Sportando intervista Gorgui Dieng: Abbiamo ancora tanto da lottare
Le parole del lungo del Senegal e dei Timberwolves per Sportando
Gorgui Dieng (primo in valutazione della FIBA World Cup per ora con 26.7 punti) è il leader di questo sorprendente Senegal che, dopo 3 giornate, affianca le corazzate Croazia ed Argentina al secondo posto del girone B dei mondiali di Spagna. Il centro dei T'wolves ci concede in esclusiva per Sportando alcune battute dopo lo storico successo con i croati.
Sp: Siete partiti molto male contro la Grecia subendo una severa lezione, tu però hai da subito predicato pazienza e ti sei mostrato fiducioso sui vostri progressi. Quanto è stato importante in questo senso il tuo contributo per i compagni e la tua esperienza nella NBA?
Dieng: “Mi piacerebbe pensare di essere stato decisivo in questo senso – sorride Dieng – ma non avrei potuto trovare le parole giuste per stimolare i miei compagni che erano davvero con il morale a terra dopo il primo tempo contro la Grecia. In realtà la persona che ha cambiato il nostro torneo sino ad ora è stato coach Sarr. Durante il secondo tempo ha continuato a martellarci, dandoci fiducia e chiedendoci massima concentrazione. Insisteva perchè guardassimo il tabellone non per il punteggio complessivo ma per il parziale della ripresa, e su come stavamo in campo guardando i nostri progressi. Questo atteggiamento ha modificato in meglio il nostro atteggiamento già dalla seconda partita. Eravamo più pronti, una dura lezione è a volta salutare, e coach Sarr è stato fondamentale per noi. E lo è anche per me personalmente, è una persona a cui cestisticamente devo molto”.
Sp: Avete già scritto pagine di storia con le due vittorie contro Portorico prima e Croazia poi, cosa ti aspetti e quali possono essere ora i vostri obbiettivo avendo la qualificazione agli ottavi davvero ad un passo.
Dieng: “Non dobbiamo pensare troppo al futuro, il vero pericolo è proprio questo. Siamo una squadra giovane e soprattutto inesperta per i tornei di questo livello. Serve pazienza e guardare alla prossima partita con fiducia mantenendo i piedi per terra. La competizione si farà ancora più dura nelle ultime due giornate, avremo tantissimo da lottare e guai ad abbassare la guardia.
Sp: E' un momento fondamentale della tua carriera, sei il leader della tua nazionale e stai per affrontare una nuova stagione NBA con i T'wolves ricca di novità e con tanti arrivi dopo la partenza di Love.
Dieng: “Voglio pensare e provare a concentrarmi solo su questo mondiale. E' una forma di tutela se vogliamo per evitare di togliere attenzione alla fase più delicata di questo torneo, ed anche una forma di rispetto per i miei compagni del Senegal con cui ho un bellissimo rapporto e che inseguono un sogno insieme a me. Non entro nelle questioni delle scelte di Minnesota per il mercato NBA di questa estate, certo a livello puramente istintivo penso possa essere molto divertente un quintetto con giocatori potenzialmente spettacolari come Rubio, Wiggins, Young, credo possa essere davvero divertente”.
Sp: Quanto è stato difficile per te riadattarti al basket FIBA che ha regole, caratteristiche ed impatto un po' diverso rispetto alla regular season NBA.
Dieng: “Come ti spiegavo in precedenza cerco di mettere a frutto tutte le esperienze. Anche a breve termine come le prime tre partite. Il coach mi chiede un grande lavoro (anche oggi 40 minuti in campo n.d.r.) ed io provo a dare il massimo sia in termine di impegno che di concentrazione. Le differenze con la NBA esistono ma qui mi stimola molto poter stare in campo molti minuti per riuscire a fornire il mio contributo. Ho molte responsabilità ed anche per me c'è stato un momento di adattamento come per i miei compagni, soprattutto per il livello di intensità (a noi sconosciuto) della competizione. Questo più di tutto ha fatto la differenza, in negativo, per noi all'esordio”.
Sp: Compagni di nazionale con cui hai un rapporto speciale, quali sono i giocatori che rappresentano un po' l'anima di questo spogliatoio?
Dieng: “La risposta è troppo facile, basta guardarti attorno, non vedi quel folle che è di fronte a me e che risponde al nome di Mouhammad Faye? (che nel frattempo lo invade con smorfie e battute di ogni genere tra l'ilarità generale dei compagni). Ecco con lui non c'è un attimo di tregua, imitazioni, smorfie, scherzi, tiene sempre alto il morale del gruppo, se abbiamo bisogno di un momento di buon umore Faye arriva e ci da trasmette subito qualcosa di positivo”.