Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
NBA 14/11/2015, 22.14

La mia prima gara NBA

Traduzione del pezzo di Cody Zeller pubblicato sul Players Tribune lo scorso 30 Ottobre

NBA

Eccoci qui con un'altra traduzione che arriva direttamente dal The Players' Tribune, uno spazio creato da Derek Jeter che da ai giocatori professionisti la possibilità di condividere il loro punto di vista su diversi argomenti. La traduzione che abbiamo scelto questa volta è quella tratta dal pezzo di Cody Zeller, lungo degli Charlotte Hornets, che parla della sua prima partita NBA.

 

Rookies, la stagione NBA è appena iniziata e ho qualche consiglio da darvi: popcorn e barrette energetiche non sono un pasto pre-gara adatto. Questo nuovo inizio di stagione NBA mi ha fatto pensare al mio inizio di carriera nella lega e alla mia prima gara da rookie tre anni fa. Per la precisione, mi fa vergognare di quello che ho fatto tre anni fa.

 

Lasciate che vi spieghi. Se non altro, spero che possa aiutare i rookies a sentirsi un po' meno a disagio quando assaggiano per la prima volta il parquet NBA. La prima volta su un campo NBA è stata durante una gara di pre-season contro gli Atlanta Hawks, ad Asheville. La mia prima opportunità di vestire una vera maglia NBA. Eravamo stati ad Asheville per nove giorni per il training camp e adesso era tutto pronto per la prima gara di pre-season. Mi sarei dovuto sentire alla grande, la mia prima gara NBA: avrei dovuto avere quel tipo di sensazione da "ce l'ho fatta ad arrivare nella NBA". Ma tutto quello che riuscivo a sentire, quel giorno, era insicurezza. Era come se mi fossi dimenticato come si fa a stare in una squadra di basket, nonostante avessi giocato a basket per quasi tutta la mia vita. I miei nervi stavano impazzendo.

 

La giornata cominciò alle 10 di mattina con lo shootaround. Ma a differenza del college, lo shootaround era piuttosto breve e diretto. Entravamo e uscivamo, e poi dritti in hotel ancora prima di mezzogiorno. Dopo avevamo almeno 5 ore di relax prima di prendere il bus che ci avrebbe portato alla partita. Quando siamo ritornati in hotel, ero un po' affamato e mi chiedevo quando avrebbero servito il pranzo alla squadra. Più di tutto, ero davvero eccitato all'idea della routine pre-partita. Volevo carpire ogni singolo aspetto. Non riuscivo a mascherare la mia impazienza da ragazzino.

 

Iniziai a fare ogni tipo di domande ai miei compagni di squadra, andai da Kemba Walker e gli chiesi cose del tipo:

 

"Di solito quando vai a riposarti?"

 

"Quindi, l'autobous parte alle 5? Oppure un po' prima o forse un po' dopo?"

 

"Hey, quando ci portano il pranzo pre-partita?"

 

Al Jefferson, uno dei veterani della squadra, si avvicinò a me e mi diede un'occhiata come se mi fossi auto-invitato come terzo incomodo ad un appuntamento. Si mise a ridacchiare e mi disse: "Mi dispiace, rookie. Te la devi cavare da solo". Col senno di poi avevo fatto davvero delle stupide domande da rookie.

 

Il problema era che avevo ancora la mentalità da college. Ad Indiana, ogni momento della giornata era programmato per te, ogni singolo minuto. Sapevi sempre quello che dovevi fare. La squadra mangiava sempre insieme, viaggiava insieme, facevamo le sedute di stretching insieme. Era tutto studiato.

 

Quello che stavo per imparare era che la giornata di una partita in NBA ti dà molto più tempo libero di quanto tu ti possa aspettare. Capì che me la dovevo cavare da solo per il pranzo. Mi spostai per cercare un ristorante vicino all'albergo e l'unica cosa che c'era li vicino era un fast-food Subway. Avete mai sentito parlare di un triste sandwich da pranzo? Sapete: la situazione dove vi trovate da soli alla scrivania a mangiare un sandwich di tacchino freddo? Ecco, quello ero io nel mio primo giorno da giocatore NBA, seduto da solo nella mia camera di albergo con 5 ore di tempo da uccidere.

 

Gli altri giocatori si stavano godendo delle costolette nel ristorante più vicino? Probabilmente no ma forse si. Comunque, non ne ho idea. Dopo mangiato, ho provato a fare un riposino ma ero troppo eccitato per la partita e quindi non riuscì a prendere sonno. Improvvisamente erano quasi le 5 del pomeriggio e l'autobus stava per partire. Mi alzai dal letto e mi sentivo strano...perchè avevo fame. Erano passate 5 ore da quel sandwich.

 

Quando arrivai in palestra, non avevo idea di come sarebbe stata la routine pre-partita. Ovviamente, sapevo che sarebbe stata diversa da quella del college. In un pre-partita NBA, ci sono almeno due ore di tempo prima della palla a due. Centoventi minuti per "riscaldarsi".

 

Avrei dovuto gestirmi ma, naturalmente, feci l'esatto opposto. Se c'è un record per la routine pre-gara più veloce di sempre, credo di averlo fissato quella sera. Mi spostato da un posto ad un altro, nervosamente, solo per fare passare il tempo. Mi cambiai velocemente e fui il primo ad arrivare in campo per fare qualche tiro con uno degli assistant-coach. Dopo ho fatto circa 10 minuti di sollevamento pesi con il nostro preparatore atletico per riscaldarmi e fare stretching.

 

Trenta minuti dopo essere arrivati al palazzetto, con almeno novanti minuti di tempo prima della palla a due, io avevo già finito il mio riscaldamento. Non c'erano altri esercizi che mi venivano in mente da fare e avevo ancora un'ora da passare prima del discorso del coach, che di solito avviene 38 minuti prima dell'inizio della partita. Ero già completamente sudato.

 

E a questo punto il mio stomaco iniziò a brontolare. Potevo sentire l'odore degli hot dogs e delle patatine che veniva dagli stand dentro l'arena. Era come se gli stessi stand mi stessero prendendo in giro: "Bel lavoro, rookie, non sai neanche come nutrirti prima di una partita. Sei sicuro di aver fatto altre volte questa cosa?"

 

Tornai nello spogliatoio per cercare di rilassarmi un minimo ma non ci riuscivo. Continuavo a ripetermi che avrei dovuto fare qualcosa. Avrei dovuto fare qualche altra domanda ai ragazzi? No, basta domande da rookies. L'aroma dei popcorn stava arrivando fin dentro lo spogliatoio. Ma non potevo mangiare dei pop-corn come pasto pre-partita, sarebbe stata una cosa folle.

 

Mi misi a fantasticare sulla scena, io che uscivo dallo spogliatoio e mi recavo ad uno degli stand. Mi immaginavo la situazione:

 

"Ciao, sono Cody Zeller, il rookie che si è dimenticato di mangiare prima della partita. Comunque....prende un Combo numero 4, grazie"

 

Stavo raggiungendo il punto di rottura. I popcorn sarebbero bastati. Mi alzai dal mio armadietto e uscì dallo spogliatoio dove c'era una macchina per il popcorn e ne riempì una scatola. Poi, dopo 10 minuti, un'altra scatola. Ero il rookie che faceva avanti e indietro dallo spogliatoio per riempirsi una scatola di popcorn. Mi misi a guardare Josh McRoberts e Michael Kidd-Gilchrist e tutti e due stavano ascoltando musica con le cuffie. Così mi misi anch'io le cuffie. Ma avevo talmente tanta paura di non sentire qualche avviso del coach o degli assistenti che tenevo il volume così basso da non riuscire a sentire la musica.

 

Quando hai fame, la tua mente inizia a viaggiare. Improvvisamente diventai super ansioso sul quando avrei dovuto indossare la mia maglia da gioco. Dovrei tenere la tenuta da riscaldamento fino a quando il coach fa il suo discorso? Oppure mi dovrei fare trovare già pronto con la maglia da gioco?

 

E via un'altra scatola di popcorn.

 

Con la consapevolezza che ho adesso, il popcorn che si trova negli spogliatoi è nella media, niente di eccezionale. Ma in quel momento, pochi minuti prima della partita, era la differenza tra l'impazzire dalla fame e il mantenere la propria sanità mentale. Il popcorn quel giorno era come quello del cinema. Non è mai stato più lo stesso dopo quel giorno.

 

Fuori dallo spogliatoio, trovai altro cibo: un tavolo con della frutta e diverse barrette energetiche. Devo essermi mangiato almeno 6 barrette energetiche, non scherzo.  Il coach dopo ci ha fatto il suo discorso pre-partita e poi è arrivato il momento di scendere in campo. La corsa nel tunnel è il momento che sogni sempre quando sei un bambino: correre in campo come un giocatore NBA. Ma in quel momento, io non stavo pensando a nulla di simile. Ero ossessionato dai miei pantaloncini. Ma li ho messi bene? Oppure sono ancora quelli da riscaldamento? Avrò controllato almeno una ventina di volte. Continuavo a pensare al sogno che fai di presentarti a scuola il tuo primo giorno...e sei in mutande.

 

Ci sono state le introduzioni, il coach ha disegnato il primo attacco della partita sulla lavagna e poi via in campo.  Nella mia testa, io ho fatto la cosa più logica, andare verso il centro del campo per la palla a due. Ma ero l'unico ad averlo fatto. Devo essere rimasto lì almeno un minuto, mentre gli altri giocatori girovagavano per il campo e facevano le loro cose: si auguravano buona fortuna a vicenda, davano il pugno agli spettatori a bordo campo oppure facevano i loro rituali pre-partita. La nuova regola in NBA è che hai 90 secondi prima di dirigerti verso il centro del campo dopo che sono stati annunciati i quintetti. Io stavo al centro del campo da solo facendo finta di sembrare normale.

 

Aspetta che mi tocco le punte dei piedi...pensavo. Forse mi posso pulire le scarpe, muovere un pò le braccia. Wow, questo minuto e mezzo è davvero lungo.

 

La partita iniziò in maniera molto positiva. Sul primo attacco, andai a rimbalzo e feci una schiacciata. Il primo canestro NBA, nel giro di pochi secondi. Ma nei minuti successivi, una cosa divenne chiara: gli Hawks stavano chiamando un sacco di giocate per l'uomo che marcavo io. Sentivo il coach degli Hawks chiamare "4 clear" o "4 punch" e anche se non sapevo cosa volesse dire di preciso, sapevo cosa sarebbe successo. Il giocatore che marcavo avrebbe preso palla e tutti gli altri gli avrebbero fatto spazio. Isolamento contro il rookie. Esplorare le debolezze altrui.

 

Ad un certo punto stavo marcando Paul Millsap. Tutta la panchina degli Hawks inizio a gridare "barbeque chicken" (nel gergo NBA barbeque chicken indica un lungo che non è granchè esplosivo e che non è in grado di proteggere il ferro come dovrebbe fare uno della sua stazza, ndr). Paul si spostò dal gomito al post-basso, gli passarono la palla e segnò facilmente.

 

Barbeque chicken. Ho sentito parecchie volte quella parola durante la partita.

 

Anche il mio allenatore intuiva il mio nervosismo. All'inizio di quasi ogni azione offensiva, lo sentivo gridare il mio nome. Era come se si aspettasse che incasinassi le cose, ancora prima di commettere effettivamente un errore. Era come quando tua madre ti chiama dall'altra stanza: "Cody, Cody, Cody!!"

 

Forse gli Hawks pensavano che quello fosse il nome del nostro set difensivo.

 

Negli anni successivi, la gente mi ha chiesto se ero nervoso prima della mia prima partita NBA. Gli rispondo: non ero nervoso per la partita in sè, ero nervoso per tutto quello che succedeva prima della partita.

 

Adesso sono al mio terzo anno di NBA e riesco a gestire bene la routine pre-partita. Faccio un buon pasto pre-partita. Faccio un buon riposo pre-gara. Adesso riesco a usare tutte le due ore prima della partita per riscaldarmi come si deve. Non sento più il coach gridare il mio nome molto spesso. E non ho più sentito la parola "barbeque chicken" da diverso tempo.

© Riproduzione riservata
O. Cauchi

O. Cauchi

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 24 Commenti
  • andrebott 15/11/2015, 11.51 Mobile

    Molto bello ed interessante questo articolo!

  • Tonypac 15/11/2015, 11.28 Mobile
    Citazione ( Dudedo 15/11/2015 @ 10:56 )

    davvero bello e interessante. Sportando sarebbe bello trovarne altri. davvero molto gradito

    Se sei pratico con l'inglese, vai appunto su "The players tribune" e ne trovi quanti ne vuoi.

  • Dudedo 15/11/2015, 10.56

    davvero bello e interessante. Sportando sarebbe bello trovarne altri. davvero molto gradito

  • OttoLamphred 15/11/2015, 09.24 Mobile

    Molto interessante, anche se da questo racconto mi sembra emerga una cosa abbastanza singolare: le squadre NBA sembrano super attrezzate e super organizzate eppure non esiste qualcuno che segua un povero cristo di 20 anni nel prepartita per l'alimentazione e l'organizzazione. Spesso si parla di buon selvaggi appena post adolescenti, pieni di soldi e che non hanno la più pallida idea di come gira il mondo. E vengono lasciati soli per x ore. Basta non meravigliarsi poi dei vari Embiid e simili.....

  • HorfordandHawks 15/11/2015, 07.24 Mobile

    Bella storia e bei retroscena

  • AVS 15/11/2015, 05.38 Mobile
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Pratico Football nella prima divisione, le mie erano semplici opinioni. Garnett da noi si è distinto per il comportamento con i ragazzini, infatti ricordo molti articoli relativi, che hanno messo in buona luce il suo operato fuori dal campo. Ovviamente non nascondo la mia visine romantica al riguardo, infatti non volevo criticare i concetti ma i modi di Big Al. Che poi Cody abbia palesato un'inettitudine grottesca, questo è palese ed indifendibile.

  • vdivac 15/11/2015, 04.29 Mobile

    *tutto

  • vdivac 15/11/2015, 04.29 Mobile

    Tutta nella norma

  • AVS 15/11/2015, 03.58 Mobile
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Da che mondo e mondo, io nella mia esperienza professionale non ho mai trattato i ragazzini con sufficienza, come del resto anche i senior con me quando sono passato in prima squadra. Su Garnett comunque lapsus mio, ma c'era PP e questi da noi si sono sempre messi al servio della squadra per integrare e aiutare tutti, rookie principalmente, addirittura Kevin se li portava dietro a fare shopping. Poi magari siamo stati un'eccezione, ma visto la compattezza di quel roster, non credo fossimo nel torto. Riguardo Duncan, tralasciando la natura taciturna ed umile del giocatore, va detto che la questione è cambiata negli ultimi anni, forse si sarà reso conto dei benefici.

  • Corgandre 15/11/2015, 02.33 Mobile

    Bellissimo!

  • AVS 15/11/2015, 02.16 Mobile

    Cultura zero, mi ha sorpreso in negativo l'affiatamento degli Hornets, evidentemente Al non ha imparato nulla da KG e PP. La vicenda poi è alquanto grottesca, la questione dell'ansia e nervosismo oltre la mentalità ("faccio domande da rookie" come se fosse un male), sono imbarazzanti...

  • theprogster 15/11/2015, 02.06

    figo

  • Merlin 15/11/2015, 01.30 Mobile

    Questi pezzi danno un volto molto umano a quel circo di superuomini che è l'NBA, mi piacciono un sacco!!

  • Irving10 14/11/2015, 23.43 Mobile

    Molto simpatico

  • Torinonelcuore 14/11/2015, 23.20

    Meno male che hai cambiato abitudini dopo 3 anni :D

  • ChristianG 14/11/2015, 23.12 Mobile

    Molto belli questi articoli

  • TheDream2 14/11/2015, 23.09 Mobile

    Bel pezzo.

  • TheAnswer 14/11/2015, 22.52 Mobile

    Ahahahahaha che giornata da incubo!

  • LeBronJames23 14/11/2015, 22.33 Mobile
    Citazione ( blackberry 14/11/2015 @ 22:20 )

    Strappate il cartellino a questa mozzarella. Siamo anche riusciti a farci battere da questo latticino

    È la vita

  • blackberry 14/11/2015, 22.20 Mobile

    Strappate il cartellino a questa mozzarella. Siamo anche riusciti a farci battere da questo latticino

  • blackberry 14/11/2015, 22.19 Mobile

    Strappate il cartellino a questa mozzarella. Siamo anche riusciti a farci battere da questo latticino