NBA Focus: Ricky Rubio, puoi fare a meno del tiro?
Il playmaker spagnolo migliora al tiro, ma l'affidabilità è ancora lontana. In compenso ci sono moltissime caratteristiche che non sono note
Il valore di un giocatore, specialmente in NBA, molto spesso si misura sulla sua capacità di essere incisivo sul tabellino di punti, rimbalzi e assist, con particolare predisposizione per i punti segnati.
Il concetto da cui si parte è sempre lo stesso: per vincere devi sempre o segnare un punto in più dell'altro, o subirne uno in meno. Paradossalmente il concetto è lo stesso, ma cambiato di punto di vista.
Il playmaker è a tal proposito il ruolo più controverso e difficile da decodificare in un campionato come quello americano, dove il fisico nel 90% dei casi è preferito alla tecnica quando si tratta di portare palla. Il playmaker vero infatti o si ritrova ad essere un autentico fenomeno, oppure scompare nel dimenticatoio. I casi sono molteplici: il neo-varesino Eric Maynor, Kendall Marshall o lo stesso Michael Carter-Williams, che pur essendo rookie of the year fatica moltissimo ad essere accettato per le sue qualità extra-tiro. Il caso di Ricky Rubio però è unico nel suo genere.
Partendo dal concetto quasi universalmente accettato che “se non sai segnare” in NBA fai poca strada, Rubio si configura come un assoluto eretico da questo punto di vista. Il play spagnolo dei Minnesota Timberwolves non sfiora nemmeno per sbaglio il 40% dal campo (minimo sindacale per essere considerato un giocatore non battezzabile), ma in 4 anni, pur con molti infortuni, il suo modo di giocare sta lentamente integrando un tiro dalla media, estraendolo dal concetto di “tiro che si può concedere”.
Ora Rubio è il quarto peggior tiratore della storia dell'NBA tra i giocatori che hanno tentato almeno 1000 tiri dal campo negli ultimi 36 anni in EFG.
Peggio di lui solo Mark Macon, Keith McLeod e Bobby Hurley. Nonostante questa impietosa classifica il playmaker spagnolo si è conquistato un contratto quadriennale da 55 milioni di dollari. Cosa ha spinto Flip Saunders a tenerlo con un contratto così oneroso? Gli assist? La difesa? Vediamolo.
Rubio parte dal concetto che “se non sei bello, puoi sempre essere cinico, intelligente, spiritoso e avere ogni altra caratteristica positiva”; il suo rapporto rispetto al tiro è esattamente questo: “se non so tirare, posso sempre saper fare in maniera eccellente tutto il resto”.
Il play della nazionale spagnola viaggia in stagione con 11 punti, 5.8 rimbalzi, 9.2 assist e 1.9 rubate di media a gara. Il lavoro di Flip Saunders, come da lui annunciato, sarebbe stato quello di creare in Rubio il playmaker del futuro della franchigia e i suoi schemi di gioco sono volti a esporre al massimo Rubio a una situazione di gara in cui debba per forza attaccare anche con il tiro dal palleggio. Sperando di ottenere un doppio effetto positivo, Rubio si è trovato a incrementare in modo esponenziale il suo fatturato di punti dalla media distanza, alzando in modo verticale sia la percentuale di tiro in quella zona, sia di conseguenza il numero di assist serviti, sfruttando il maggiore spazio creato dall'uomo che esce a contestarlo.
Di Rubio si conosce la sua essenza di passatore e la sua innata capacità di dare un ritmo alla squadra, ma quello che sta facendo questa stagione in una situazione d'attacco meno frenetico del Run&Gun Adelmaniano è molto interessante e merita di essere analizzato.
Rubio ha disputato soltanto 19 gare, il resto out per infortunio, garantendo un record 8-11 con lui in campo. In sua assenza i Timberwolves hanno giocato 43 partite riuscendo a vincerne appena 6 ed una di queste solo grazie al record di franchigia in punti segnati stabilito da Mo Williams: 52.
I Timberwolves sono penultimi in percentuale difensiva concessa a gara (105.4), ventiduesimi in punti segnati (97.6), ventitreesimi in rimbalzi catturati (42.1), ma ben undicesimi in assist di distribuiti (21.9). E' qui che Rubio comincia a mostrare le sue capacità.
Ricky è, parafrasando il commentatore dei Cavaliers Keith Mcleod, un “basketball genius”. Quarto in NBA per assist che scaturiscono da suoi passaggi per tiri ai compagni, nella top 3 in NBA per capacità di creare “uncontested shots”. Davanti a lui si pongono solo Russell Westbrook, Chris Paul e John Wall, tutti giocatori considerati papabili MVP della lega.
Non finisce qui, perché la più sorprendente delle caratteristiche di Rubio è quella di andare fortissimo a rimbalzo. Il giocatore spagnolo è terzo tra i playmaker per percentuale complessiva di rimbalzi catturati quando si trova sul parquet, primo assoluto sui rimbalzi difensivi. Meglio sia di Mister “Tripla Doppia” Russell Westbrook, sia del ROY 2014 Michael Carter-Williams, sia persino di Rajon Rondo. A questi rivali Rubio cede in atletismo e in forza fisica in modo netto. Il giocatore spagnolo ha un senso del rimbalzo davvero notevole, frutto di posizionamento e lettura del gioco.
La colonna gialla indica la percentuale totale di rimbalzi catturati, mentre quella di fianco a sinistra la percentuale di rimbalzi difensivi.
IL TIRO
Il tiro di Rubio da quest'anno si può considerare “non battezzabile”, almeno non quel genere di tiro su cui ha lavorato in estate e che Flip Saunders vuole che si prenda, il mid-range jumper. La dirigenza gli ha affiancato il shooting-coach Mike Penberthy, affinché lavori sul suo arresto e tiro. Se sta tirando con la peggior percentuale in carriera da tre punti (29.7%, abbassatasi dopo la gara vinta contro Memphis con due sue bombe negli ultimi due minuti, poiché gli avversari hanno iniziato a contestargli le triple in considerazione del fatto che veleggiava sul 40%), non si può dire lo stesso del famoso mid-range jumper.
La sua shotchart è abbastanza variegata ma offre degli spunti interessanti: il giocatore ha una discontinuità enorme senza alcuna distinzione per zona del campo
Invece è piuttosto interessante constatare come salgano le sue percentuali quando deve tirare in situazioni di gioco con la squadra sotto nel punteggio con uno scarto compreso tra uno e sei punti:
In realtà a Rubio non manca il tiro dalla media, ma il tiro dalla breve distanza. La sua percentuale di tiro per zona di campo lascia capire moltissime cose. Basta confrontarlo con quello dell'anno passato (quella di quest'anno non è aggiornata, ma è comunque indicativa). Si nota un netto scostamenot dell'efficienza del tiro sempre più lontano da canestro.
2013-2014
2014-2015
Lo spagnolo è completamente incapace di finire al ferro quando è contestato, mentre ha una mano discretamente morbida quando può prendere un tiro dalla media distanza.
Il lavoro fatto dallo shooting coach può essere tranquillamente spiegato con questa tabella:
Rubio quest'anno si è portato al 50% nei tiri compresi tra 3 e 5 metri (17.4 lo scorso anno) e al 40% nei tiri oltre tra i 5 e i 6.75 metri (30.8 lo scorso anno). La caduta del Run & Gun di Rick Adelman ha fatto luce suoi suoi limiti ad attaccare il ferro. Le aree occupate e più difficilmente scardinabili gli permettono di aumentare in modo esponenziale l'efficienza dei suoi assist e gli danno più spazi e più tempo per ragionare sul tiro dalla media. Sotto canestro è quasi completamente incapace di nuocere, dato nascosto gli anni passati dagli innumerevoli contropiedi due contro due che è stato in grado di finalizzare.
BILATERALITA'
Rubio è l'unico giocatore nella squadra insieme a Gorgui Dieng con un plus-minus positivo, senza di lui l'efficienza offensiva e difensiva della squadra crolla come un castello in demolizione. Facciamo un paragone con gli altri giocatori andati in cabina di regia per Minnesota quest'anno? Scomodiamo il Net plus minus:
Per chi non lo sapesse il Net Plus Minus indica il rapporto tra efficienza offensiva e difensiva quando il giocatore si trova sul parquet, rispetto a quando sta in panchina.
Si calcola così:
Net Offensive +/- a cui si sottrae il (Net Defensive +/-) = Net Plus Minus
In sostanza questo parametro, uno dei più interessanti in assoluto per quanto concerne le stats avanzate, è l'unico ideale strumento per capire quanto un giocatore possa essere versatile su ambo i lati del campo.
Questa è la tabella del Plus Minus per 100 possessi e del Net Plus Minus per tutti i giocatori passati in cabina di regia ai Timberwolves quest'anno:
Il dato è quasi impressionante, ma Rubio essendo un giocatore bilaterale, pur con una affidabilità al tiro enormemente inferiore rispetto agli altri suoi compagni di reparto riesce ad essere decisivo sopra tutti senza nemmeno un paragone. In difesa Mo Williams cede quello che costruisce in attacco, Zach LaVine per ora è totalmente inadeguato nel ruolo di playmaker, il che spiega molto semplicemente il record disastroso nelle 43 gare senza lo spagnolo.
Per fare un semplice paragone basta prendere in esame lo stesso dato per i candidati all'MVP per questa stagione:
A chiudere in bellezza ci pensa la capacità dello spagnolo nel perdere pochi palloni quando cerca di servire i compagni. E' uno dei giocatori migliori che ci siano a “fare la cosa giusta”. Concede appena 41 palle perse su passaggio sbagliato contro i 175 assist che smazza e le 34 palle che ruba. In sostanza più di un recupero per ogni due palle perse (complessivamente 58 in stagione) e già 380 punti generati da assist; in pratica nelle 19 gare che ha giocato, ha servito assist per l'equivalente del punteggio complessivo di 4 di queste secondo l'offensive rating dei Timberwolves.
A beneficiarne sono specialmente i lunghi Garnett e Pekovic, mentre con Andrew Wiggins la “connection” è ancora da formarsi data la tendenza del rookie ad andare in isolamento palla in mano.
Oggettivamente non saprà tirare, ma in tutto il resto invidia veramente poco a qualunque pariruolo.
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