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Nazionali 19/10/2017, 09.07

Meo Sacchetti e la Romania, il paese in cui la famiglia cercò fortuna

Il coach della Nazionale: I miei bisnonni partirono per cercare lavoro, e lo trovarono nelle cave della Romania

Nazionali
Esordirà contro la Romania Romeo Sacchetti, coach della Nazionale. E non è cosa scontata, per chi è figlio di immigrati italiani che cercarono fortuna proprio in quella terra: «Ma sono l’unico ad essere nato in Italia della mia famiglia - ricorda a Fabrizio Turco de La Gazzetta dello Sport - i miei bisnonni partirono per cercare lavoro, e lo trovarono nelle cave della Romania. Erano bravi a lavorare il porfido, a fare i sampietrini, e in Romania c’era tanto lavoro».
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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 16 Commenti
  • Giocare 19/10/2017, 16.38 Mobile
    Citazione ( PauGasol16 19/10/2017 @ 16:16 )

    Dalla Gazzetta di oggi: To­ri­no, il ba­sket e la Ro­ma­nia: sem­bra una sce­neg­gia­tu­ra di Hol­ly­wood, in­ve­ce è la sto­ria di Meo Sac­chet­ti. An­zi, Sa­chet. «Sem­bra una sto­ria scrit­ta ap­po­sta per me: io che so ...

    Alle volte si pensa di saperle e in realtà scopri che sai piccoli frammenti, così come quelli detti da ognuno di noi. Grazie per l'esaustiva spiegazione, evidentemente tratta dal libro autobiografico uscito l'anno scorso proprio mentre era da noi a Brindisi

  • PauGasol16 19/10/2017, 16.16 Mobile
    Citazione ( Giocare 19/10/2017 @ 12:55 )

    Mi sa Piemonte, tipo Novara o Alessandria


    Dalla Gazzetta di oggi: To­ri­no, il ba­sket e la Ro­ma­nia: sem­bra una sce­neg­gia­tu­ra di Hol­ly­wood, in­ve­ce è la sto­ria di Meo Sac­chet­ti. An­zi, Sa­chet. «Sem­bra una sto­ria scrit­ta ap­po­sta per me: io che so­no sta­to gio­ca­to­re e al­le­na­to­re di To­ri­no, che ho avu­to l’ono­re di gio­ca­re in Na­zio­na­le, ades­so mi ri­tro­vo a de­but­ta­re sul­la pan­chi­na az­zur­ra pro­prio con­tro la Ro­ma­nia. In­cre­di­bi­le».To­ri­no, il ba­sket e la Ro­ma­nia: sem­bra una sce­neg­gia­tu­ra di Hol­ly­wood, in­ve­ce è la sto­ria di Meo Sac­chet­ti. An­zi, Sa­chet. «Sem­bra una sto­ria scrit­ta ap­po­sta per me: io che so­no sta­to gio­ca­to­re e al­le­na­to­re di To­ri­no, che ho avu­to l’ono­re di gio­ca­re in Na­zio­na­le, ades­so mi ri­tro­vo a de­but­ta­re sul­la pan­chi­na az­zur­ra pro­prio con­tro la Ro­ma­nia. In­cre­di­bi­le».IM­MI­GRA­TO Già, per­ché ve­ner­dì 24 no­vem­bre, in quel­lo che fu il «suo» Pa­laRuf­fi­ni, fa­rà il suo esor­dio in Na­zio­na­le nel pri­mo mat­ch va­li­do per le qua­li­fi­ca­zio­ni che por­te­ran­no al Mon­dia­le in Ci­na del 2019. Con­tro la «sua» Ro­ma­nia: «Io so­no l’uni­co del­la fa­mi­glia a es­se­re na­to in Ita­lia». La sua è una sto­ria di im­mi­gra­zio­ne al con­tra­rio, l’op­po­sto ri­spet­to a ciò che sia­mo abi­tua­ti a vi­ve­re og­gi: «La vi­ta mi dis­se ‘ar­ran­gia­ti’ mol­to in fret­ta e il ba­sket è sta­to il col­lan­te, per­ché è sta­to la pri­ma co­sa bel­la del­la mia esi­sten­za». La sto­ria del­la sua fa­mi­glia ini­zia due vi­te fa, a me­tà 800: «I miei bi­snon­ni par­ti­ro­no per cer­ca­re la­vo­ro e lo tro­va­ro­no nel­le ca­ve del­la Ro­ma­nia — ri­ca­pi­to­la Meo —. Si chia­ma­va­no Sa­chet, non Sac­chet­ti; i non­ni di mio pa­dre Pie­tro ar­ri­va­ro­no dal Bel­lu­ne­se, quel­li di mia ma­dre Ca­te­ri­na, che di co­gno­me fa­ce­va­no Ste­fa­ni, era­no del Tren­ti­no». Le ra­di­ci pa­triar­ca­li af­fon­da­no a Ca­stel­la­vaz­zo, che sa­reb­be di­ven­ta­ta tri­ste­men­te no­ta ne­gli an­ni 60 per la tra­ge­dia del Va­jont: «Era­no tut­ti esper­ti nel la­vo­ra­re il por­fi­do, bra­vis­si­mi nel fa­re i sam­pie­tri­ni; e in Ro­ma­nia di la­vo­ro ce n’era mol­to». Ed è lì che pa­pà Pie­tro s’in­na­mo­ra di mam­ma Ca­te­ri­na e do­ve na­sco­no Fran­ce­sco, Gil­da e Vir­gi­nia, i fra­tel­li mag­gio­ri di Meo. Og­gi Vir­gi­nia non c’è più, pro­prio co­me Ro­meo: «Sì, per­ché pri­ma di me c’era sta­to un al­tro Ro­meo: nac­que ne­gli an­ni 40IM­MI­GRA­TO Già, per­ché ve­ner­dì 24 no­vem­bre, in quel­lo che fu il «suo» Pa­laRuf­fi­ni, fa­rà il suo esor­dio in Na­zio­na­le nel pri­mo mat­ch va­li­do per le qua­li­fi­ca­zio­ni che por­te­ran­no al Mon­dia­le in Ci­na del 2019. Con­tro la «sua» Ro­ma­nia: «Io so­no l’uni­co del­la fa­mi­glia a es­se­re na­to in Ita­lia». La sua è una sto­ria di im­mi­gra­zio­ne al con­tra­rio, l’op­po­sto ri­spet­to a ciò che sia­mo abi­tua­ti a vi­ve­re og­gi: «La vi­ta mi dis­se ‘ar­ran­gia­ti’ mol­to in fret­ta e il ba­sket è sta­to il col­lan­te, per­ché è sta­to la pri­ma co­sa bel­la del­la mia esi­sten­za». La sto­ria del­la sua fa­mi­glia ini­zia due vi­te fa, a me­tà 800: «I miei bi­snon­ni par­ti­ro­no per cer­ca­re la­vo­ro e lo tro­va­ro­no nel­le ca­ve del­la Ro­ma­nia — ri­ca­pi­to­la Meo —. Si chia­ma­va­no Sa­chet, non Sac­chet­ti; i non­ni di mio pa­dre Pie­tro ar­ri­va­ro­no dal Bel­lu­ne­se, quel­li di mia ma­dre Ca­te­ri­na, che di co­gno­me fa­ce­va­no Ste­fa­ni, era­no del Tren­ti­no». Le ra­di­ci pa­triar­ca­li af­fon­da­no a Ca­stel­la­vaz­zo, che sa­reb­be di­ven­ta­ta tri­ste­men­te no­ta ne­gli an­ni 60 per la tra­ge­dia del Va­jont: «Era­no tut­ti esper­ti nel la­vo­ra­re il por­fi­do, bra­vis­si­mi nel fa­re i sam­pie­tri­ni; e in Ro­ma­nia di la­vo­ro ce n’era mol­to». Ed è lì che pa­pà Pie­tro s’in­na­mo­ra di mam­ma Ca­te­ri­na e do­ve na­sco­no Fran­ce­sco, Gil­da e Vir­gi­nia, i fra­tel­li mag­gio­ri di Meo. Og­gi Vir­gi­nia non c’è più, pro­prio co­me Ro­meo: «Sì, per­ché pri­ma di me c’era sta­to un al­tro Ro­meo: nac­que ne­gli an­ni 40In Ro­ma­nia, in una ca­sa sui mon­ti, ma si am­ma­lò e se ne an­dò in pa­ra­di­so. Poi, fi­ni­ta la Se­con­da guer­ra mon­dia­le, la mia fa­mi­glia fu co­stret­ta a de­ci­de­re di tor­na­re in Ita­lia, e quan­do mia mam­ma ri­ma­se di nuo­vo in­cin­ta era ine­lut­ta­bi­le che mi chia­mas­si Ro­meo. Se non fos­se mor­to Ro­meo, og­gi non ci sa­rei io; mi ha sem­pre fat­to ri­flet­te­re».In Ro­ma­nia, in una ca­sa sui mon­ti, ma si am­ma­lò e se ne an­dò in pa­ra­di­so. Poi, fi­ni­ta la Se­con­da guer­ra mon­dia­le, la mia fa­mi­glia fu co­stret­ta a de­ci­de­re di tor­na­re in Ita­lia, e quan­do mia mam­ma ri­ma­se di nuo­vo in­cin­ta era ine­lut­ta­bi­le che mi chia­mas­si Ro­meo. Se non fos­se mor­to Ro­meo, og­gi non ci sa­rei io; mi ha sem­pre fat­to ri­flet­te­re».LUO­GHI DEL CUO­RE Meo na­sce nel cam­po pro­fu­ghi di Al­ta­mu­ra e fa­rà ap­pe­na in tem­po a co­no­sce­re pa­pà, che muo­re sei me­si do­po la sua na­sci­ta. A quel pun­to, mam­ma de­ci­de di spo­star­si al nord, a No­va­ra: «Ri­cor­do che da pic­co­lo, quan­do fa­ce­vo qual­che ma­ra­chel­la, mam­ma mi in­sul­ta­va in ro­me­no». Pur da lon­ta­no, la Ro­ma­nia gli è ri­ma­sta scol­pi­ta nel cuo­re; pro­prio co­me To­ri­no, do­ve fra il 1979 e il 1984 ha vis­su­to la ma­tu­ri­tà ce­sti­sti­ca che lo por­te­rà in az­zur­ro a vin­ce­re l’ar­gen­to olim­pi­co di Mo­sca 1980 e l’oro eu­ro­peo di Nan­tes 1983. A To­ri­no sa­reb­be poi tor­na­to an­che più avan­ti, a fa­re l’al­le­na­to­re: è il 1996, la car­rie­ra è agli ini­zi ma il ca­ri­sma nel­lo spo­glia­to­io è già sboc­cia­to. E ades­so, per met­te­re in­sie­me i pez­zi del puzz­le, ba­ste­rà una se­ra: con la Na­zio­na­le, a To­ri­no, con­tro la Ro­ma­nia.LUO­GHI DEL CUO­RE Meo na­sce nel cam­po pro­fu­ghi di Al­ta­mu­ra e fa­rà ap­pe­na in tem­po a co­no­sce­re pa­pà, che muo­re sei me­si do­po la sua na­sci­ta. A quel pun­to, mam­ma de­ci­de di spo­star­si al nord, a No­va­ra: «Ri­cor­do che da pic­co­lo, quan­do fa­ce­vo qual­che ma­ra­chel­la, mam­ma mi in­sul­ta­va in ro­me­no». Pur da lon­ta­no, la Ro­ma­nia gli è ri­ma­sta scol­pi­ta nel cuo­re; pro­prio co­me To­ri­no, do­ve fra il 1979 e il 1984 ha vis­su­to la ma­tu­ri­tà ce­sti­sti­ca che lo por­te­rà in az­zur­ro a vin­ce­re l’ar­gen­to olim­pi­co di Mo­sca 1980 e l’oro eu­ro­peo di Nan­tes 1983. A To­ri­no sa­reb­be poi tor­na­to an­che più avan­ti, a fa­re l’al­le­na­to­re: è il 1996, la car­rie­ra è agli ini­zi ma il ca­ri­sma nel­lo spo­glia­to­io è già sboc­cia­to. E ades­so, per met­te­re in­sie­me i pez­zi del puzz­le, ba­ste­rà una se­ra: con la Na­zio­na­le, a To­ri­no, con­tro la Ro­ma­nia.

  • gusmanedemattei 19/10/2017, 13.26 Mobile
    Citazione ( Giocare 19/10/2017 @ 12:57 )

    Hai ragione, mi correggo non è arrivato bambino. E' nato ad Altamura da genitori profughi albanesi.

    Pensa che seguo Sacchetti dagli anni '70, quando giocava a Asti, ma mai ho saputo che fosse figlio di albanesi.

  • Giocare 19/10/2017, 12.57
    Citazione ( gusmanedemattei 19/10/2017 @ 11:29 )

    Ma io sapevo che Meo era nato a Altamura..

    Hai ragione, mi correggo non è arrivato bambino. E' nato ad Altamura da genitori profughi albanesi.

  • Giocare 19/10/2017, 12.55
    Citazione ( PauGasol16 19/10/2017 @ 11:07 )

    Ma non erano del bellunese o qualcosa del genere?

    Mi sa Piemonte, tipo Novara o Alessandria

  • bellamartin 19/10/2017, 12.36
    Citazione ( Giocare 19/10/2017 @ 11:01 )

    La famiglia Sakhet era originaria dell'Albania. Quando arrivarono in un campo profughi ad Altamura il cognome venne riportato in italiano. Il ns Romeo era un bambino di pochi anni. Quindi i suoi nonni cercarono fortuna in Romania da albanesi, non da ...

    giusto. in quel periodo gli italiani andavano in belgio mica in romania

  • gusmanedemattei 19/10/2017, 11.29 Mobile
    Citazione ( Giocare 19/10/2017 @ 11:01 )

    La famiglia Sakhet era originaria dell'Albania. Quando arrivarono in un campo profughi ad Altamura il cognome venne riportato in italiano. Il ns Romeo era un bambino di pochi anni. Quindi i suoi nonni cercarono fortuna in Romania da albanesi, non da ...

    Ma io sapevo che Meo era nato a Altamura..

  • OttoLamphred 19/10/2017, 11.15
    Citazione ( bubu170 19/10/2017 @ 09:21 )

    C'è comunque una legge che obbliga la presenza di due rumeni sempre in cava

    Ci sono un sacco di rumeni fortissimi nelle miniere che non trovano spazio nelle cave per colpa degli stranieri

  • PauGasol16 19/10/2017, 11.07 Mobile
    Citazione ( Giocare 19/10/2017 @ 11:01 )

    La famiglia Sakhet era originaria dell'Albania. Quando arrivarono in un campo profughi ad Altamura il cognome venne riportato in italiano. Il ns Romeo era un bambino di pochi anni. Quindi i suoi nonni cercarono fortuna in Romania da albanesi, non da ...

    Ma non erano del bellunese o qualcosa del genere?

  • Giocare 19/10/2017, 11.01 Mobile
    Citazione ( gusmanedemattei 19/10/2017 @ 09:11 )

    Aspetto della vita di Meo che non conoscevo. Di quando eravamo noi i migranti.

    La famiglia Sakhet era originaria dell'Albania. Quando arrivarono in un campo profughi ad Altamura il cognome venne riportato in italiano. Il ns Romeo era un bambino di pochi anni. Quindi i suoi nonni cercarono fortuna in Romania da albanesi, non da italiani

  • LuKotto 19/10/2017, 10.15

    ne parla anche nel suo libro, molto bello!

  • Mettawp 19/10/2017, 09.30
    Citazione ( gusmanedemattei 19/10/2017 @ 09:11 )

    Aspetto della vita di Meo che non conoscevo. Di quando eravamo noi i migranti.

    Quasi sempre stati emigranti. Lo siamo ancora.
    [ link ],+Colosseo+quadrato,+foto+di+Nicola+Bruni+664x289.jpg
    [ link ]

  • laspadanellaroccia 19/10/2017, 09.21

    Ma quindi neanche in Romania c'è più lavoro?

  • bubu170 19/10/2017, 09.21
    Citazione ( OttoLamphred 19/10/2017 @ 09:15 )

    Aiutiamo gli italiani a casa loro

    C'è comunque una legge che obbliga la presenza di due rumeni sempre in cava

  • OttoLamphred 19/10/2017, 09.15

    Aiutiamo gli italiani a casa loro

  • gusmanedemattei 19/10/2017, 09.11 Mobile

    Aspetto della vita di Meo che non conoscevo. Di quando eravamo noi i migranti.