Masai Ujiri dice la sua sulla vicenda Ferry-Deng
Il GM dei Raptors ha pubblicato un articolo speciale sul Globe and Mail
Masai Ujiri, GM dei Toronto Raptors, ha voluto dire la sua sulla vicenda riguardante Danny Ferry, GM degli Hawks, e gli insulti razzisti nei confronti di Luol Deng. Ujiri ha pubblicato un articolo speciale sul Globe and Mail di Toronto, ecco di seguito il testo del suo scritto:
Danny Ferry pensa che Luol Deng abbia "un pò di africano in se". Ferry è il GM degli Atlanta Hawks e Luol Deng è una star NBA. Quella affermazione è una di quelle che Ferry ha fatto su Deng come potenziale obiettivo del mercato free-agent degli Hawks. Come molti di voi sapranno, quelle parole hanno causato molto scompiglio e rabbia.
Quando ho sentito quelle parole per la prima volta, mi sono chiesto: 'che cosa vuol dire?'. Io sono africano e vengo dalla Nigeria. Luol è africano e viene dal Sud Sudan. Abbiamo lavorato insieme nel nostro continente, organizzando dei nostri camp personali ma anche partecipando ai camp organizzati dalla NBA.
Ricordo un evento a Kigali, in Ruanda, quando Luol si presentò davanti ai ragazzi presenti anche se aveva una forte influenza. Non voleva deluderli, erano lì per lui.
Questo vuol dire avere un "pò di africano in se"?
I suoi colleghi NBA lo hanno nominato come il più sportivo della lega. L'anno scorso, il suo lavoro per la comunità gli ha fatto guadagnare il Walter Kennedy Citizenship Awards.
Questo vuol dire avere un "pò di africano in se"?
Luol è stato due volte all-star. Un paio di anni fa ebbe una terribile reazione ad una puntura lombare, perse molti chili mentre era in ospedale. Ci sentivamo via messaggio in quel periodo e nonostante il dolore e la serietà del problema, Luol rimaneva sempre molto umile e voglioso di recuperare. Quando uscì dall'ospedale, cercò ancora di aiutare la sua squadra durante una serie di playoffs.
E' questo essere un 'pò africani'?
Conosco Danny Ferry da qualche anno. Prima l'ho conosciuto quando lavoravo come scout, poi ci siamo incontrati ancora quando ho iniziato a lavorare come GM. Ho sempre pensato che si presentasse bene, una persona forte. L'ho sempre rispettato per questo.
Abbiamo lavorato ad una trade lo scorso Giugno, un affare che ha portato Lou Williams e Lucas Nogueira a Toronto. Danny era molto sicuro di quello che voleva in quella trade e ha spinto affinchè l'affare si facesse. Questo è come un lavoro dovrebbe essere portato avanti.
Quindi quando ho sentito quello che lui aveva detto, sono stato preso alla sprovvista.
Ho preso contatti con un paio di persone che conoscono molto bene Danny. Entrambe queste persone sono state molto importanti per me.
La prima persona è R.C. Buford, il GM dei San Antonio Spurs. E' stato uno dei primi dirigenti NBA a presentarsi ai nostri camp in Africa circa una decina di anni fa. In quello stesso periodo decise di adottare un giovane ragazzo che veniva dal Camerun. La seconda persona che ho contattato è stato Wayne Embry, che adesso lavora come adviser per i Raptors. Quarant'anni fa Embry divenne il primo GM afro-americano della storia della NBA.
Entrambe queste persone, che stimo profondamente, sono molto vicine a Danny. Mi hanno detto solo grandi cose su di lui. Questa lega è come un piccolo mondo. Altre persone con le quali ho parlato di questa vicenda mi hanno detto che Danny non ha mai avuto nulla a che fare con qualcosa legato al razzismo.
Ho parlato personalmente anche con Danny riguardo a questa situazione. Ha iniziato scusandosi con Luol e poi si è scusato con me e si è scusato per ogni insulto che avrebbe potuto riferire alla gente africana in generale. Ha cercato di spiegarmi questo incidente nel modo più completo possibile. Ci sono alcuni aspetti della conversazione che abbiamo avuto che preferisco tenere privati ma credo di aver capito bene quello che voleva dirmi.
Ecco quello che ho da dire sulla faccenda:
Non ho idea di quello che sta succedendo all'interno dell'organizzazione degli Atlanta Hawks ma so perfettamente come funziona il mondo degli scout. Abbiamo tutti modi diversi di diffondere le informazioni e utilizziamo parole diverse per farlo. Ma in questo caso è stata oltrepassata una linea che non doveva essere superata.
Detto questo, siamo tutti umani. Siamo tutti vulnerabili e tutti commettiamo degli errori. Si scopre il vero carattere di una persona dalla sua abilità di imparare e andare oltre questi errori. Una delle cose davvero importanti che dobbiamo imparare è come perdonare chi commette degli errori.
L'errore che ha commesso Danny rimarrà su di lui per molto tempo. Quello che ha detto non può essere cancellato ma dobbiamo essere in grado di guardare al suo cuore. Se ha commesso un errore onesto e isolato, allora dovremmo perdonarlo e andare avanti.
Ho parlato con Luol Deng nella mattinata di Mercoledì. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'Dobbiamo fare in modo che quanto successo non possa colpire altri giocatori africani."
I giovani giocatori che vengono dall'Africa sono rinomati in tutto il mondo per la loro etica del lavoro e per la loro umiltà. Luol non è preoccupato per se stesso. E' preoccupato che le opportunità che sono state concesse a me e a lui siano ancora lì per tutti i giovani africani che aspirano ad arrivare in questa lega. Inoltre, Luol teme che alcuni dei noti stereotipi venuti a galla in questa storia possano rimanere ancora nella testa di molte persone. Questo vi dovrebbe far capire di che persona stiamo parlando.
Luol andrà oltre questa storia e continuerà a fare al meglio il suo lavoro, di cui il basket professionistico è solo una piccola parte. Spero di rivederlo presto in Africa dove lavoreremo insieme a tanti giovani ragazzi che capiscono che avere un "pò di africano in loro" vuol dire avere l'orgoglio di un continente intero sempre vicino.
La mia speranza è di vedere presto anche Danny Ferry ad uno dei camp di Basketball Without Borders, così che ci potrà conoscere meglio.
Perchè quando ci conosciamo meglio, riusciamo a fare cose migliori.
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