Andrea Mazzon parla con Sportando della sua avventura in D-League con gli 87ers
Coach Mazzon è diventato l'assistant coach dei Delaware 87ers, franchigia di D-League affiliata ai Philadelphia 76ers
(Ciamillo & Castoria)
Andrea Mazzon è divenuto da qualche settimana l’assistant coach dei Delaware 87ers, franchigia di NBA D-League affiliata ai Philadelphia 76ers.
Questa la nostra intervista.
Cosa ha fatto Andrea Mazzon nell’ultimo anno e mezzo dopo la separazione con Venezia?
Ho viaggiato moltissimo tra Europa ed America. Vado a memoria: le Final Four di Eurolega, Portsmouth per il college, Santa Cruz per la D-League più partite in Grecia, Germania, Spagna cercando di imparare cose diverse e ovviamente per conoscere più’ giocatori possibili. Oltre a cinque mesi negli Stati Uniti per vedere di tutto dal College Basketball alla NBA.
A giugno del 2014 credevo di essere riuscito ad entrare nel mondo Usa e non ho voluto accettare nessun incarico sebbene ci fossero 2 possibilità in Europa. Purtroppo non si fece nulla e così decisi di continuare per la “strada” americana fino a Luglio di quest’anno e quando meno te lo aspetti sono arrivati ecco l’opportunità’.
Come è arrivata l’opportunità di allenare in D-League?
L’oppurtunità è nata direi dopo un continuo studio reciproco. Se sento ancora dire che qui lavorano poco divento matto, perché ho dovuto passare attraverso decine di “interviste” (come le chiamano loro) e altrettanti colloqui, molti anche informali, perché giustamente quando assumi qualcuno vuoi spere esattamente chi è e come allena.
Direi che dal GM dei Sixers fino all’ultimo scout tutti mi hanno parlato e chiesto impressioni.
Ha aiutato molto il fatto di aver allenato tanti giocatori che hanno giocato in NBA e alcuni europei molto riconosciuti in America ma penso che il mio attuale capo allenatore Kevin Young sia stato determinante nella decisione finale.
Coach Young è una mente aperta ed ha una gran voglia di mescolarsi con altre culture ed io ho apprezzato molto il suo farmi sentire importante.
Poi è innegabile che il curriculum e la presenza di Ettore Messina sia una fortuna enorme per noi italiani.
Certo fa un po’ specie essere il secondo Italiano qui dopo di lui qui, e ad essere onesto mi sento tanto fortunato ma come spesso mi dico è pallacanestro non cardiochirurgia pediatrica….
Il giorno della telefonato non posso dimenticarlo come difficilmente puoi dimenticare un vero training camp con una squadra NBA. Però non sono solo rose e fiori perchè le trafile burocratiche per il visto e le normali difficoltà di tutti i giorni sono parecchie. Come ho detto ad un caro amico, nulla è gratis.
I Sixers anche se non stanno vincendo sono una franchigia in grande espansione che cura molto la crescita dei giocatori e la possibilità che danno alla squadra della D-League di essere parte integrante della NBA è molto rara in America.
Quindi quando mi è stata prospettata l’idea di lavorare con i Sixers al training camp e poi con la Dleague non potevo dire no anche se vi assicuro che non è né facile né “figo” perché’ i ritmi sono davvero l’opposto dei nostri.
Non necessariamente più duri ma molto diversi sì.
Quale sarà il tuo compito nella franchigia di D-League?
Innanzitutto abbiamo preparato il draft di D-League che è una cosa complicata ma davvero interessantissima perché devi vedere e valutare centinaia di giocatori ed in 3 giorni prendere le decisioni per la squadra. Concludendo il tutto con un vero draft esattamente come quello NBA che dura un paio d’ore, davvero esperienza unica.
Poi il nostro GM Brandon Williams che è anche vice GM dei Sixers (ha giocato in italia a Novara, ndr) è stato fantastico nel sintetizzare tutto il lavoro fatto dagli allenatori e dare un’organizzazione al draft, un lavoro certosino realmente geniale.
Una volta fatte le scelte dei 15 giocatori si e’ iniziato il “ritiro” di ben 11(!!!!) giorni e poi via al campionato. Direi che questo è stato quanto di più breve e sintitetico io abbia mai potuto immaginare. Qui i giocatori arrivano allenati e non hai bisogno delle 6/7 settimane che spesso facciamo in Europa. Devo ammettere dopo quello che ho visto che noi allenatori siamo dei folli facendo dei ritiri eterni. ;a i giocatori spesso si presentano in condizioni pietose e perciò ne sei quasi obbligato. Qui tutti possono essere tagliati in ogni momento quindi o sei pronto o vai a casa, garanzie zero non ci sono alibi o scuse.
Sono un normale vice allenatore che cerca di portare esperienza e fare un altrettanto normale lavoro di scouting come tutti fanno. In palestra invece cerco di sviluppare fondamentali e tecnica individuale e di squadra, nell’ultimo periodo poi abbiamo con noi due giocatori dei Sixers, Tony Wroten e Kendall Marshall e questo aiuta tutti, giocatori giovani e allenatori perché’ avere due “NBAers” vicino fa sempre bene se non altro per lo spirito di emulazione.
Sembra ridicolo ma sono il senior coach, qui davvero gli allenatori sono molto giovani ma hanno la possibilita di emergere, per farlo però sono pronti a tutto. Quando dico tutto intendo davvero tutto, sacrificando la propria vita alla pallacanestro.
Mi sembra davvero di rivedermi in loro e questo è molto bello, e onestamente raro dalle nostre parti.
Giocheremo più di 50 partite in 4 mesi e mezzo e il lavoro di scouting video e analisi sarà immenso, ma sono felice di aver l’opportunità’ di conoscere tecnologie e cose completamente nuove anche se non è proprio facile seguire questi giovani mostri del PC, diciamo che prendo appunti fuori della palestra e loro prendono appunti in palestra, uno scambio continuo.
Negli ultimi due anni c’è mai stata l’opportunità di allenare in Italia o in Europa?
Come dicevo a giugno 2014 sì, ma non ero intenzionato a farlo. Quest’anno invece che avrei voluto farlo poco o niente, ma come spesso succede le cose più incredibili ti capitano quando non te le aspetti.
Che durata ha il contratto con i Delaware87ers?
Il contratto ha una durata di due anni con la possibilità di uscita a fine stagione ma non è certo questo il problema, perché davvero sto imparando a vivere giorno per giorno e a gustarmi tutto questo, dei programmi ci penserò a giugno ora mi devo concentrare in quello che devo fare.
Che tipo di basket si gioca in D-League se paragonato a quello che la gente è abituato a vedere in NBA?
Molto simile alla NBA, praticamente stesse regole, ma 10 giocatori in panchina. Probabilmente la lega più rapida e veloce al mondo con giocatori davvero interessanti. Molti dei giocatori di D-League non saranno mai adatti alla NBA perché non abbastanza atletici ma con qualità tecniche di alto livello, sicuramente per le leghe più importanti europee.
I giochi offensivi sono completamente diversi dai nostri, la transizione e il contropiede sono la base, credo che un coach come Tonino Zorzi avrebbe avuto successo qui, perchè utilizzano tante cose di cui mi parlava nell’anno insieme alla Reyer.
Il sogno ora è rimanere da quella parte dell'Oceano o tornare, comunque, in Europa?
Il sogno è di continuare ad insegnare pallacanestro ed allenare. Dove non lo so e non voglio pensarci anche perché in America dicono: abbi paura dei tuoi sogni, potrebbero avverarsi.