Eric Bledsoe, un play... fuori dai giochi?
Come si sviluppa il gioco d'attacco di Eric Bledsoe. Giocatore dei Los Angeles Clippers
Nella NBA moderna i due giochi d’attacco predominanti sono il pick’n’roll – che ha comunque infinite varianti- e l’isolamento – spesso per sfruttare un accoppiamento difensivo favorevole o semplicemente per lasciare l’uno contro uno alla superstar di turno-; la logica conseguenza è che i vari prospetti NBA, per migliorare le proprie quotazioni agli occhi degli scout, cercano di incastrare il loro talento all’interno di queste due situazioni tattiche, spesso concentrandosi su un aspetto in particolare – il lungo che tira da fuori dopo il blocco, la guardia pronta a tirare sul ribaltamento, eccetera…- . Per questo motivo è sempre più raro trovare atleti ‘particolari’, che interpretano il gioco in maniera originale, fuori dai canoni attuali; il giocatore di cui parliamo oggi è uno di quelli:
Eric Bledsoe, playmaker al terzo anno nei Clippers, oltre ad avere un gioco particolare, ha anche scelto un percorso fuori dai canoni per arrivare in NBA: considerato inferiore al solo John Wall tra i play della classe liceale del 2009, e con le università di mezza America disposte a dargli le chiavi della squadra, ha scelto comunque di andare a Kentucky assieme al futuro play dei Wizards. John Calipari lo ha schierato in quintetto da guardia tiratrice - non certo il suo ruolo in prospettiva NBA-, ottenendo dal ragazzo dell’Alabama 11.3 punti( 51% da 2, 38% da 3), 3.1 rimbalzi, 2.9 assist, 1.4 recuperi e 3 perse di media in trenta minuti. L’opinione generale a quel punto era che, con Wall diretto in NBA, Bledsoe sarebbe stato il play titolare della stagione successiva….L’unico a non pensarla così era però il diretto interessato, che si dichiaro eleggibile per il draft del 2010 e venne preso dai Clippers con il numero 18(scambiato dai Thunder per una prima scelta futura. Eh si, pure Sam Presti ha il suo scheletro nell’armadio…). Il suo gioco non ha nulla di convenzionale, è capace di gesti atletici spaventosi , sempre al limite della palla persa, però ha istinti e momenti da campione vero. Forse i Clippers, nonostante la presenza di Chris Paul come mentore, non sono la squadra giusta per massimizzare il suo notevole potenziale; Del Negro sembra fidarsi molto poco di lui, criticatissimo per il suo scarso utilizzo nella scorsa serie di playoff persa contro Memphis, nella quale Bledsoe si rivelò al grande pubblico. Inoltre in estate i Clips hanno anche preso diversi veterani nel back court, nonostante la crescita di Eric e il previsto rientro di Chauncey Billups.
Tutti ostacoli che non hanno impedito a Bledsoe di mostrare i suoi continui miglioramenti su entrambe le metà campo; in attacco le cifre parlano di 9.9 punti( 49% dal campo, 35% da tre) in 18 minuti conditi da 3 assist e 1.6 recuperi a fronte di 1.7 palle perse. Più efficace che in passato nel penetra e scarica classico – mostrando grande intesa con Jamal Crawford-, in queste prime ventuno partite ha mostrato un miglior equilibrio tra passaggio e iniziative personali….In difesa ci sono partite in cui sembra avere la calamita nelle mani, si butta – e ne esce spesso vincente- su tutte la palle vacanti – aiutato anche da braccia lunghe rispetto alla sua altezza- mostrando una fisicità e una intensità che ricordano il Nate Robinson di inizio carriera. Sembra pronto per una chance da playmaker titolare, cosa che difficilmente si verificherà a breve nella seconda (per ora…) squadra di L.A. Se mantiene questa attitudine quasi rabbiosa quando è sul parquet, nemmeno Del Negro riuscirà a evitare la sua ascesa…al massimo potrà ritardarla di qualche stagione.