Pagellone di mercato dei GM NBA: Southwest Division
A mercato ormai concluso valutiamo i GM delle squadre NBA. Chi ha operato meglio?
Il mercato NBA si è ormai concluso e quindi diamo i voti ai vari GM delle squadre. Qui analizziam la Southwest Division:
DALLAS MAVERICKS (Donnie Nelson): 6 iniziamo subito dicendo che non siamo assolutamente sicuri di quanta mano sua ci sia e quanta invece sia imposizione di Mark Cuban, ma Donnie Nelson, l’uomo che ha costruito il roster del titolo, inizia un mercato da 2 per poi riprendersi un po’ con firme interessanti e qualche scommessa. Si parte con ristoranti della città che offrono pollo fritto per Howard gratis per la vita se firma a Dallas, ma lui è ben consapevole di non avere chance ed esce prestissimo dalla contesa. Poi in una squadra da rifare da zero spara un contrattone indegno a José Calderon, sicuramente un buon playmaker ma considerata età ed attitudine fisica e difensiva ci pare una cifra spropositata offrire un garantito da 29 milioni per 4 anni. Da questo momento in poi illuminato sulla via di Damasco recupera il senno e costruisce con criterio. Giusti i 5 l’anno a Brandan Wright, cresciuto moltissimo nell’ultima stagione, così come piacciono le scelte al draft di Shane Larkin e soprattutto di Ricky Ledo, il soggetto misterioso di Providence che passerà direttamente dall’high school all’NBA. C’è sensazione di steal confermata anche dalle prime uscite positive in summer league ( e dal contratto quadriennale firmato molto velocemente). Piace Ellington a soli 2.6 milioni l’anno così come la scommessa Blair a 884.000 dollari. Il colpo poi è Monta Ellis. Il giocatore arriva a Dallas per soli 8 milioni a stagione e sicuramente garantirà una stagione da 20/25 punti a gara. Inutile il ritorno di Devin Harris se si è deciso di scommettere su Gal Mekel, ma in generale anche grazie ad un Dalembert costato poco la squadra piace abbastanza; forse non supererà il primo turno di playoff, ma invece di giocare a perdere Cuban spende e spande perché vuole sempre vincere. Non solo, ma anche per questo non si può che apprezzarlo
HOUSTON ROCKETS (Daryl Morey): 7,5 Morey non è più un GM. Il America, specie in Texas zona Houston, ormai è quasi una divinità. Il colpo Howard è quello che scuote la montagna dell’NBA e della quale tutta l’America ancora oggi parla. Basterebbe questo per dare un votone, ricordando che nessuna squadra era mai riuscita a strappare un all star ai Lakers che detenevano i diritti Bird. La soluzione Howard però non basta a garantirgli il 10 per l’ottimo lavoro svolto, perché si ferma a metà e la squadra resta incompleta: troviamo incomprensibile rifirmare Camby e Aaron Brooks, quando hai Howard e Asik nel ruolo di centro, nonché Lin e l’interessantissimo rookie Isaiah Canaan pescato dal draft come playmaker. A meno che Terrence Jones non esploda la squadra manca in maniera lampante di un 4 (che avrebbe potuto essere Josh Smith) e rischia di pagare questa situazione. Apprezziamo l’idea di lasciare grande fiducia in Jeremy Lin, che lo scorso anno nonostante qualche alto e basso ha dimostrato di poter essere un giocatore da 12 punti e 6 assist di media oltreché di dare il meglio nelle gare importanti. L’ossatura della squadra è intarsiata da un battaglione cosmico di tiratori e dal tuttofare Chandler Parsons. L’appeal che ha raggiunto Houston, la bravura del GM nel costruire senza mai distruggere non possono che dargli un voto alto, ma non ce la sentiamo ancora di alzare Houston al rango di contender, vuoi per la giovane età media, vuoi per la mancanza del 4, vuoi per il sistema McHale che non da garanzie difensive, ma si tratta semplicemente di una fase transitoria. Adesso resta al coaching staff trovare una situazione che permetta a tutti di rendere al meglio, ma senza nessuna questione di tifo possiamo dire con certezza che questa squadra intriga.
MEMPHIS GRIZZLIES (Chris Wallace): 7,5 poche mosse ma molto ben congeniate per dare alla squadra quel qualcosa in più che lo scorso anno non gli ha dato l’accesso alla finalissima NBA. Chris Wallace, che sembrava diretto ai Kings prima di decidere di restare, lavora molto bene e trova i giocatori giusti per puntellare il roster. Scambia Arthur con Koufos, trovando il centro di riserva di Marc Gasol e liberando lo spazio per Ed Davis acquisito da Toronto la scorsa deadline, rifirma un preziosissimo collante come Tony Allen per una cifra abbastanza bassa e trova anche il tiratore che cercava dall’arco in Mike Miller (a nemmeno un milione l’anno). In più al draft scommette sulla guardia Jamaal Franklin in attesa che Jerryd Bayless scada il prossimo anno. Il vero problema adesso è il contratto di scadenza di Zach Randolph (ha una player option ma non lascia garanzie), perché in caso di rinuncia da parte del giocatore il prossimo anno dovrà cercare un 4 molto forte con cui sostituirlo. Dovesse farcela Memphis sarebbe seriamente iscritta al rango di contender, anche se rimane qualche perplessità sulla dipartita del tecnico Lionel Hollins, scaricato in maniera davvero inadeguata e sostituito dall’assistente Dave Joerger. Wallace ad ogni modo si conferma un grande GM molto equilibrato ed estremamente abile anche a non perdere la bussola nonostante le imposizioni del patron Pera nell’abbattere i costi. I costi sono stati decurtati, ma la competitività è rimasta intatta (anzi)…
NEW ORLEANS PELICANS (Dell Demps): 5,5 voi paghereste 48 milioni ad un giocatore per farlo giocare fuori ruolo? Noi personalmente no, ma Dell Demps invece sì. Il mercato ruota intorno a Tyreke Evans e alla mega offerta che gli viene fatta. A nostro modo di vedere la cifra può assolutamente starci, ma il vero problema è che Evans non può giocare da ala piccola come invece vorrebbe fargli fare il Gm. A Sacramento ha palesemente dimostrato di non saper reggere lo spot di 3 e di rendere meglio da guardia, ma tant’è. Le mosse in generale, se si esclude l’acquisto di Jrue Holiday, non convincono. Il rinnovo di Aminu balla per troppo tempo e si giunge a firmare la qualifying offer come a dire non ho risolto il problema quindi lo rimando al prossimo anno. Non si capisce come fare a firmare Stiemsma a 2.676.000 $ dopo che il giocatore ha dimostrato di reggere poco il parquet a Minneapolis. Tra le altre cose perde sia Greivis Vasquez, sia Robin Lopez, scommettendo tutto su Anthony Davis centro. La scelta può starci, ma a condizione che si abbia un giocatore come cambio di un certo livello, Trovarsi a metà stagione con Davis maluguratamente infortunato e dover giocare con Stiemsma centro dopo gli investimenti fatti è abbastanza grottesca come situazione. In mezzo a questo pantano non riesce a liberarsi del contratto esagerato firmato da Eric Gordon. Insomma la situazione a New Orleans è piuttosto delicata e c’è la speranza che tutti restino sani (Gordon in primis) e che Evans sbocci anche da tre, ma fino a questo momento non assecondiamo le scelte.
SAN ANTONIO SPURS (R.C. Buford): 6 dopo parecchio tempo di luxury tax gli Spurs hanno deciso di assestarsi in una posizione di minore esborso economico e hanno tagliato un pochino il budget, ma il valore della squadra, che ha perso il titolo per non aver voluto abbassarsi al fallo sistematico, non ne è stato intaccato, anzi. L’innesto di Belinelli da una bocca di fuoco in più al roster della squadra e il rookie Livio Jean-Charles pare molto interessante. Il resto è la solita ossatura solidissima della squadra capitanata da Gregg Popovich. Se possiamo permetterci un appunto a R.C. Buford vorremmo sapere cosa gli è passato nella testa nel momento di offire quel contratto a Tiago Splitter, sicuramente ottimo uomo di rotazione, ma i cui 10 milioni del prossimo anno (come Duncan?) sembrano oggettivamente troppi.Per gli Spurs non è mai abbastanza imminente il tempo della ricostruzione del roster, come se la squadra restasse sempreverde negli anni. Ginobili si è dimezzato l’ingaggio ed è stato confermato, nonché Tony Parker che ha ancora due anni. E sono appunto i due ann che restano gli ultimi del magnifico trio, perché poi la ricostruzione sarà veramente obbligatoria. Per quanto concerne il mercato si registra l’innesto anche di Jeff Pendergraph, ottimo uomo di rotazione che darà fiato a Duncan. Comunque trattasi di manovre minori per una squadra già perfetta.
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