Il farewell tour di Kobe, la miopia dei Lakers: un'altra occasione sprecata
L'annuncio di Kobe sta distogliendo l'attenzione da un'altra stagione buttata via dai Lakers, concentrati ancora sul passato e che non riescono a vedere gli errori commessi
Kobe Bryant ha dato ufficialmente inizio al suo farewell tour, annunciando il suo ritiro a fine stagione. Una notizia che era nell'aria da diverso tempo ma che ha comunque lasciato sorpresi per tempismo e modalità. Kobe aveva sempre dichiarato di non avere intenzione di intraprendere un farewell tour ma è esattamente quello che dovrà sopportare da qui fino al termine della stagione. Con le dovute eccezioni, ovvio, perchè Kobe non è tipo da gradire regalini e omaggi da tutti.
Il Mamba entrerà nella storia come uno dei migliori giocatori di sempre, probabilmente quello che si è avvicinato di più a sua maestà Michael Jordan nell'immaginario di tutti gli appasionati. 5 titoli NBA vinti, una mentalità ai limiti (probabilmente anche oltre) dell'ossessivo compulsivo, una voglia di superare i suoi limiti raramente vista in un altro giocatore. Kobe è stato il volto dei Lakers e merita tutti gli elogi di questo mondo. Ma visto che il Mamba è sempre stato un tipo schietto e che non la manda esattamente a dire, soprattutto ai suoi compagni di squadra, forse è giusto fermarsi un attimo e fargli capire che quello che ha cercato di fare negli ultimi 2 anni non ha proprio aiutato la sua squadra del cuore a costruirsi un futuro roseo.
L'accoppiata Byron Scott-Kobe Bryant sembra non avere alcun interesse nel futuro dei Lakers, perchè altrimenti non si spiegherebbero le loro scelte. A 37 anni suonati Kobe è il secondo giocatore più utilizzato dai Lakers, dietro soltanto a Jordan Clarkson. E già soltanto un dato del genere dovrebbe fare pensare parecchio. Negli ultimi anni Kobe si è rotto il tendine d'achille, la rotula del ginocchio e la cuffia dei rotatori della spalla. Siamo tutti d'accordo che Kobe sia sempre stato una sorta di alieno fisicamente ma a questo punto della sua carriera fargli giocare più di 30 minuti a partita è pura follia. Perchè Duncan sta ancora giocando? Perchè Popovich è sempre stato eccezionale nel gestire i suoi minuti e la sua fatica, soprattutto durante la regular season, tenendolo fuori nelle partite in cui si poteva permetterlo di tenerlo fuori. Kobe può ancora tornare utile a questi Lakers ma non in questo modo, non pretendendo che il Mamba sia ancora quello di 5-6 anni fa. Se gente come Duncan e Garnett possono passare tanti minuti in panchina, perchè Kobe non può farlo? Sarebbe così offensivo nei suoi confronti farlo giocare 20 minuti a partita? E il discorso non è tutto incentrato solamente attorno ai minuti ma riguarda anche il modo di giocare di Kobe. Il Mamba sta tirando con il 30% dal campo e con il 22% da tre punti. Nonostante queste orribili percentuali si prende più di 18 tiri a partita. Ancora una volta, questi numeri non hanno senso, soprattutto per una squadra come i Lakers che non ha alcuna ambizione da titolo e dovrebbe pensare a far crescere i propri giovani. Kobe è questo, non potrà mai diventare un tiratore sugli scarichi, quindi l'unica soluzione per aiutarlo è limitare i suoi minuti. Sarebbe un bene per tutti: per Kobe, che vedrebbe inevitabilmente salire le sue percentuali e migliorare il suo impatto sulla squadra; per i Lakers, che potrebbero avere un gioco un po' più razionale e potrebbero dare più minuti a giocatori che rappresentano il futuro di questa franchigia come D'Angelo Russell.
Per fare tutto questo, però, in panchina ci dovrebbe essere un allenatore in grado di rendersi conto della realtà che lo circonda ma Byron Scott sembra non volerci sentire da quell'orecchio. Scott continua nelle sue farneticanti affermazioni, dicendo che Kobe può tirare come e quando vuole perchè si è guadagnato quel privilegio, mentre gli altri ancora no. Ora parliamoci chiaro, va bene il rispetto e la riconoscenza verso un giocatore che ha fatto la storia di questa franchigia ma le parole di Scott sono una follia, non hanno alcun tipo di razionalità. Kobe è al suo ultimo anno in campo, per uno con la sua intelligenza non dovrebbe essere difficile capire che il suo ruolo dovrebbe essere solamente quello di aiutare la squadra nella transizione futura. Infatti il problema non è solo Scott, è anche Kobe. Bryant continua a dichiarare cose del genere: 'Potrei anche fare 40 punti, ma a che servirebbe? Sono qui per aiutare i ragazzi più giovani'. Ma la realtà dei fatti è completamente diversa, Kobe non ha modificato di una virgola il suo gioco e non sta neanche lontanamente aiutando il gruppo dei giovani dei Lakers. In che modo prendersi più di 18 tiri a partita con il 30% dal campo dovrebbe aiutare a crescere D'Angelo Russell e Jordan Clarkson? Perchè tenersi palla 23 secondi e poi sparare una tripla da 8 metri dovrebbe aiutare i giovani a migliorare? In questo modo l'unica cosa che Kobe e Scott stanno insegnando a gente come Russell, Clarkson, Randle e compagnia è che i veterani possono fare quello che gli pare e i giovani devono stare zitti, perchè non possono capire. Esempio: perchè Russell deve essere panchinato nei momenti importanti della partita e in campo ci deve stare Lou Williams che sta tirando con le peggiori percentuali della sua carriera? Questo tipo di scelta in che modo dovrebbe essere utile alla crescita di Russell? A meno che il processo di crescita di Russell preveda di fargli perdere ogni tipo di autostima, allora Scott sta facendo un lavoro eccezionale. Diverse volte ad inizio stagione è stato chiesto a Russell se era a conoscenza dei motivi che lo tenevano in panchina nei finali e lui non sapeva come rispondere. Questo è un altro fattore esplicativo della mancanza di logica dei Lakers, Scott non riesce neanche a spiegare a un ragazzo come Russell perchè deve stare in panchina nei momenti importanti e il perchè è piuttosto semplice: perchè non c'è una ragione. I criteri di Scott non sono dei criteri tecnici, sono dei criteri di gerarchia, di esperienza e di pseudo-machismo, nient'altro. Di tecnico non c'è nulla.
Tutte queste incongruenze sarebbero anche vagamente giustificabili, se Scott in questi due anni fosse stato anche vagamente in grado di dare una parvenza di gioco ai Lakers. Ma questo non è mai successo. I Lakers, finora, hanno un defensive rating di 106.9, peggio di loro fanno solamente i Pelicans, che però hanno giocato questo inizio di stagione senza 3/4 di squadra e hanno dovuto costantemente cambiare quintetti, senza poter dare continuità al gruppo. Il quintetto titolare, quello formato da Russell, Clarkson, Kobe, Randle e Hibbert, in 247 minuti giocati finora ha un offensive rating di 92.6 e un defensive rating di 106.2, con un net rating negativo di -13.6. Un disastro, senza se e senza ma. La percentuale di canestri assistiti è del 51,7%, una delle peggiori di tutta la lega. E Scott non si sogna nemmeno di apportare delle modifiche o delle variazioni.
La cosa, forse, più sorpredente è che tutto questo viene accettato dalla dirigenza senza nessun tipo di problema. Nessuno si sogna di intervenire e far capire a Scott che continuare con questo tipo di scelte e di logica non ha senso. Nessuno si rende conto che c'è il rischio di bruciare un talento notevolissimo come Russell, Kupchak non ha mai neanche alzato la voce. Niente, calma piatta, va tutto bene. Si continua a far finta che il futuro di questi Lakers siano i vari Kobe, Lou Williams, Hibbert e Bass e non invece Randle, Russell, Clarkson e compagnia. L'unica nota positiva, in tutta questa pochezza, è che continuando così i Lakers rischiano seriamente di tenersi la loro prima scelta dell'anno prossimo, che è protetta in top-3. Consolazione magra, considerando che se la situazione tecnica e manageriale rimane questa, può arrivare il talento migliore di turno ma verrà comunque panchinato per il Joe Johnson di turno o qualcosa di assimilabile.
In una stagione così importante per il futuro dei Lakers, Kobe, Scott e la dirigenza stanno trascinando questa squadra sempre più verso il baratro della mediocrità della lega e nessuno si lamenta. Perchè nella città delle stelle lo spettacolo deve andare avanti fino alla fine, anche se è uno spettacolo triste e poco divertente. E' davvero così difficile cogliere i segnali? Vedere che anche free-agent di medio livello come Greg Monroe preferiscono andare a giocare a Milwaukee piuttosto che firmare per i Lakers, non è un campanello d'allarme sufficiente? Si può ancora pensare di andare avanti con la mentalità: 'Noi siamo i Lakers, attiriamo chi vogliamo perchè abbiamo vinto tanti titoli e abbiamo il sole, il mare e le stelle del cinema"? Si poteva mettere intorno un cast peggiore di Kobe Bryant, Lou Williams e Nick Young attorno ad un giovane che fa del ritmo e della visione di gioco il suo pane quotidiano come D'Angelo Russell? A questa ultima domanda una risposta c'è: NO! Anche impegnandosi era difficile fare di peggio.
Ma va tutto bene nella città degli angeli, il farewell tour di Kobe continuerà e si potrà continuare a far finta che tutto questo non stia succedendo. Tanto l'anno prossimo basterà mettere qualcuno di importante a fianco di Kobe e ci saranno di nuovo ambizioni da titolo...ah no, giusto Kobe smette a fine stagione. Forse basterà spiegare a LaMarcus Aldridge che tipo di brand si vuole mettere su attorno al suo nome....ah no, è andato pure LaMarcus. Qualcosa si troverà, non c'è nessun problema nella città degli angeli.
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