Gallinari al centro dei nuovi Nuggets
Il contributo del Gallo sarà ancora più decisivo nella nuova versione di Denver
A Denver sembrava che finalmente coach Karl avesse trovato la quadratura del cerchio per il suo roster. I Nuggets hanno chiuso la regular season vincendo 40 delle ultime 50 gare (giusto dire che hanno avuto una seconda parte di calendario favorevole, bilanciata dalle 17 trasferte nelle prime 23 partite), selezionando bene i tiri - secondi NBA nell’Expected Field Goal Percentage, statistica che considera l’efficienza del tipo di conclusioni prese. La seconda piazza è dovuta in gran parte ai ben 3194 tiri nella restricted area, primi NBA con oltre 500 tentativi in più della seconda (Detroit)- e, complice l’arrivo di Iguodala, difendendo complessivamente meglio che in passato - undicesimi NBA per punti subiti ogni 100 possessi,( statistica che definisce meglio dei semplici punti subiti la capacità di una difesa, chi gioca a ritmo alto per forza di cose concede più tiri e quindi più punti nell’arco di una gara)un salto in avanti del ventesimo posto del 2011/2012-.
Nei playoff, con un uomo chiave come Gallinari fuori dai giochi, Denver è crollata sotto i colpi dello scatenato Stephen Curry e dei suoi Warriors, concedendo il 49% dal campo e subendo ben 9.8 triple segnate a gara - problema che era emerso anche in regular season, dove solo i Bobcats hanno subito più canestri da tre per gara e nessuno ha concesso più tentativi -.
Considerata la giovane età di molti elementi del roster, il progetto ‘nessuna superstar ma tanti giocatori di buon livello’ (a proposito del quale bisogna aggiungere che in molti lo ritenevano non fattibile per la mancanza di un leader a cui dare la palla nei momenti decisivi, ma in regular season i Nuggets hanno comunque registrato la terza miglior percentuale NBA di vittorie in gare con 4 punti o meno di scarto negli ultimi 4 minuti, dietro ai Miami Heat e ai San Antonio Spurs ) sembrava incanalato nella giusta direzione, ma evidentemente Kroenke non la pensava allo stesso modo stando alle partenze dei vari Ujiri, Karl, Koufos - molto apprezzato da Karl per l’intelligenza cestistica ed il posizionamento difensivo, assieme a Wilson Chandler è stato il migliore dei Nuggets nel plus minus con + 7.9 a gara. La sua partenza nasconde chiaramente il desiderio di lanciare Javale McGee come titolare del ruolo- Iguodala e Brewer.
A sostituire i partenti sono arrivati Randy Foye - emerso come gran tiratore da tre (specialmente dal centro e dal lato sinistro) nell’ultima stagione- , Nate Robinson - pagato 4.1 milioni per due anni, non male in paragone ad altri scorer simili che hanno firmato per altre squadre durante la offseason...- , due lunghi come J.J Hickson e Darrell Arthur ed il nuovo head coach, Brian Shaw, che da assistente si è formato alla corte di Jackson e Vogel.
Non è ancora chiaro il tipo di gioco con cui Shaw inizierà la sua avventura, ma il tipo di roster suggerisce che il ritmo sarà ancora alto. Con questo assetto è probabile che Danilo Gallinari - il cui infortunio sembra sia meno grave di quanto ipotizzato inizialmente - al rientro giocherà stabilmente da small forward, nonostante l’ottimo rendimento avuto dai Nuggets con lui da power forward - considerando le combinazioni con almeno 60 minuti di gioco, nelle prime tre per punti segnati ogni 100 possessi c’è Gallinari da 4, ed ognuno dei tre lineup ha preso più rimbalzi degli avversari. Il Gallo è presente in ognuna delle migliori 8 unit offensive usate da Karl, a testimoniare ulteriormente la sua importanza per la squadra -.
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Mappa di tiro di Danilo Gallinari
In attacco Denver dipenderà molto - troppo? - dalle sue iniziative e da quelle di Ty Lawson .
Tra gli esterni potrebbe emergere anche Jordan Hamilton - ‘vittima’ della tendenza di Karl a non contare troppo sui rookie-, esterno ex Texas con innegabili doti offensive e buona propensione a rimbalzo. Sempre tra i giovanissimi c’è il talentuoso Quincy Miller, - ala uscita dopo una sola stagione a Baylor -, atleta che al liceo - prima di infortunarsi gravemente ad un ginocchio e saltare in pratica tutta l’ultima stagione di high school - veniva paragonato addirittura a Kevin Durant grazie alla buona mano da fuori, la versatilità in attacco ed una struttura fisica simile.
I dubbi principali vengono dal settore lunghi, che non sembra ben assortito. La coppia Faried-McGee è garanzia di spettacolo, schiacciate e rimbalzi, ma difensivamente non sembra funzionare - nei 439 minuti in cui hanno giocato insieme Denver è peggiorata sia in attacco che in difesa, e lievemente anche a rimbalzo...Oltre a loro due, tra le coppie di giocatori utilizzate per più minuti l'unica con un net rating (punti segnati meno punti subiti ogni 100 possessi) negativo è quella composta da Lawson e lo stesso McGee. In generale è una costante della carriera di McGee che le sue squadre prendano più rimbalzi con lui in panchina, non esattamente quello che ci si aspetta da un centro con le sue doti fisiche. -. Nessuno dei due è affidabile contro il pick’n’roll, entrambi incorrono in errori di posizionamento , a cui spesso cercano di rimediare con recuperi frettolosi che finiscono per compromettere ulteriormente il reparto nella maggior parte delle occasioni. Tra i nuovi arrivi Arthur è certamente il più adatto a tenere botta nella sua metà campo, mentre Hickson garantisce sì un buon numero di rimbalzi, ma ha problemi simili ai due titolari - da qui i tanti condivisibili dubbi espressi da diversi addetti ai lavori al momento della firma dell’ex Portland -
Ad Indiana a coach Shaw è stato riconosciuto un ruolo importante nella crescita - anche e soprattutto difensiva- di George e Stephenson , a Denver avrà diversi giocatori a disposizione per confermare la sua attitudine nel lavorare con i giovani, solo che - a differenza di quanto succedeva ai Pacers- non avrà l’aiuto e l'esempio positivo di giocatori come Hill,West e Hibbert.
Il successo dei suoi nuovi Nuggets dipenderà specialmente dall’esito di questa particolare sfida....