al draft con la 29esima e la 20esima chiamata, posizioni dove è davvero difficile trovare giocatori in grado di cambiare le sorti di una squadra e dove, molto spesso, è già un lusso trovare dei giocatori in grado di rimpolpare le rotazioni. Per questa squadra sarebbe davvero difficile trovare delle soluzioni credibili nelle due stagioni successive e il processo di risalita si allungherebbe notevolmente. Certo, è anche vero che i GM, con questo sistema, non avrebbero tutte le pressioni di adesso e potrebbero dire ai proprietari: "Adesso non siamo una buona squadra, ma il sistema prevede questo, quindi dammi tempo e aspettiamo le annate in cui avremo buone scelte al draft."
Un altro grosso problema, però, è che un sistema pre-impostato potrebbe creare una sorta di selezione da parte dei giocatori che escono dal college. Altro esempio: un ragazzo molto promettente che frequenta il college è considerato da tutti la prima scelta del draft dell'anno successivo ma il ragazzo sa già quale squadra sceglierà con la prima chiamata, facciamo caso siano i Milwaukee Bucks, una squadra con poco appeal a livello NBA. Il ragazzo potrebbe tranquillamente decidere di aspettare un anno e presentarsi al draft successivo, dove le prime scelte sono detenute da squadre con maggiore appeal, ad esempio i Lakers o gli Heat.
La realtà è che, anche se nata sotto buone intenzioni, questa proposta rischierebbe di aumentare il gap tra i big market e gli small market. Certo, la strategia di tanking verrebbe cancellata ma le grandi franchigie, che attirano giocatori e sponsor con più facilità, continuerebbero ad essere favorite, proprio grazie al loro appeal e alla loro capacità di sostenere salary cap molto onerosi, sforando la luxury tax, cosa che gli small market difficilmente si possono permettere.
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