Mitch Poletti: Finora ci siamo guardati soprattutto dietro, ora vogliamo essere nelle prime otto
Le parole del giocatore di Latina
Mitchell, 26 punti in classifica, un quarto posto in coabitazione con altre squadre e una salvezza praticamente acquisita già ad inizio Marzo...
Era il nostro principale obiettivo, quindi finora ci siamo guardati soprattutto dietro per mettere al sicuro questo primo traguardo, ma adesso possiamo giocare anche per qualcosa di materiale e più concreto.
Non avendo di certo l'obbligo di vincere il campionato, possiamo avere la tranquillita, ma anche la convinzione implicita di essere in ballo e provarci a togliere questa grande soddisfazione di entrare nelle prime otto. Anche perchè l'idea di un ipotetico accoppiamento con squadre come Trieste, Treviso o le due di Bologna e tornare a giocare sfide in ambienti così caldi ed appassionati sarebbe stimolante per tutti: una soddisfazione per i più grandi ed una chance di crescita per i più giovani:, oltre che il giusto premio per come siamo partiti e abbiamo lavorato durante l'anno...
Già, perchè l'inizio ha avuto più di qualche incognita per una squadra giovane e con due stranieri debuttanti, ma da un certo momento in poi avete cambiato marcia...
La pallacanestro nell'idea di Franco (Gramenzi, ndr) è un gioco di lettura e grande conoscenza reciproca ed attenzione, per cui all'inizio può essere anche molto complicato assorbirla. Ma lui sa quello che fa e dice, e ha avuto la pazienza di aspettare e vedere cosa gli potesse dare ogni giocatore. Quindi, gradualmente, siamo migliorati tanto e il nostro percorso di maturazione, dei giovani e dei più esperti, è sotto gli occhi di tutti, quindi dopo esser partiti malino ci siamo ripresi ed ora nessuno sa quali possano essere i reali limiti di questa squadra..
Una squadra giovane, dove prima dell'arrivo di Passera eri di gran lunga il giocatore più esperto, una novità sostanziale nella tua carriera?
Si, una situazione particolare in ogni suo aspetto, ma decisamente la cosa più importante che mi sia capitata quest'anno. Dover gestire me stesso in questo nuovo ruolo ed aiugare gli altri ragazzi a superare le difficoltà come sono un compagno di squadra è in grado di fare è senz'altro tra gli elementi più incredibili e stimolanti di questa stagione...
Nella quale oltre a viaggiare quasi in doppia doppia di media (16 + 9.5, le migliori statistiche della tua carriera), hai anche ripreso a tirare con buona continuità da tre punti: 2.7 tentativi col 40%
Sono aumentate le conclusioni perchè Franco si è subito fidato di quella che potesse essere la mia dimensione perimetrale, sia a beneficio della squadra che nel mio percorso di crescita. In una persona di quasi trent'anni e non in un ragazzo che si sta affacciando adesso al professionismo è una scelta anche abbastanza coraggiosa, ma fa parte della fiducia ed estrema libertà che abbiamo nel poter fare le cose qui a Latina. E poi fa parte anche di una considerazione diversa del mio ruolo, quando ho iniziato a giocare in Legadue – in un campionato con quattro americani – serviva che fossi soprattutto pronto sui loro scarichi, senza poter giocare diversamente e più lontano da canestro. Mentre è stato meno semplice capire gli automatismi e le spaziature nel dividere l'area con un altro giocatore interno come può essere Giovanni Allodi, senza pestarsi i piedi. Ma con tanto video fatto il martedì per capire come fossimo meno fluidi ed un po' di studio del gioco, la situazione è migliorata e ora mi permette di divertirmi di più, essere molto utile alla squadra che così rende meglio ed anche meno prevedibile nel mio gioco. Uno degli aspetti che spero di continuare a migliorare da qui a fine stagione.
26 punti in classifica, praticamente con 7 giornate d'anticipo avete già equagliato il bilancio finale della scorsa stagione: cosa c'è dietro una Latina tra le sorprese più belle di questo campionato?
C'è intanto la grande precisione ed attenzione della società: non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema logistico ed economico, anzi. Sembra di lavorare in un'azienza dove è tutto così puntuale. Quest'Estate ho avuto una serie di proposte e parlato con vari allenatori, ma ho smesso di ascoltarle non appena avuta la possibilità di venire a Latina, ascoltandone i programmi e capendo quali potessero essere per me crescità e soddisfazioni da togliermi. La presenza di Franco è stata senz'altro una delle ragioni e mi ha colpito aver parlato di pallacanestro fin dal primo giorno. E' uno che allena e ha preferito provare ad allenare tutti i giocatori prima di cambiarli, una scelta che alla fine ha dato ragione all'incredibile pazienza sua e della società, niente di così scontato al giorno d'oggi. Abbiamo faticato a trovare identità ed assorbire il modo di giocare e trovarci in campo, ma cambiare avrebbe rallentato ulteriormente il nostro processo di crescita, quando invece allo stato attuale non c'è un giocatore che non sia perfettamente integrato nel nostro sistema.
Ma un pensiero alla serie A c'è sempre?
Non ho mai abbandonato questa idea, perchè sarebbe una soddisfazione arrivarci e provare a confrontarmi per capire se posso stare a quel livello ppore no. C'erano anche un paio di possibilità in Estate, cadute non appena si è presentata la chiamata di Latina, ma molto dipende dal ruolo e dalla situazione che ti viene prospettata, alla pazienza che una società può aver nel cercare di capire cosa tu possa dare o come poter essere utile o meno.. Ci sono società che lo permettono, mi viene da pensare a Capo d'Orlando, di cui conservo bellissimi ricordi, o all'esempio di Toto Forray che è stato capace di ritagliarsi a 30 anni a Trento uno spazio realmente importante, perchè a prescindere dalla A1 non può mancare anche un po' d'amor proprio e la necessità di giocare sempre con orgoglio e guardando al meglio che ogni opportunità possa offrire. Ho un bimbo di tre anni e, pensando attraverso i suoi occhi, non vorrei vedermi come uno che cambia spesso maglia sapendo che in una A2 a 32 squadre il posto lo troverà sempre...
E l'amicizia con Gallinari è rimasta uguale al primo giorno?
E' stato un feeling immediato, una combinazione naturale non solo perchè andassimo a scuola insieme. Ci sono grandi differenze caratteriali, lui sempre più rilassato e riflessivo, io più iperattivo e sanguigno. Abbiamo condiviso gran parte dell'adolescenza , per l'ottimo rapporto anche tra le famiglie, e l'ho accompagnato anche al Draft. Abbiamo ormai anni di vacanze alle spalle, perchè lui è rimasto così com'è sin dal primo giorno, nonostante i tanti cambiamenti, che possono non sempre essere positivi, cui si è dovuto sottoporre. E' bello che non sia mai cambiato né a livello caratteriale, né sportivo nonostante sia sempre sotto i riflettori. Leggo tante critiche nei suoi confronti, ma spero che, anche quando avrà finito di giocare, venga riapprezzato per quello che è, rendendoci conto che, a prescindere dai risultati di squadra che non sempre sono il termometro del valore di un atleta dato che si gioca in cinque, sarà stato il miglior giocatore italiano degli ultimi cinquant'anni...