NBA on fire: James Harden e Dwight Howard
Il duo dei Rockets protagonista di un perfetto inizio di regular season

Si sta parlando molto dell'avvio di stagione da record degli Houston Rockets, c'è chi parla di calendario facile, e chi invece crede molto alle potenzialità del team texano. Una cosa è certa, meglio non dare troppo peso alle serie positive, specialmente quelle di inizio stagione, perchè la delusione è dietro l'angolo.
Prendiamo come esempio i Pacers, autentici dominatori nella prima metà della scorsa regular season, ma poco più che sufficienti nei playoff. 82 partite sono tante, diversi coach preferiscono evitare di spremere troppo i propri giocatori, anche se la tassa da pagare equivale a qualche vittoria.
Resta comunque ottimo l'approccio dei Rockets alla regular season, sembra quasi che Harden e compagni vogliano sconfessare i tanti addetti ai lavori che hanno parlato di un team decisamente indebolito dopo le partenze di Parsons, Lin e Asik.
Ora più che mai questa è la squadra di James Harden e Dwight Howard.
Il primo gioca con una fiducia nei suoi mezzi incredibile, e continua ad essere il simbolo della 'Moreyball'
Primo NBA per liberi segnati e tentati, Harden è forse la superstar che attualente ha il maggior carico di responsabilità all'interno della propria squadra, almeno fra le contender (o presunte tali). E' il realizzatore designato ma anche il principale regista, ed ha subito aiutato i nuovi arrivi a mettersi in mostra.
da NBA.com
Il dettaglio dei suoi passaggi dimostra come i suoi bersagli preferiti siano nell'ordine Trevor Ariza, Papanikolau (l'ala greca tira il 63% da tre su suo assist, e 0% quando non è l'ex Arizona State a servirlo....), Terry e Canaan.
I suoi 7.2 assist di media hanno prodotto ben 18.8 punti a partita, in pratica circa due terzi dei suoi passaggi vincenti hanno generato una tripla.
E' ancora presto per parlare di MVP, ma se dovesse rimanere costante a questo livello...
Certo c'è la difesa, che non sarà mai il suo punto forte, ma con tutto quello che deve fare in attacco forse gli si può perdonare di non essere un mastino.
Lo stesso Dwight Howard è in stato di grazia, più aggressivo del solito in attacco e a rimbalzo, anche lui con la faccia giusta.
Probabilmente non sarà mai più il dominatore che era ad Orlando, è vero che ha ancora 29 anni ma è già alla sua undicesima stagione NBA, ed ha un impiego medio in carriera di quasi 36 minuti.
Con lui in campo i Rockets hanno concesso appena 85.1 punti ogni 100 possessi, mentre quando McHale lo richiama in panca il valore sale a 107, una differenza di quasi 22 punti ogni 100 possessi, un'enormità. Questo dipende almeno in parte dal non aver in pratica sostituito Asik, ma comunque non cambia l'impatto che l'ex centro di Lakers e Magic sta avendo nella propria metà campo, dove concede il 43% agli avversari quando difende vicino al ferro (era il 48% lo scorso anno).
In attacco Howard dovrà continuare ad approfittare dei tanti matchup favorevoli, proprio come successo nella vittoria sugli Spurs, quando ha dominato contro il malcapitato Aron Baynes.
Al resto ci pensa Harden....