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NBA 03/02/2012, 10.43

NBA, la rivoluzione

C'è sempre un fatto scatenante in una rivoluzione, talvolta è premeditato, talvolta è del tutto casuale

NBA

C'è sempre un fatto scatenante in una rivoluzione, talvolta è premeditato, talvolta è del tutto casuale. In questo caso, la rivoluzione che sta silenziosamente prendendo piede nella NBA è stata scatenata da un Lockout premeditato e da un campionato cinese che ha deciso, casualmente, di accollarsi i giocatori, per così dire, antirivoluzionari. 

La rivoluzione NBA 2012: potere al ceto medio, via le nobili superstar, possiamo farcela anche senza di loro. E poi attacchi equilibrati, difese arcigne, suddivisione democratica del merito e tante W. Il sogno di ogni allenatore. Soprattutto di George Karl e Doug Collins che, uno per costa, stanno portando avanti la bandiera della democrazia di squadra. Si perchè i Denver Nuggets e i Philadelphia 76ers non sono strutturate come le vostre normali franchige NBA occupanti i piani altissimi delle rispettive conference, eppure i loro record parlano chiaro. 

Ieri notte quelli della città dell'amore fraterno hanno strapazzato anche i Bulls e sono saldamente secondi ad est, con una striscia aperta di 4 vittorie. Statistiche avanzate ci aiuterebbero, ma basta dare un'occhiata ai tabellini per capire come 7 uomini in doppia cifra di media (se contiamo anche Evan Turner con 9.8 punti per gara) ed il tuo miglior marcatore, Lou Williams, che non equivale al tuo miglior giocatore, indiscutibilmente 'Dre Iguodala, siano la formula giusta di un attacco equilibrato che fa contenti tutti. Soprattutto quelli che poi in difesa ci danno di brutto, sentendosi ripagati nell'altra metà campo. Sembra tutto elementare: faccio toccare la palla a più giocatori possibile, così questi sono felici e mi difendono alla morte. Giusto? Sbagliato. Nella NBA non si vince senza superstar. Se poi diamo un'occhiata a ricette recenti si nota che si necessita di minimo due di questi esemplari per un anello. 

E allora Philly uscirà al primo turno? 
E' possibile, ma ad oggi, in singola serata, hanno dimostrato di potersela giocare con tutti. Anche senza superstar.

Diverso, e per certi versi più divertente, il discorso sui Nuggets.. George Karl lo ha dichiarato apertamente: "Non c'è bisogno di una superstar per vincere un titolo!" e lo ha fatto pochi giorni prima del natale che ha dato via alla stagione, segno che un concetto democatico di squadra lo aveva gia in testa. Anche perchè alcuni giocatori, che per ego e caratteristiche tecniche, di democratico avevano ben poco (vedi Smith J.R. e sorella, Martin Kenyon e Chandler Wilson) sono rimasti bloccati in terra cinese, togliendo lo staff dei Nuggets dall'impiccio della strategia da utilizzare. Anche in questo caso un piano offensivo strutturato  bene che pertmette a ben 6 uomini di andare in doppia cifra, ma che soprattutto mette a referto 105.4 punti a serata, l'attacco più prolifico della lega. Di nuovo, più tiri per tutti si traduce in una difesa più sicura e concentrata. Ad ovest la corsa è un po' più difficile, ma a differenza dei Sixers, i Nuggets sembrano maggiormente pronti e non ci sorprenderemmo se facessero strada anche in tarda primavera.
Chissà se un concetto di squadra di questo tipo darà davvero dei frutti in termini di titolo, magari fra qualche anno. Ad oggi dobbiamo rassegnarci, l'MVP delle finali 2012 sarà una superstar (e non è impossibile immaginare chi).
Ma almeno la rivoluzione è inziata.

Poche precisazioni: per superstar intendiamo, un giocatore da 25-30 punti per gara (o i classici 22+10) e soprattutto un contratto da PIL del paese africano a vostra scelta.
Sia Gallinari, che Iguadola possono essere tecnicamente considerati dei giocatori franchigia, ma non delle superstars.
In effetti qualcuno che ha vinto un anello senza superstar c'è: i Detroit Pistons 2004. Ma con 'Sheed era tutta un'altra storia. 

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 9 Commenti
  • fede85usa 04/02/2012, 00.45

    La realtà è che Gallinari è considerato quasi il giocatore di riferimento della squadra. E certo che Karl dice che con Lawson la squadra è un'altra, è il solo playmaker (poin guard suona meglio) che ti da quella velocità in penetrazione che nessun'altro dispone in roster e spacca le difese. Gallo prende i Kobe i Melo (quindi ancora mi chiedo del perche è stato ricoperto di verdoni Afflalo che reputo buono in difesa ma non una "quasi superstar" e neanche un Bruce Bowen per come è stato rinnovato). Credo fermamente che Karl abbia in mano la squadra perfetta per il suo gioco, lunghi veloci e panchina di qualità, ma se seguite i Nuggets, noterete che Gallo è di fatto "l'altro" playmaker in campo. Guida spesso la transizione ed ha partite da 4-5 assist. Carica gli avversari di falli, prende rimbalzi...io tutte queste cose nn le vedo fare al resto dei compagni. Poi sia chiaro, non è Lebron, non è Kobe, non è Wade, ma nella squadra se cè un uomo che da un minimo di riferimento questo per me è lui.

  • robywwe 03/02/2012, 19.44

    io non sono assolutamente contento di questa rivoluzione anche se 76ers e nuggets sono piacevoli da vedere.. io resto un conservatore, vedo troppi minuti dalle panchine in questi ultimi 2 anni e rivorrei una stella per ogni franchigia.... voglio gente da 40-50 punti in una partita e i compagni di squadra con solo qualche tiro preso, per me è questa la nba altrimenti diventa una specie di eurolega con più talento

  • lontano 03/02/2012, 18.05

    bell'articolo. forse questi di commento potreste metterli in evidenza in modo diverso graficamente. sono molto interessanti...

  • Melo94 03/02/2012, 17.23

    Si infatti l'articolo è bello ed interessante e si concentrava su un altro discorso. Però non capisco perchè quando si parla di Denver si deve sempre parlare di Gallinari in primis... E' italiano e fà molto piacere certo, ma è così solo da questa parte dell'oceano. Tutto qui. Poi vorrei dirti che a me non fà molto dispiacere veder i Nugs lì visto che è, dopo NY e OKC, è la franchigia che mi è più simpatica.

  • Melo94 03/02/2012, 12.47

    Bell'articolo anche se il finale lo potevi risparmiare... Gallinari uomo franchigia piacerebbe a molti, ma purtroppo ci si deve rassegnare che il giocatore franchigia in quel di Denver non esiste e se anche esistesse, il suo nome non sarebbe certamente Danilo, ma forsè Ty o Nenè. Certo la considerazione del Gallo è parecchio salita in NBA, ma non ci vuole un genio per capire che dall'altra parte dell'oceano considerano Ty Lawson il leader della squadra, basti vedere le dichiarazioni di Karl: "senza Lawson siamo un' altra squadra". Oppure si potrebbe dare un'occhiata a la top 10 per la corsa al MVP: per due settimane di fila, all'ottavo posto troviamo un certo Lawson, Ty. Se vogliamo farci dei film ok, ma la realtà è davvero un'altra.

  • paxer Account Verificato 03/02/2012, 12.27

    come non essere d'accordo. Nuggets e Sixers stanno veramente incantando, giocano una pallacanestro veloce ed efficace, senza avere una vera superstar.

  • kenco13868 03/02/2012, 11.59

    gran bell'articolo, complimenti!

  • Greenie 03/02/2012, 11.58

    Parlare di rivoluzioni a febbraio mi sembra a dir poco prematuro, specialmente per come è strutturata la NBA quest'anno.

  • ahzzrd11 03/02/2012, 10.48

    e billups aggiungerei...