Rockets con Harden e Lin, ma se non si corre?
Analisi sul gioco e sui limiti degli Houston Rockets
I Rockets sono una squadra che nel 2012 è stata costruita facendo ampio uso delle statistiche come guida nelle scelte manageriali. Statistiche che ovviamente non si trovano nel referto di una partita e nemmeno nel boxscore. Numeri che sono frutto di approfonditi studi di determinate situazioni di gioco prese singolarmente e analizzate con estrema attenzione a tutti i dettagli. Innanzitutto, complimenti per avere il coraggio di fare una scelta che se anche non pagasse nell'immediato, sicuramente ha ottime prospettive.
Premesso tutto questo, ci sono partite in cui si ha l'impressione che quelle statistiche non garantiscano la costruzione di una macchina infallibile, anzi. Il dubbio scaturisce quando le partite dei Rockets non vanno ai ritmi cui si trovano meglio, ma sono gli avversari, tendenzialmente in casa, ad imporre il trend della partita. Nei fatti, quando si giocano partite "agli 80/90". Quelle che Houston non vince quasi mai. I Rockets procedono con un ottimo passo in casa, cioè quando hanno in mano le redini del gioco e possono elevarlo ad una velocità in cui molte squadre si perdono. Il problema è portare a casa quelle partite lontano da casa (record 7-14, perdendo tutte le ultime cinque) in cui i ritmi sono ovviamente inferiori, contesto in cui emergono i limiti della squadra. In trasferta infatti hanno perso quasi tutte le partite, teoricamente alla portata, con avversarie come Minnesota, New Orleans, Indiana, Utah, Memphis, Denver e Portland. Tutt'altro che pessime squadre, ma scontri persi sistematicamente, per l'evidente inattitudine ad affrontare questo tipo di partite.
Ma perchè il ritmo della partita incide così tanto sul suo esito? Principalmente il motivo è la coesistenza di Jeremy Lin e James Harden. Coppia di eccezionali attaccanti che deve trascinare una franchigia, come Durant e Westbrook, o Lebron e Wade, con le dovute proporzioni, sia per i giocatori, sia per il contesto. Il problema di Lin e Harden è che, a differenza delle coppie sopra citate, solo uno dei due sa giocare lontano dalla palla, il "Barba". Enorme limite, perchè l'ex Thunder è il principale realizzatore e giocatore di maggior talento della squadra di McHale, e quindi allontanarlo troppo dalla palla sarebbe chiaramente controproducente, anche per il suo modo di giocare e cavare oro da situazioni apparentemente statiche. Harden a tratti durante le partite si "defila" dalle luci dei riflettori e, a fari spenti, si trasforma in giocatore perimetrale (il tutto fa parte della meravigliosa gestione delle energie da parte del californiano). Devastante anche in questa versione, ma sicuramente sprecato se utilizzato da tiratore soltanto. E Lin? Il taiwanese da Harvard non è assolutamente un giocatore incisivo lontano dalla palla, sia per un tiro da fuori non così affidabile (28% dall'arco), sia per una capacità di lettura della difesa non entusiasmante senza palla in mano.
L'unica possibilità di Houston è quella di correre e non smettere mai nei 48 minuti. Correre, correre, correre. In situazioni di contropiede, transizione o semplicemente possessi da 10 secondi, Houston è un'avversaria molto complicata da battere, perchè in questo contesto il binomio Lin-Harden può funzionare, riducendo al minimo la staticità dei possessi. "Run and gun", dicono oltreoceano: "corri e spara".
Complicato, però, che in trasferta e soprattutto nei playoff i Rockets riescano continuativamente ad andare ai loro ritmi. Perchè nessuno vuole giocarci: forse solo gli Spurs hanno possbilità contro Houston con punteggi oltre i 100.
Ecco quindi perchè la squadra di McHale, tanto divertente da vedere, sia difficile da inquadrare a livelli competitivi nella post-season. In questo senso vien da pensare: ha senso considerare così tanto analisi statistiche, se pongono ad una squadra il limite di non essere assolutamente competitiva a bassi punteggi, cioè in situazione-tipo di gara playoff? Magari McHale sarà talmente bravo da migliorare quest'aspetto, ma non si parla di schemi, giochi offensivi o rotazioni. Si parla di caratteristiche dei giocatori. Quelle caratteristiche che variano da situazione a situazione, da quintetto a quintetto, da squadra a squadra. Tenendo conto di ciò, come dei numeri, per quanto dettagliati, possono inquadrare giocatori come Jeremy Lin, inaspettato boom della scorsa stagione a New York (in un gioco completamente diverso), e James Harden, da sesto uomo nella squadra di KD e Westbrook a trascinatore di Houston?