Il saluto di Simone Berti alla Pallacanestro Biella
Berti lascia Biella
C’è burro?? C’è entusiasmo??
Ho aspettato molto per poter scrivere queste righe dal mio bueno ritiro pugliese… Ho aspettato una nuova sistemazione dopo questi due splendidi anni… Non avrei mai voluto che queste parole potessero essere lette come parole di una persona che serba rancore, che se ne va con rabbia, che si vuole mettere contro chi non lo ha tenuto, che cerca un modo per far sentire in colpa qualcuno. Non è il mio stile; come diceva un allenatore che ben si conosce a Biella: “We don’t like politically correct” però tengo molto a ciò che faccio e che sia interpretato nella maniera giusta (sono troppo permaloso). Soprattutto dopo aver detto che sarei rimasto volentieri per portare avanti il progetto iniziato due anni fa. Ipotesi tramontata già a fine maggio quando Marco (Sambugaro) mi disse che il mio contratto non sarebbe stato sostenibile. Anche se non nascondo di aver sperato per un po’ di poter trovare una soluzione.
Scrivo quindi dopo aver trovato una nuova squadra. Ho cercato per tutta l’estate un posto che mi facesse giocare da protagonista, delle persone che credessero profondamente in me, in quello che ho fatto e in come ho giocato e lavorato in questi anni, che condividessero il mio essere playmaker. Ho trovato finalmente quello che cercavo, anche se scenderò di categoria ma con l’idea di voler tornare subito dove voglio dimostrare di poter stare con una squadra in mano.
Prima di buttarmi con anima e cuore in questa avventura però voglio ringraziare tutti. Questo è il vero motivo di queste (tante) righe. Voglio ringraziare questo microcosmo che ha fatto vivere a me mia moglie e mio figlio un’avventura che ci ha visto crescere e maturare. Un posto che ci ha accolto con incredibile gentilezza e disponibilità, indipendentemente dallo status di giocatore, e che ci rimarrà dentro. Che ci ha anche cambiato. Che ha visto arrivare mio figlio di 7 mesi che nemmeno gattonava e che lo ha reso un piccoletto oramai padrone del palazzetto e di ogni angolo più remoto dove con disinvoltura salutava ballava e giocava più o meno ogni singolo giorno. Una città che ci ha regalato legami ed affetti forti e sinceri.
Il primo ringraziamento è per chi mi ha dato addosso subito all’inizio, a prescindere, a chi ha dato per scontato che Biella avesse fatto la scelta sbagliata, a chi mi ha reputato un giocatore scarso da non poter reggere la piazza. Sono stati solo un ulteriore stimolo per me. Amo troppo il mio lavoro per poter rimanere indifferente.
Ringrazio Gabriele e Fabio perchè hanno avuto il coraggio di puntare e credere in me, in maniera impopolare forse.
Gabry che non ha mai e dico mai smesso di incoraggiarci. Sempre. Che ha reso Pallacanestro Biella una realtà unica. Col suo lavoro e il suo sostegno continuo e incondizionato. Che si è arreso solo di fronte a un male troppo grande. Che mi fa piangere. Che non potrò dimenticare mai.
Grazie a Fabio, alle continue lotte; al nostro rapporto odio/amore ai nostri continui scontri. Alla stima e alla proiezione di altissimo livello che ha avuto nei miei confronti di giocatore. In molti momenti più che allenatore e giocatore siamo sembrati Sandra e Raimondo Vianello. Le continue frecciatine, le botte e le risposte. Le mie frustrazioni, i mille stimoli, le gag e le scenette.
Grazie alle mie due squadre che mi hanno accolto apprezzato ascoltato e rispettato per il mio ruolo. Sempre anche nei momenti difficili.
A Infa che è diventato come un fratello in questi anni, due persone diverse ma che condividono tanto. Che per amore della propria squadra, si sono trovati a discutere di tutto la sera tardi dopo ogni partita.
A Matteo compagno di trasferte che mi ha sempre rispettato e stimolato con cui ho stretto un rapporto speciale.
Grazie al mio gianduiotto Erik ed allo scienziato Nik tanto bravi quanto cari e legati a me.
Grazie ad Alan al nostro feeling che mi ha reso tante cose molto più facili.
Grazie a Laga e Tommy. Che nonostante fossi il loro alter ego in campo e nonostante la loro faccia giusta e tosta, mi hanno rispettato, ascoltato ma anche fatto lavorare, pressato e picchiato ogni giorno. Se come mi auguro un giorno diventeranno grandi playmaker sarò orgoglioso di essere stato un passo importante per loro. CAZZATA: non mi piace il “politically correct”. Sarò orgoglioso e contento di loro a prescindere per quello che sono.
Grazie anche a Jack ma soprattutto a Dod che entrati in corsa hanno sempre riconosciuto il mio posto e sostenuto nel nostro ruolo delicato riuscendo comunque a dimostrare quello che sono.
Grazie a Marza e al suo lavoro silenzioso senza il quale gara1 con Treviglio sarebbe andata diversamente.
Grazie a Luca Murta alla sua presenza e al suo lavoro in tutti i campi. Alla persona e agli stimoli che è ed ha. Una persona speciale.
Grazie a Tommo alla sua carica e alla sua pazzia. Alla sua responsabilità di capitano nel supplementare in Coppa Italia. Dominante.
Grazie a Damian e a come ha sempre dimostrato di apprezzare il mio gioco.
Grazie a Prokop Kyle BJ ed a tutti i ragazzi che si sono allenati con noi.
Grazie a chi non si è visto in prima fila ma che ha lavorato con me. Moncio e Franz. Mine. Poppi. Chicco Gianni e Paolo. Marco Giardino. Sambu. Gianni. E al lavoro prezioso e fondamentale di Roby Marocco.
Grazie a Giulia Marino, Luca Rosia e Niccolò Bosio. Sempre sorridenti, buoni e disponibili.
Grazie alla famiglia Angelico, a Franco, Lino e a tutti gli sponsor, i soci e le persone che girano intorno a Pallacanestro Biella che ci hanno sempre viziato, sostenuto e incoraggiato. Sempre col sorriso. Sempre carichi.
Grazie a tutta la curva, a tutti i tifosi, ai giornalisti per avermi accolto col sorriso e avermi dato la possibilità di poter dimostrare in campo quello che sono nonostante la diffidenza iniziale. E che hanno la capacità e la cultura cestistica di saper apprezzare non solo le cifre i punti e le statistiche di un giocatore, ma anche tutto quello che non appare sul tabellino, che va oltre tutto ciò e che mi permetto di dire che conticchia anche parecchio. Partite in questi due anni come quelle con Trento, Ferentino, Trapani, Brescia, LeMans, Treviglio e molte altre me le porterò con me. Avete apprezzato la mia leadership e la mia grinta facendomi diventare decisivo per questa squadra. E’ merito anche di tutti voi. Grazie.
Grazie anche a tutti i messaggi di sostegno dopo ogni partita persa, di gioia dopo ogni partita vinta. Di interessamento e di attaccamento per me e per il mio futuro. E per tutti i complimenti. Grazie.
Grazie ad Angelo, a i suoi occhi buoni, alla sua famiglia e a tutti i ragazzi del Pajetta. Sono stati favolosi e un punto di riferimento per tutti.
Grazie anche ad Andrea, Cinzia, “Doddoardo” e tutti gli amici del Ghost. Che ci hanno dato una seconda casa, amici e soprattutto a volte hanno sopportato i festeggiamenti della squadra!!
Grazie al Campa, amico vero, generoso, persona di una sensibilità unica con cui sono legato a doppio filo.
E infine, per ultimo, non potevo lasciare che te piccolo ometto mio. Stavolta me ne fotterò di quello che penseranno le persone. Se qualcuno vorrà pensare che parlerò di te per pubblicità o per mettere qualcuno dalla mia parte sarà libero di farlo. Non mi interessa. Però grazie piccolo Francy, grazie di cuore a te Agnese, Webby e Andrea. Se Marco Lino (grazie anche alla tua accoglienza col tatuaggio della Juve e io coi pantaloncini della viola, a tutte le gag sul calcio) il 24 dicembre non fosse venuto a dirmi di passare da te per Natale a Firenze, quasi per caso, tutto questo non sarebbe così. Questi due anni non sarebbero stati speciali e unici, così come lo sono ora. Mi hai cambiato, ci hai cambiati.
Grazie a tutti di cuore. Non è un addio. Solo un arrivederci. Anche se non avrò la fortuna di poter tornare a giocare a Biella, mi auguro di tornarci come avversario, o alla peggio lo farò come turista per tornare a trovare un posto che mi è rimasto dentro, che mi ha regalato tanto senza chiedere nulla in cambio, che posso ritenere una seconda casa.
Ora basta fare il sentimentalista anche se mi garba parecchio.
Anche perchè “niente birra e beverone…ubriachi solo di San Simone”.
C’è burro??? C’è entusiasmo??