NBA on fire: Russell Westbrook
Thunder e Clippers in parità dopo le prime due partite
Quella contro Memphis non è stata la miglior serie playoff della carriera di Russell Westbrook, specie nelle prime 5 partite. Nelle tre sconfitte contro Gasol e compagni il playmaker dei Thunder è stato tenuto sotto il 40% dal campo.
Queste le sue prestazioni nelle 3 partite in questione:
30 su 85 totale dal campo, decisamente troppo poco in una serie così equilibrata, in cui un canestro in più nel momento giusto poteva garantire molto in anticipo il passaggio del turno, con relativo risparmio di energie fisiche e mentali.
Ma Westbrook è anche questo, prendere o lasciare, tanti errori ma anche una marea di aspetti positivi, non solo quelli che a fine gara finiscono nel box score.
Poi nelle giornate in cui mette il tiro è totalmente inarrestabile:
Nelle ultime tre vittorie l'ex UCLA viaggia a 27.7 punti (54% dal campo, 62% da tre, 82% ai liberi) con 9.7 rimbalzi (Con 31 rimbalzi d'attacco Westbrook è addirittura primo nei playoff,solo Robin Lopez e Marcin Gortat ne prendono più dei suoi 3.4 di media, ma su meno partite), 10.3 assist, 2.7 recuperi (5 perse) ed un +19 medio di Plus/minus.
In queste partite ha selezionato meglio le conclusioni, specie dalla media distanza, zona del campo dalla quale può costruirsi un tiro quando vuole.
Proprio nel midrange game il playmaker ha mostrato grossi miglioramenti, passando dal 38% nella regular season 2012/13 al 43% (per contestualizzare meglio, il re del midrange, ovvero LaMarcus Aldridge, ha chiuso con il 42% su 899 conclusioni. Il vero marziano, e non da oggi, è Nowitzki, 50% su 709 tiri...) di quella appena conclusa. E nei playoff ad oggi ha un più che positivo 27 su 56 (48%).
Se uno che batte chiunque dal palleggio riesce anche a convertire quel tipo di tiro, allora non c'è veramente difesa che tenga...
In molti sostengono che i Thunder avrebbero bisogno di un sistema offensivo più strutturato (e magari anche di un nuovo coach...), con più movimento e più regole. Il principio è giustissimo e condivisibile, ma c'è da porsi una domanda: siamo sicuri che Westbrook sarebbe lo stesso fenomeno se fosse costretto a 'pensare' invece di seguire il proprio istinto?
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