Intervista esclusiva con David Hawkins al Torneo di Castelfiorentino
Il Falco parla della separazione con Milano, del perché Siena vinca in Italia e del suo futuro al Besiktas
Durante il Torneo Vasco Martini di Castelfiorentino abbiamo avuto l'occasione di incontrare David Hawkins che ha lasciato l'Italia dopo sette anni per firmare con il Besiktas Istanbul.
Cosa è veramente successo con Milano?
Non avevo un contratto per la prossima stagione. L'accordo sarebbe stato garantito solo se avessimo raggiunto la finale in campionato e quindi l'Euroleague. Il problema è che quando sono partito per gli States a fine stagione, sembrava certo il mio ritorno. Con la dirigenza avevamo già parlato della prossima stagione. Arrivato in America ho capito che non sarei più tornato. Diciamo che non c'è stata un'ottima comunicazione.
In Italia hai giocato, dopo l'esperienza a Rieti, con Roma, Milano e Siena. Perché a vincere ultimamente è solo Siena? E' questione di organizzazione, coaching staff, giocatori?
Siena vince perché tutta l'organizzazione ha un solo obiettivo che è quello di vincere. Dal primo all'ultimo. E poi il sistema Pianigiani è perfetto. Non basta solo avere soldi e ottimi giocatori, bisogna avere anche un buon sistema di gioco e Siena ce l'ha.
Besiktas è stata la tua sola opzione una volta che hai lasciato Milano? E cosa significa avere in squadra un giocatore come Deron Williams?
Sicuramente la possibilità di giocare con Deron Williams è stata molto importante nella mia scelta. Volevo vedere cosa significasse giocare con una point guard del suo calibro. Per me è sicuramente una grande opportunità per provare un'esperienza nuova e vedere le differenze con l'Italia. Mi aspetto grandi cose dalla prossima stagione.
Qual è l'obiettivo del Besiktas per la prossima stagione. Il roster è secondo te in grado di competere con le tre grandi del basket turco come Fenerbahce, Anadolu Efes e Galatasaray?
E' ancora presto per parlarne ma sono certo che abbiamo un roster in grado di potersela giocare contro chiunque.
Tornando all'esperienza italiana, quale è stato il tuo momento migliore e quale il peggiore?
Il migliore sicuramente la vittoria dello scudetto con Siena, per il peggiore, quando sono risultato positivo al test antidoping quando ero a Roma.
Il giocatore più forte con cui hai giocato?
Sono tre i giocatori più forti: Dejan Bodiroga, Romain Sato e Terrell McIntyre. Se poi parliamo di amicizie, due su tutti, Mike Hall e Lynn Greer.