NBA Focus: Golden State Warriors
Considerazioni sparse sul team che guida la Western Conference
Parlando dei Warriors durante la offseason, tra le altre cose avevamo indicato l'anomalia riguardante il dato di Curry e compagni nei passaggi per partita nel 2013/14, 245.8, di gran lunga ultimi NBA.
Oggi, dopo 19 vittorie in 21 partite, per player tracking Golden State è al quattordicesimo posto con 309.4 per partita, una sessantina abbondante in più.
Fare tanti passaggi non equivale automaticamente ad avere un grande attacco, anzi, nel caso dei Warriors i progressi sono evidenziati da altri dati: +3.2 'assist opportunies per game' e +5.4 'points created by assist' (primi NBA con 60.3).
La 'rivoluzione' portata da Steve Kerr è partita da qui, e non poteva essere altrimenti, vista la presenza nel roster di passatori sopra la media in praticamente ogni posizione.
-Un altro 'assist' è arrivato dall'infortunio di David Lee, che ha agevolato l'ingresso tra gli starters di Draymond Green, uno dei primi candidati al 'most improved player of the year' per il suo contributo sui due lati del campo.
L'ex Michigan State in difesa può cambiare praticamente su ogni blocco senza subire (al contrario di Lee), ed in attacco - oltre alle sue doti da passatore- ha aggiunto al suo arsenale un tiro da tre sempre più affidabile. Contro i Bulls, in una partita da 14 su 37 dal campo per gli Splash Brothers, ha fatto la differenza con 7 triple mandate a segno sulle 13 tentate.
Con lui in campo i Warriors tirano il 40% da tre, quando è in panchina invece scendono al 28%.
Su Green vale la pena aprire una parentesi, dato che il suo contratto scadrà a fine stagione, e non è difficile immaginare la fila di pretendenti pronte a strapparlo ai Warriors. Giocatori versatili come lui, in grado di contribuire in diversi contesti, sono ricercatissimi, Golden State avrà la possibilità di pareggiare ogni offerta, ma il rischio luxury tax è veramente dietro l'angolo...
-La difesa, 'orfana' di David Lee (sarà molto interessante vedere come sarà utilizzato da Kerr quando tornerà a disposizione), viaggia a livelli storici (in questo senso occhio però al calendario, che per Basketball-reference fino ad ora è stato tra i più facili della lega), appena 94.5 punti subìti ogni 100 possessi, ed ancora di meno quando a giocare sono gli uomini migliori:
Lo stesso Barnes rende di più giocando con gli starters, in un ruolo da terza/quarta opzione che gli è sicuramente più congeniale di quello da prima punta della second unit che spesso gli affidava Jackson lo scorso anno.
- degli Splash Brothers si è detto, e si continuerà a dire di tutto, sono primo e secondo NBA per plus/minus medio, dopo esser stati nella top 6 già la scorsa regular season.
Qui, con l'aiuto di player tracking, cerchiamo di evidenziare quei progressi che non emergono semplicemente guardando il tabellino:
Klay Thompson ha variato e non di poco il suo gioco offensivo, mettendo più palla per terra (5.8 a partita, erano appena 2.8 nel 2013/14) per approfittare al meglio di difese che di base cercano sopratutto di impedirgli il tiro.
KT 2013/14
KT 2014/15
Il primo è prettamente una guardia tiratrice, il secondo somiglia molto di più ad uno scorer completo...
-Su Curry invece, nonostante stia viaggiando a ritmi da MVP grazie al suo incredibile talento offensivo, preferiamo segnalare i progressi fatti registrare nella propria metà campo.
Curry 2013/14
Curry 2014/15
L'ultima riga , Diff%, in pratica è la differenza tra la percentuale normale dell'attaccante e quella ottenuta contro il difensore (in questo caso Curry). Un valore con - indica quindi un buon lavoro del difensore.
I miglioramenti sono evidenti in ogni tipo di conclusione, addirittura concede il 13.7% in meno rispetto allo scorso anno nei tiri da meno di 6 piedi.
Ovviamente questo non vuol dire che Curry sia diventato il Beverley della situazione, i dati riguardano solo un quarto di stagione contro un calendario perlomeno abbordabile.
L'ex Davidson è sembrato comunque più coinvolto, e sopratutto non viene più dirottato sempre sull'esterno meno pericoloso, come succedeva regolarmente con Jackson.
In un sistema con regole chiare, ed un portiere come Bogut alle spalle, basta avere intensità e concentrazione per dare una mano, e Curry non difetta di nessuna di queste due caratteristiche...
Siamo ancora all'inizio ed è presto per qualunque conclusione, di questi tempi lo scorso anno i Pacers sembravano destinati a sbriciolare la Eastern Conference, e poi è cambiato tutto.... Il team di Kerr però fa paura a tutti, la speranza è che riesca finalmente ad arrivare in salute ai playoff, per poter dimostrare il proprio valore nel contesto più competitivo del mondo.