Ferentino espugna il PalaDozza, per la Biancoblù è l'oblio
I ciociari vincono 65-64 e intanto Scafati batte Barcellona. La Biancoblù finisce nona e saluta il sogno play off
Il 5 maggio nel mondo dello sport è una giornata che spesso regala amare delusioni. Lo fu nel 2002 per Virtus e Inter, lo è oggi per la Biancoblù di Stefano Salieri. Al PalaDozza contro Ferentino arriva una doccia a dir poco gelata per Pecile e compagni. A pochi passiost season, quello che era stato definito dalla società di Romagnoli lo scudetto, Bologna inciampa e dice addio ai play off. La paura, la tensione, l'inesperienza giocano un brutto tranello alla compagine biancoblù che, con la partita in mano (59-51, 35'), perde la freddezza e permette ai ciociari, guidati dai lunghi James (19pt) e Ekperigin (17pt), di rientrare e portare a casa il match grazie al libero infilato da Giacomo Gurini a un secondo dalla sirena finale . La beffa finale arriva da molti chilometri di distanza. Bologna può ancora sperare nei play off, basta che Scafati non vinca con la capolista Barcellona, ma i gialloblù nel supplementare, allungando così l'agonia bolognese, grazie a Mays, vincono e si qualificano al settimo posto.
Bologna ha il rammarico di aver buttato alle ortiche una partita che pareva incanalata sui binari giusti a cavallo tra terzo e quarto periodo. Dopo troppo nervosismo, soprattutto Cutolo, Cournooh (13pt) e soci hanno piazzato, complice anche il bonus raggiunto dalla Fmc, un importante break di 13-1 (52-45, 30'). Tutto sembrava in controllo poi l'energia è venuta a mancare e i giocatori chiave di questa stagione hanno perso la tramontana. Come in ogni avventura l'ultimo ad abbandonare la nave è stato capitan Pecile (12pt), su cui pesa però una palla persa nei secondi finali della gara.
Se la squadra comunque ha fatto un mezzo miracolo, considerando il budget ridottissimo, pesa come un macigno il fatto che la società non sia mai intervenuta sul mercato quando al roster mancavano punte di diamante come Pecile e Cournooh o le precarie condizioni di altri, lasciando così soli Salieri ed il suo staff.