Sguardo al futuro tecnico-economico della Northwest Division

OKLAHOMA CITY THUNDER

GENERAL MANAGER:  Sam Presti
RECORD:  42-16
SALARY CAP ANNUALE:  67.552.872  $
SALARY CAP GARANTITO IL PROSSIMO ANNO:  53.147.948  $
TRADE EXCEPTIONS:  2.438.721 $
CHIAMATA AL DRAFT:   decima, 29esima e 31esima
COSA SERVE:  vincere l’agognato titolo per dimostrare tante cose, poi a campionato finito discutere un vantaggioso rinnovo con Kevin Martin

Sono in molti a sperare che i Thunder vincano il titolo: Durant perché si alzerebbe al livello dell’amico-rivale James oltre ad iscrivere il suo nome tra “coloro che contano”, Westbrook perché dimostrerebbe che aver più palloni dati dalla cessione di Harden ha portato dividendi, e sarebbe una lezione per tutta l’economia dell’NBA, che innalzerebbe il general manager Sam Presti (scuola Spurs non a caso) all’altezza dei più grandi dirigenti cestistici in circolazione, per la capacità di allestire ed edificare una squadra da titolo pur con un budget non da top team. Sì perché la prossima estate Oklahoma City si troverà addirittura sotto il salary cap, causa scadenza del pesante contratto di Martin che sarà rinnovato a cifre inferiori ai 12 milioni attuali e c’è da aspettarsi una trattativa meno burrascosa rispetto a quanto accaduto con James Harden. Harden appunto: la pietra dello scandalo e ciò di cui si è parlato in Oklahoma per mesi. Avrà fatto bene o male Presti a scambiarlo? Difficile dirlo, perché fino ad ora i Thunder non ne hanno risentito sul campo e fuori, ma resta il fatto che The Beard a Houston si è letteralmente issato come top player di livello mondiale trascinando per ora i Rockets alla post season con cifre da capogiro. Sarebbe stato meglio scambiare Westbrook e il suo contratto e prendere un play ragionatore tenedosi Harden? Anche su queste questioni una vittoria finale dei biancoblù porrebbe una definitiva pietra. Rimarrà sempre l’amaro in bocca ai Supersonics: se si fossero risolte questioni edilizie ben note ora questi giocatori vestirebbero di gialloverde e lustrerebbero i celebri tempi del trio Payton-Schrempf-Kemp.

PROPOSTA DI TRADE:

Oklahoma City ha nel centro l’unico vero punto debole, perché pur essendo un ottimo difensore in attacco è praticamente nullo. Però si potrebbe cercare di allettare gli Atlanta Hawks con un’offerta di trade interessante per Al Horford, centro e ala grande ideale per versatilità difensiva e offensiva. In cambio gli forniamo Perkins stesso, il tuttofare Nick Collison e il giovane Jeremy Lamb con cui possono ricostruire e aggiungiamo una scelta al primo giro con la quale potranno pescare un giocatore col contratto garantito.

POSSIBILI CHIAMATE AL DRAFT PER I THUNDER: Presti è un mago del draft e le semplici picks di Westbrook e Harden valgono il suo stipendio. Oltretutto riesce a confermare una chiamata al draft in lottery ossia la numero 10 ricevuta dai Raptors, con cui potrebbero prendere il centro Alex Len e sarebbe davvero un colpaccio. Con la 29 e la 31 (o solo la 31 qualora la trade venisse buona) bisogna cercare un cambio di Durant e un play ragionatore alla Maynor: C.J. Leslie di North Carolina State può essere una scommessa interessante, così come Nate Wolters, il play bianco che ricorda Jimmer Fredette pur non avendo le caratteristiche del cestista di Sacramento.


DENVER NUGGETS

GENERAL MANAGER:  Masai Ujiri
RECORD:  38-22
SALARY CAP ANNUALE:  63.970.222 $
SALARY CAP GARANTITO IL PROSSIMO ANNO:  56.824.598 $
TRADE EXCEPTIONS:  13.000.000 $
CHIAMATA AL DRAFT:   24esima e 49esima
COSA SERVE:  togliersi soddisfazioni in post season e scambiare doppioni per giocatori più funzionali la prossima estate.

Masai Ujiri, un uomo, un personaggio. Talmente meticoloso e preciso da stare anche 8 ore a discutere di una trade con i colleghi, ma effettivamente si può ben dire che il risultato è eccellente. I Nuggets quest’anno si stanno veramente imponendo se non come una contender almeno come squadra in grado di andare molto avanti in post season, grazie alla profondità e alla qualità della squadra, mantenuta ad un prezzo decisamente contenuto. Il nome del GM sale alla ribalta il giorno della trade Carmelo Anthony, quando piazzandolo con vari panchinari e il vecchio Billups riesce a portare a casa Wilson Chandler, Raymond Felton (alla migliore stagione in carriera), Danilo Gallinari e altri panchinari. Non contento trada Felton ai Trail Blazers in cambio del vecchio ma affidabilissimo Andre Miller e anche questa mossa si rivela giustissima. Al draft pesca Kenneth Faried da Morehead State, il più grande rimbalzista della storia del college con una chiamata relativamente bassa (qualcuno gli preferì Nolan Smith…) e il giocatore presto ribattezzato The Manimal esplode subito trasformandosi nel nuovo Dennis Rodman. Poi lo shock: Nene in cambio di McGee. Perché? Cosa? Esclamano esterrefatti i tifosi dei Nuggets e tutta l’NBA in generale; ma la scelta paga non solo economicamente, ma anche tecnicamente: il salary si abbassa di 10 milioni premettendo la firma di Chandler ed il rinnovo di Lawson e McGee squassa lo Staples Center in post season mentre il brasiliano arranca nei problemi fisici. Quest’estate il colpo di genio: Iguodala per Afflalo e l’infortunato mangiapalloni Harrington. Risultato? Record altissimo e probabile fattore campo favorevole in post season per i Nuggets, grazie all’esplosione di Gallinari, ai miglioramenti di Koufos sotto canestro e Lawson in cabina di regia. Mai come quest’anno la squadra di Denver può raggiungere vette di soddisfazioni mai esplorate…per tutto il resto c’è Masai.

PROPOSTA DI TRADE:

Vogliamo portare un sesto uomo a Denver di peso? Allora considerando che Wilson Chandler è chiuso dal Gallo, che Iguodala può fare l’ala piccola e che in rampa di lancio c’è Justin Hamilton, tradiamolo ai Kings in cambio di Marcus Thornton, tiratore mortale dall’arco, in grande crescita e ideale per il gioco da O.K. Corral che marchia le partite sulle montagne rocciose, che può uscire dalla panchina a portare fieno in cascina nei momenti di secca offensiva.

POSSIBILE CHIAMATA AL DRAFT DEI NUGGETS: prendiamo un centro con la numero 24 vista la scadenza di Timofey Mozgov e proviamo con l’atletico ed intimidatorio Rudy Gobert, una sorta di Javale McGee formato europeo. Con la 49 scommettiamo su un’ala grande: Patrick Young dei Florida Gators l’identikit possibile.


UTAH JAZZ

GENERAL MANAGER:  Dennis Lindsey
RECORD:  32-27
SALARY CAP ANNUALE:  66.770.390 $
SALARY CAP GARANTITO IL PROSSIMO ANNO:  24.449.456  $
TRADE EXCEPTIONS:  NO
CHIAMATA AL DRAFT:   18esima, 19esima, 48esima
COSA SERVE:  ricostruire stabilendo chiaramente se si vuole tenere Al Jefferson o Paul Millsap e a che cifra, pescare un playmaker al draft.

L’era Sloan è terminata da un po’, ma la ricostruzione che sta per giungere nello Utah metterà definitivamente una pietra sopra alla storia del grande coach. Colpa dei contratti in scadenza di tutti i big: Al Jefferson, Paul Millsap, Mo Williams, Marvin Williams (se non usasse la player option da 7.500.000 $), Raja Bell, Ra dy Foye, Earl Watson, Jamal Tinsley e DeMarre Carroll saranno unrestricted free agent e potranno accordarsi con le squadre che vorranno. Certo i Jazz confidano di conservare almeno uno dei lunghi e ribassare il contratto di Mo facendolo cambio-play, ma sé nel settore giocatori alti le spalle sono ben coperte da gente come Derrick Favors ed Enes Kanter (appena firmatario del proprio career high di punti e rimbalzi), meno rosea è la situazione che concerne il settore esterni, dove la mutilazione priverà la squadra di tutti i playmaker e lascerà solo Alec Burks e il butlerino Gordon Hayward. È d’uopo ovviamente sfruttare le chiamate relativamente alte al draft per pescare un buon playmaker su cui ricostruire. I Jazz negli anni hanno fatto grande fortuna anche con scelte piuttosto basse come quella  dello stesso Paul Millsap e quindi nulla vieta di poter pescare un grosso steal anche quest’anno. La grande massa di denaro utilizzabile in free agency sarà però compensata dallo scarso appeal che Salt Lake City ha nei confronti dei giocatori NBA, trattandosi di un luogo dalla movida piuttosto risicata, ma se il GM Dennis Lindsey vuole mostrare capacità l’ora è adesso: squadra con poco appeal, non con tantissimi soldi all’infuori del salary consentito e in ricostruzione…good luck!

PROPOSTA DI TRADE:

C’è poca roba da scambiare nel roster dei Jazz, ma Alec Burks potrebbe non trovare moltissimo spazio data la grossa fiducia che il coach ripone nel versatile Gordon Hayward, mentre potrebbe essere interessante l’acquisto di un playmaker di riserva come Luke Ridnour, realizzatore e con ottima visione di gioco a soli 4 milioni in scadenza, cosa che permetterebbe ai Jazz di lasciar scadere Mo Williams e ai Timberwolves di avere una guardia con potenziale ad un costo contenuto.

POSSIBILI SCELTE AL DRAFT PER I JAZZ: è da qui che passa molto del futuro dei Jazz. Le chiamate non sono da lottery, ma possono riservare delle sorprese se usate con la giusta valutazione. Trey Burke dei sorprendenti Michigan Wolverines deve essere la chiamata 18 e bisognerà trattare affinchè lo si trovi ancora disponibile, in quanto potrebbe essere l’uomo che ricorda un po’ Deron Williams. La 19 subito successiva invece va usata per trovare un’ala piccola poiché il solo Jeremy Evans non da garanzie , né lo steso Marvin Williams. Tentiamo la scommessa Tony Mitchell di North Texas, ala piccola e anche ala grande: ruolo NBA da decifrare, ma di potenziale piuttosto interessante.


PORTLAND TRAIL BLAZERS

GENERAL MANAGER:  Neil Olshey
RECORD:  27-31
SALARY CAP ANNUALE:  55.804.149 $
SALARY CAP GARANTITO IL PROSSIMO ANNO:  44.764.548 $
TRADE EXCEPTIONS:  NO
CHIAMATA AL DRAFT:   38esima e 47esima
COSA SERVE:  costruire una panchina accettabile in quanto Portland ha la peggiore del campionato in rapporto punti totali segnati. Trovare un centro al posto di Hickson sfruttando la free agency

Ci sono grosse opportunità per il GM Olshey nascoste nel prossimo mercato estivo. Intanto potrà sfruttare ben 14 milioni di spazio salariale per firmare un free agent nel ruolo di centro e restare comunque sotto il salary cap, poi dovrà trovare almeno un sesto uomo e due elementi utili in uscita da una panchina obiettivamente impresentabile per la categoria. Maynor, Babbit, Williams e Smith oltre al sopracitato Hickson scadranno e quindi si dovrà operare sui giocatori lasciati liberi dalle altre 29 squadre. Per la questione centro sembra inarrivabile Nikola Pekovic, per il quale Minnesota pareggerà qualsiasi offerta. Invece è decisamente possibile arrivare ad Al Jefferson, che costerà tanto, ma Portland è una delle squadre più ricche del campionato e non si farà scrupoli ad offrire quanto richiederà il giocatore. E poi occhio a Bynum qualora fosse sano e decidesse di non giocare neanche una partita a Philadelphia. Si partirà dal rookie of the year Lillard, dal miglior Aldridge di sempre e dal fantastico Nicolas Batum. Il resto è da valutare, ma se c’è un posto dove si può lavorare in serenità quello è Portland, finalmente liberata dalla maledizione infortuni che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni della franchigia. Peccato per la mancanza di una chiamata in lottery, sarebbe stata davvero utile.

PROPOSTA DI TRADE:

Aggiustiamo un pezzo di roster facendo piazza pulita di giocatori che hanno deluso per vari motivi e li diamo ai Pistons in cambio di Jonas Jerebko, ala di grande versatilità capace di aprire il campo per le penetrazioni di Lillard. Scarichiamo Jared Jeffries, Victor Claver e Ronnie Price, aggiungendo una scelta al secondo giro per il draft dell’anno seguente.

POSSIBILI CHIAMATE AL DRAFT PER I TRAIL BLAZERS: le chiamate sono basse, ma trovare di meglio di quanto fatto vedere dalla panchina risulta molto semplice. Dobbiamo cercare due realizzatori capaci di dare punti in diverse maniere. Michael Snaer, la shooting guard dei Florida State Seminoles sembra avere le caratteristiche necessarie (viaggiava a 18 punti di media nel 2012). Si devono valutare in seguito con la numero 47 giocatori come Carrick Felix e Brandon Paul, che per far meglio di Will Barton non dovrebbero neppure impegnarsi troppo.


MINNESOTA TIMBERWOLVES

GENERAL MANAGER:  David Kahn
RECORD:  20-36
SALARY CAP ANNUALE:  60.370.246 $
SALARY CAP GARANTITO IL PROSSIMO ANNO:  48.854.364 $
TRADE EXCEPTIONS:  NO
CHIAMATA AL DRAFT:   ottava, 26esima, 59esima
COSA SERVE:  pareggiare ogni offerta per Pekovic e confidare in una sorte migliore

Era accreditata da tutti come la stagione del risveglio, quella in cui i Timberwolves sarebbero dovuti tornare ai playoff godendosi finalmente i frutti della faticosissima ricostruzione post-Garnett, ma la sorte ha mutato le aspettative causa la sconfinata serie di infortuni che si è abbattuta su Minneapolis, iniziata un anno fa con Rubio e non ancora finita. Non c’è un solo giocatore del roster che sia riuscito a passare l’annata indenne e questo ha rallentato un’alchimia di squadra che pareva essersi creata un po’ per volta…pazienza. Tuttavia poter chiamare in lottery anche il prossimo anno potrebbe non essere un male col materiale a disposizione e con l’esigenza di una guardia al posto del povero Brandon Roy, che doveva essere colui che avrebe dato il quid in più, ma ha litigato per l’ennesima volta nella sua carriera con l’artrosi. Il draft appunto assume un fondamentale contorno per la prossima stagione, perché accreditati per ora dell’ottava chiamata nulla vieta che i Timberwolves possano salire ancora e arrivare a chiamare ulteriormente più in alto. Tutto questo diventa utile a patto che non si ripetano i disastri degli ultimi anni al draft, dove a parte Love e Rubio (tanta roba ma non può bastare) il resto è da bollino rosso. Il salary scenderà di 10 milioni sotto la luxury, ma il contratto nuovo di Pekovic (che sarà rinnovato anche al massimo salariale) e il rinnovo di Budinger porteranno la somma alla più alta dai tempi di KG, quindi pescare una grande guardia al draft diventa un dovere oltre che un bisogno data l’impossibilità ad operare sul mercato; mercato che in ogni caso non andrebbe esplorato, perché i T-Wolves hanno solo bisogno di una guardia titolare e uno specialista da tre punti. Salvo infortuni il prossimo anno sarà il loro.

PROPOSTA DI TRADE:

Quest’anno spesso Minnesota ha avuto grossi problemi in attacco in varie fasi della partita, sperperando spesso vantaggi in doppia cifra e buttando all’aria match vinti. Ora inserire un giocatore specializzato a segnare quando conta può essere la soluzione, che risolve anche il problema del tiro da 3 punti, pratica nel quale i T-Wolves sono la peggior squadra del campionato. Quindi prendiamo Al Harrington e Doron Lamb, una guardia da far crescere, in cambio offriamo 3 contratti annuali: Ridnour permette di non rinnovare Udrih e costa la metà, Stiemsma da minuti a Vucevic e Malcolm Lee può giocare magari qualche minuto in più.

POSSIBILE CHIAMATA AL DRAFT DEI TIMBERWOLVES: Wesley Johnson, Jonny Flynn e altre sciagure hanno macchiato la reputazione del GM David Kahn, che aveva anche pescato O.J. Mayo prima che il saggio McHale lo scambiasse con Love. La chiamata in lottery va su una guardia e si prende la migliore disponibile: Ben McLemore è l’ideale, ma deve essere più alta la scelta, sennò Shabazz Muhammad sarebbe l’uomo giusto potendo giocare da 2 e da 3, ma attenzione all’outsider Victor Oladipo, dato in grandissima ascesa nelle posizioni del draft, che potrebbe sorprendere. La 26 va su un centro: Jeff Whitey dei Kansas Jayhawks dovrebbe essere capace di stare in campo più minuti di Stiemsma. La numero 59 infine è la scommessa: il lunatico Ryan Kelly di Duke potrebbe avere le caratteristiche dello steal se inquadrato nella giusta maniera.