Lettera a mio fratello minore
Dorell Wright, che quest'anno giocherà in Cina, scrive al fratellino Delon Wright, scelto al draft di quest'anno dai Toronto Raptors
Altro pezzo tratto dal The Players' Tribune, questa volta vi proponiamo la traduzione della lettera che Dorell Wright, ala ex Portland Trail Blazers, ha scritto al suo fratellino Delon, che quest'anno giocherà la sua annata da rookie con i Toronto Raptors. Ecco di seguito la traduzione:
Caro Delon,
ci sono molte cose che devi sapere per la tua annata da rookie a Toronto. Iniziamo con alcune informazioni pratiche, che forse non ti hanno comunicato al corso dei rookies. Prima di tutto, non metterti a giocare a carte sull'aereo. Non giocare, non sederti nemmeno nelle vicinanze. E se proprio ti capita di giocare, poniti un limite. Scegli una somma di denaro e se la perdi, alzati dal tavolo e vattene. Gli altri inizieranno a prenderti in giro e proveranno a tirarti di nuovo dentro
"Eh dai, hai già finito i soldi?"
Tu rispondi soltanto: "Si", e poi ritorna al tuo posto.
Seconda cosa. Preparati ad ascoltare un sacco di insulti dai tifosi. Alcuni posti sono peggiori di altri. Golden State sarà fantastica quest'anno perchè sono i campioni in carica. Mi piace un sacco giocare lì. Il Madison Square Garden è sempre un'esperienza folle. E poi c'è Philadelphia, lì c'è un tizio seduto dietro la panchina dei Sixers che si mette a scrivere tutte le tue statistiche su una lavagnetta, se stai giocando male. E' uno troppo divertente, quindi non prenderla troppo sul personale. Quando venni ceduto ai Sixers nel 2012, è stata la prima persona di cui ho chiesto. Volevo essere sicuro che avesse ancora l'abbonamento per tutta la stagione.
E quel tizio la scorsa stagione mi ha beccato proprio quando non stavo giocando molto a Portland. Ha alzato la lavagnetta con le mie statistiche, 2.3 punti, 1.3 rimbalzi, 10 minuti a partita. Mi sono messo a ridere come un pazzo, avevo le lacrime agli occhi, giuro. Devi sorridere quando succedono queste cose.
Più seriamente, so che mia moglie Mia ti ha già parlato delle donne che incontrerai e ancora di più di quelle che cercheranno di incontrare te. Lei capisce queste cose. Sta sempre nel box per le famiglie al palazzo, ha visto ogni tipo di ragazza andare e venire da quella stanza. Diverse squadre, diverse fidanzate, compagne o mogli, lei sa più di quanto ne potrò mai sapere io. Quindi qualunque cosa ti abbia detto, falla. Sarai più felice, più concentrato e ti terrai lontano dai problemi.
E poi ci sono i soldi. Lo sappiamo tutti che quando arrivano i soldi, è molto facile andare là fuori e iniziare a spendere, spendere e spendere. Ogni atleta attraversa un periodo nel quale va fuori dal proprio budget (e si, dovresti decisamente avere un budget).
Quello che non ti dicono, invece, è che non è solo la disponibilità di soldi l'unica tentazione ma il tempo. Hai un sacco di tempo libero per spendere, spendere, spendere. Te lo dico seriamente, è il tempo libero la radice del problema che potresti trovare da professionista. Questa è la parte più difficile nell'aggiustamento con il mondo NBA. Quando andavo alla prep school prima di fare il salto in NBA, avevo degli orari precisi. Alle 7,30 dovevo essere a scuola, facevo una breve colazione, poi assemblea, poi in classe tutta la mattinata e dopo gli allenamenti. Anche quando tu sei andato al college avevi degli orari che erano già studiati, non c'era molto tempo libero.
Nella NBA, invece, nelle giornate dove non si gioca, arrivi alle 8 di mattina per fare un po' di lavoro extra e poi ti alleni con la squadra. Tutto questo porta via circa 4 ore, poi hai tutto il resto della giornata libera. Dovrai imparare a gestire bene il tuo tempo. Nella mia annata da rookie, dopo l'allenamento, ero abituato ad andare in una palestra aperta 24 ore su 24 e continuavo a giocare a basket. Ogni tanto andavo a vedere qualche film oppure ritornavo direttamente a casa e mi rilassavo lì. Io sono riuscito a fare una cosa del genere....a Miami!
Mi ricordo quando ti ho dovuto spiegare perchè non giocavo quando tu avevi 11 o 12 anni. Capivi la mia sofferenza in quel momento. La verità è che non ero pronto. I ragazzi che avevo davanti erano migliori di me e un mese dopo che venni scelto al draft da Miami, ci fu la trade che fece arrivare Shaquille O'Neal, così diventammo subito una contender. Sono passato da una situazione dove avrei dovuto giocare 15-20 minuti a partita in una squadra giovane ad un'altra nella quale ho giocato 159 minuti totali nelle prime 2 stagioni. Dovevo aspettare il mio turno.
Ma avevo grandi veterani intorno a me: Wesley Person, Steve Smith, Eddie Jones e Gary Payton. Tutti mi dicevano che il mio momento sarebbe arrivato, che anche giocatori come Jermaine O'Neal e Tracy McGrady avevano dovuto aspettare il loro turno. Mi insegnarono anche che dovevo sacrificare il mio orgoglio per il compagno che avevo vicino. Fargli le congratulazioni, essere un grande compagno di squadra. Ho imparato tutto questo durante i miei primi anni di NBA, stando seduto in fondo alla panchina e gurdando gli altri giocare.
In più, c'era anche Alonzo Mourning. Lui aveva qualcosa da dirmi ogni singolo giorno. Ti guardava dritto negli occhi, inclinava leggermente la testa e ti stringeva la mano talmente forte che sembrava stesse per spezzartela. Capivi subito che faceva sul serio. Alonzo parlava sempre di come essere un professionista, di trattare la gente con rispetto. Mi spiegava come comportarmi e come vestirmi nel modo giusto. Questo era quello che faceva Alonzo, e fino a quando lui era parte dei Miami Heat, tutti facevano così, tutti seguivano il suo esempio.
Ma tu, fratellino, sarai in una diversa situazione a Toronto. Avrai la possibilità di giocare buoni minuti da rookie in una squadra che ha possibilità di arrivare ai playoffs. Questa è una bella responsabilità e ci saranno un sacco di alti e bassi. A volte giocherai molto bene, altre volte no. Ti potrà capitare di non giocare alcune partite e non capirai il perchè. Non importa quello che accadrà, tu continua a credere in te stesso e tieni la testa alta, perchè le cose possono sempre cambiare. Questo è quello che ho cercato di insegnare ai ragazzi giovani con i quali ho giocato negli ultimi anni. Questa è una maratona, bello. Devi continuare a lavorare, allenarti duramente ed essere pronto quando verrai chiamato in causa.
Si prenderanno cura di te a Toronto. Io e Kyle Lowry ci conosciamo da tanti anni, abbiamo giocato insieme nei camp della AAU. Con Derozan ho giocato insieme nella Drew League quando lui era ancora un ragazzo. Sono due grandi ragazzi e so che si prenderanno cura di te. Non ho neanche bisogno di chiederglielo. Mi hanno contattato e mi hanno fatto sapere che sei in ottime mani.
Fai quello che ti dicono. Segui la loro leadersphip.
Oh, ed ecco un piccolo extra: visto che sei un rookie, se fai quello che devi e ti comporti da professionista serio, nei viaggi in trasferta i veterani ti daranno la tua "per diem envelope" (ho preferito tenere il termine originale, si tratta sostanzialmente di una busta con del denaro ma non è un pagamento fatto per premiare il rookie, sono dei soldi che gli spettano secondo il contratto collettivo. Precisamente la cifra è di 106 dollari per ogni giorno di trasferta, è come se fossero dei buoni pasto che ti permettono di mangiare senza problemi anche se fossi a corto di soldi. Alcuni dei rookies più parsimoniosi usano questi soldi per le spese quotidiane, anzichè utilizzare i soldi dei loro assegni. Se ci pensate, una trasferta di 5 giorni porta nelle tasche dei rookies 530 dollari, un gruzzoletto niente male considerando che viaggi in aereo e alberghi sono pagati dalle squadre. In NBA sono solitamente i veterani a gestire questi soldi e a distribuirli ai rookies ma solo se si sono comportati nel giusto modo, sbrigando le faccende da rookies (portare le borse dei veterani, comprare le ciambelle prima dell'allenamento mattutino, ecc). Questi soldi extra sono molto utili e ti possono portare lontano.
E se hai intenzione di risparmiare il denaro che guadagni, allora non sprecarlo prendendo falli tecnici. Costano troppo. 2.000 dollari per ognuno e poi le cifre salgono se inizi a farne troppi. Cosa ancora più importante, non vuoi costruirti una brutta reputazione, soprattutto se sei una point-guard. Devi rispettare gli arbitri. Non essere il cocco della maestra ma il minimo indispensabile per poter parlare con loro durante le partite senza che si sentano aggrediti. Piccole cose come queste potranno tornarti molto utili in futuro.
Un'altra cosa sui soldi: quando torni a casa per giocare contro i Lakers o i Clippers, tutti ti chiameranno per avere dei biglietti. Questa è una delle cose che mi ha messo in difficoltà all'inizio della mia carriera. Non giocavo nemmeno e avevo almeno una trentina di persone che mi chiedevano i biglietti per venirmi a vedere mentre stato seduto in panchina. Ho speso un sacco di soldi per i biglietti.
Questa è la versione che dovrai utilizzare tu: "Ho solo 10 biglietti e li devo distribuire alla mia famiglia, quindi non posso fare niente per te."
E visto che stiamo parlando di famiglia, per me sarà difficile giocare in Cina l'anno prossimo, perchè non potrò starti vicino durante la tua annata da rookie. Ma so che andrà bene. Avrò comunque la possibilità di vedere alcune partite e quando lo farò, aspettati pure dei lunghi messaggi con tutte le cose che non mi sono piaciute della tua partita. Sono sicuro che mi dirai la stessa cosa che mi dicevi quando andavi a scuola: "Il coach mi ha già detto la stessa cosa". Ma peggio per te, non smetterò mai di allenarti ed essere il tuo fratello maggiore.
E ricordati, niente partite a carte!
Dorell