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NBA 21/08/2018, 12.31 Rumors

Kevin Love: 'Problemi come la depressione e gli attacchi d'ansia non dovrebbero essere un taboo'

In una intervista con ESPN Love ha parlato delle sue difficoltà

NBA

Kevin Love, stella dei Cleveland Cavaliers, è stato uno dei primi giocatori NBA ad aprirsi e parlare delle sue difficoltà. Il giocatore, infatti, soffre di attacchi d'ansia e da diversi mesi vede un terapeuta che lo aiuta a gestire questo problema. Negli ultimi tempi il tema della salute mentale in NBA sta diventando sempre più centrale, con diversi giocatori che hanno deciso di uscire 'allo scoperto' e hanno parlato apertamente delle loro difficoltà legate a depressione e altri disturbi mentali.

 

"Questi problemi non dovrebbero essere un taboo," ha dichiarato Love in un'intervista ad ESPN. "Ma purtroppo nel nostro mondo lo sono ancora. Penso a mio padre (ex giocatore, ndr), nella sua generazione nessuno parlava di quelle difficoltà."

 

Love è tornato sull'attacco di panico che lo ha colpito durante la gara contro gli Atlanta Hawks della scorsa stagione. Una situazione che, inizialmente, aveva creato confusione anche tra i suoi compagni di squadra, che pensavano che Love avesse 'finto' un infortunio e abbandonato la squadra nel momento del bisogno: "Era come se il cuore cercasse di uscirmi dal petto, non riuscivo a respirare e i miei polmoni sembravano non riuscire a trovare aria da nessuna parte. E' stato un momento terrificante, ho avuto paura che mi stesse venendo un infarto. Ho avuto moltissima paura, pensavo di morire."

 

Dopo essersi aggirato negli spogliatoi in preda al panico, Love, alla fine, cadde sul pavimento e venne ritrovato dal trainer della squadra, che lo stava cercando dappertutto: "Lui cercava di calmarmi ma non riusciva a capire che cosa avessi che non andava, mi diceva 'come posso aiutarti?'

 

John Lucas, assistant coach dei Rockets ed ex giocatore NBA, adesso gestisce un programma dell'associazione giocatori NBA per aiutare i giocatori che soffrono di questo tipo di disturbi. In passato Lucas ha avuto problemi relativi all'abuso di alcool e le sue parole ad ESPN fanno riflettere: "Più del 40% dei giocatori NBA soffrono di disturbi legati alla salute mentale ma solo il 5% di loro cerca un aiuto terapeutico a questi problemi. All'interno della nostra lega c'è un'epidemia, parlo di problemi che vanno da disturbi dell'attenzione alla sindrome bipolare, dall'ansia alla depressione"

 

Un coach di una squadra di Eastern Conference ha dichiarato ad ESPN: 'Nella mia squadra ci sono tre giocatori con questo tipo di problemi, due di loro stanno ricevendo un aiuto terapeutico. Alcuni giorni stanno bene, in altri decisamente no. Io cerco di essere molto comprensivo con loro, ma non sono un dottore o uno psicologo e in alcuni momenti mi viene richiesto di esserlo"

© Riproduzione riservata
O. Cauchi

O. Cauchi

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 20 Commenti
  • Latrinlover 27/08/2018, 15.05

    Da persona coinvolta nel problema, massimo sostegno sulla questione.
    Però diciamola tutta: come le franchigie hanno diritto di schifare un giocatore se è marcio fisicamente, allo stesso modo lo hanno per uno con problemi di testa.
    Visto che i secondi si possono parzialmente nascondere, almeno fino a conclamati cali prestazionali, tenerli nascosti ha fatto (e fa) comodo agli stessi giocatori in sede contrattuale.

  • forzavaresesempre 22/08/2018, 00.17 Mobile
    Citazione ( RedDragon 21/08/2018 @ 17:39 )

    anche io: questa scusa non vale!

    È il correttore automatico però ricordo una canzone di forse Rino Gaetano "Ho soffrito per te" quindi.....

  • forzavaresesempre 22/08/2018, 00.13 Mobile

    Tranquillo non sei l unico ed è la malattia del secolo

  • Fenixwing 21/08/2018, 21.22
    Citazione ( Ste1990 21/08/2018 @ 20:06 )

    Non è proprio così, per me ti perdi un pezzo fondamentale. Se hai un problema ad una caviglia mai nella vita quel problema potrà trasformarsi nella tua forza, ma se hai gli attacchi di panico e riesci a stare nella NBA la squadra che ti prende pu ...

    Sì e...no.
    Purtroppo avevo risposto al quote precedente ma la connessione internet è ancora un po' scossa da stanotte (ahah) e quindi il post è andato perduto, ma toccavo anche questo punto.

    Quando dicevo che avevo il forte sospetto di chi fosse il coach è perchè pensavo a Rodney Hood che ha dei problemi di gestione dell'ansia tremendi; e partivo proprio da quella dichiarazione, e dal punto in cui dice "io non sono un medico o uno psicologo ma mi trovo a dover avere quel ruolo"; un allenatore non dovrebbe avere quel ruolo, non in quei casi complessi almeno, perchè non è competente per farlo e rischia davvero di trovarsi nella situazione del trainer di Kevin in cui puoi solo chiedere "come posso aiutarti?" senza però avere una reale risposta, se non nell'immediato.
    Conosco personalmente e ho avuto modo di lavorare con coach che sono dei fenomeni di psicologia, ma qui credo si vada oltre la competenza propria di un allenatore, per il bene del giocatore.

    L'analogia con la caviglia di Steph era per sottolineare che i problemi cronici vengono considerati nel computo dell'affidabilità del giocatore: un giocatore che rischia di fermarsi per alcune partite per attacchi di panico, come Kevin, come Rodney, come tantissimi altri secondo quel che dice JLIII è potenzialmente di meno valore dello stesso identico giocatore "integro" [fra virgolette per ovvi motivi] perchè è probabile che giochi un numero minore di partite, o comunque un numero di partite sotto il suo reale valore. Lo dice l'anonimo coach, ci sono giorni che va bene, ci sono giorni che va così male che non puoi farci granché.
    Per riprendere il tuo di discorso, ritorno a Rodney: io lo adoro, ma non sono minimamente sicura con i problemi che ha che possa restare in NBA. E le franchigie temo lo sappiano, perchè non è un caso che sia ancora free agent.
    E se lo tengono nascosto temo lo sappiano anche i giocatori, ed è per questo che dovrebbero fare una statua a Kevin.

    Ora, il passo successivo del discorso non è "allora li trattiamo come giocatori di serie B", perchè sempre per la dichiarazione di JLIII allora quasi metà della lega è di serie B; visto che c'è questo problema, ed è abbastanza palese, come faceva notare Badboys73 e chiedeva spider, che l'ambiente sia un fattore e che la pressione di essere un giocatore NBA sia un fattore che influisce su queste problematiche, sarebbe opportuno forse dotare le franchigie di figure che siano in grado in collaborazione con gli allenatori, i medici e gli specialisti che seguono i giocatori di creare il miglior ambiente possibile per loro, così come si incaricano fior di trainer e fisioterapisti per risolvere i problemi di affaticamento muscolare.
    Proprio perchè, come dici tu, non deve essere una debolezza, ma qualcosa che merita investimento e tempo perchè può essere la forza di un giocatore.

  • Ste1990 21/08/2018, 20.06
    Citazione ( Fenixwing 21/08/2018 @ 15:44 )

    La domanda cinica che mi faccio, e mi piange il cuore farla perchè so bene di cosa stia parlando Kevin Love, è se questo tipo di condizioni sia da considerare, per le implicazioni, come un analogo injury prone, come le caviglie di Curry o la fascit ...

    Non è proprio così, per me ti perdi un pezzo fondamentale.
    Se hai un problema ad una caviglia mai nella vita quel problema potrà trasformarsi nella tua forza, ma se hai gli attacchi di panico e riesci a stare nella NBA la squadra che ti prende può tranquillamente pensare che investendo su di te tempo e adeguati mezzi riesce a far sbocciare un talento rimasto nascosto.
    Dal punto di vista del rapporto con la squadra la cosa non ha solo lati negativi,anzi..
    Il vero problema nasce dal rapporto con altri giocatori, perchè uno famoso, Draymond Green mi pare, dichiarò che bello e utile parlarne, ma poi sul campo tutti gli avversari cercheranno di sfruttare questa tua "debolezza".


    Oh e notare che debolezza l'ho messo tra apici.

  • spider 21/08/2018, 18.04
    Citazione ( Badboys73 21/08/2018 @ 16:22 )

    Be, calma, I motivi ci sono, gli atleti sono all'apice della piramide sociale, idolatrati e coperti di soldi, il tutto per le loro capacità; quindi pressioni mentali altissime, ansia da prestazione e chi ne ha ne metta. Qualche motivo c'è dunque. B ...

    Post molto interessante: mi piacerebbe capire se questi attacchi di panico si manifestano indipendentemente dalla situazione ambientale o se ne sono influenzati e determinati. Mi spiego: Love avrebbe avuto la stessa patologia se fosse stato un lavoratore qualsiasi? E' come prendersi una malattia fisica, causa magari ereditarietà o genetica?

  • RedDragon 21/08/2018, 17.39
    Citazione ( Varesino1990 21/08/2018 @ 16:23 )

    Sono laureato in ingegneria, l’italiano non mi serve ;)

    anche io: questa scusa non vale!

  • Varesino1990 21/08/2018, 16.23 Mobile
    Citazione ( RedDragon 21/08/2018 @ 15:46 )

    ok, ma soffrito non si può leggere

    Sono laureato in ingegneria, l’italiano non mi serve ;)

  • Badboys73 21/08/2018, 16.22 Mobile
    Citazione ( Fenixwing 21/08/2018 @ 15:44 )

    La domanda cinica che mi faccio, e mi piange il cuore farla perchè so bene di cosa stia parlando Kevin Love, è se questo tipo di condizioni sia da considerare, per le implicazioni, come un analogo injury prone, come le caviglie di Curry o la fascit ...

    Be, calma, I motivi ci sono, gli atleti sono all'apice della piramide sociale, idolatrati e coperti di soldi, il tutto per le loro capacità; quindi pressioni mentali altissime, ansia da prestazione e chi ne ha ne metta. Qualche motivo c'è dunque. Bene è comunque che se ne parli, in questa società sempre più competitiva ed egotica

  • RedDragon 21/08/2018, 16.15
    Citazione ( Badboys73 21/08/2018 @ 16:14 )

    Era poetico ; ho soffritto le ansie con un goccio di saudade ed un po' di soul

    eh, infatti, magari stava preparando un sugo

  • Badboys73 21/08/2018, 16.14 Mobile
    Citazione ( RedDragon 21/08/2018 @ 15:46 )

    ok, ma soffrito non si può leggere

    Era poetico ; ho soffritto le ansie con un goccio di saudade ed un po' di soul

  • RedDragon 21/08/2018, 15.46
    Citazione ( Varesino1990 21/08/2018 @ 13:16 )

    Ai tempi dell’ultimo esame universitario ho soffrito di disturbi dovuti a stati di ansia e conseguenti attacchi. Sono difficili da spiegare a chi, fortunatamente, non ne è soggetto. L’aiuto psicologico purtroppo ha tempistiche differenti a se ...

    ok, ma soffrito non si può leggere

  • Fenixwing 21/08/2018, 15.44

    La domanda cinica che mi faccio, e mi piange il cuore farla perchè so bene di cosa stia parlando Kevin Love, è se questo tipo di condizioni sia da considerare, per le implicazioni, come un analogo injury prone, come le caviglie di Curry o la fascite plantare di un lungo.

    Ma probabilmente è anche a questo che servono le parole di JLIII (suppongo sia lui?) e Love: più il problema viene allo scoperto, meno è possibile discriminare in qualche modo i giocatori che ne soffrono, perchè non è un caso singolo su cui rischiare..letteralmente ogni mezzo roster NBA ha individui a rischio per questo tipo di patologie.
    In ogni caso, grazie Kevin.

    Io ho il terrore di sapere chi sia il coach che parla...

  • TheAnswer 21/08/2018, 15.24 Mobile

    Il gesto di Kevin è sicuramente importante e potrebbe dare ad altri il coraggio di accettare ed affrontare i propri problemi.

  • David 21/08/2018, 14.40

    Grandissimo Kevin. Due palle immense a parlare in prima persona, rischiando di danneggiare la sua immagine pubblicitaria. Uomo vero.

  • Utentedinente 21/08/2018, 13.31 Mobile

    bravo Love! Quello che hai espresso dimostra coraggio e palle..altro che far vedere i muscoli e poi cagarsi sotto difronte alle difficoltà della vita!

  • Varesino1990 21/08/2018, 13.16 Mobile

    Ai tempi dell’ultimo esame universitario ho soffrito di disturbi dovuti a stati di ansia e conseguenti attacchi. Sono difficili da spiegare a chi, fortunatamente, non ne è soggetto.


    L’aiuto psicologico purtroppo ha tempistiche differenti a seconda del soggetto....ma sapere di non essere “soli” aiuta a rompere certe barriere che ti crei.


    Inoltre sapere che anche certi atleti, dipinti dal marketing come eroi invincibili, in realtà, come tutti noi, hanno le loro piccole o grandi debolezze conferisce allo sport una dimensione umana e sociale ben più importante della parte commerciale ed intrattem

  • AleRoggi 21/08/2018, 12.55 Mobile

    Penso che quanto fatto da Love sia coraggioso e fondamentale. Nel panorama sportivo americano, volto sempre ad una competitività spinta al massimo e all'imperativo di performare oltre i propri limiti (nonché permeato da machismo imperante), il fatto che una stella trovi il coraggio di aprirsi ammettendo le proprie debolezze (a quanto pare condivise da molti) merita un plauso. Ritengo sia fondamentale quanto fatto (anche da DeRozan per quanto riguarda la sua depressione), perché finalmente porta all'attenzione la salute mentale dei giocatori, ma più in generale quella dei lavoratori. Purtroppo tale argomento continua ad essere un tabù ed evitato, in quanto si ha forse ancora una visione di chi soffre di tali disturbi distorta, retaggio dei pazzi rinchiusi in manicomi e sanatori.

  • spider 21/08/2018, 12.49

    Importantissimo parlarne, bravo Kevin. Si tratta di una patologia vera e propria e come tale va considerata e affrontata, con il supporto sanitario, affettivo e sociale.

  • yellowmancanjump 21/08/2018, 12.43

    da sofferente ha perfettamente ragione, essendo questi problemi che quasi mai lasciano strascichi fisici il rischio di essere considerati dei commedianti è molto alto e può portare all'emarginazione