Sospiro di sollievo a Bologna, la FIBA dà ragione alla Fortitudo
La Fortitudo vince contro Sharon Drucker
La FIBA ha dato ragione alla Fortitudo Bologna sul caso Sharon Drucker.
La Fortitudo aveva convocato una conferenza stampa per la giornata di oggi per “tuonare” contro la FIBA ed annunciare il ricorso al Tas di Losanna ma poco prima dell’appuntamento con la stampa la FIBA ha sentenziato a favore della Fortitudo che ora potrà tesserare i suoi giocatori stranieri.
Queste le parole di Mota e Grassani tratte da Bolognabasket.
Mota – Vi devo confessare che venendo qui avevo pronto un tipo di discorso, poi ho avuto la notizia che finalmente è giunto l’esito del ricorso che abbiamo presentato. La Fortitudo ha avuto ragione nelle motivazioni. Ci siamo scambiati due pareri, io e l’avvocato Grassani, ma vi confesso che è una grande soddisfazione dopo un periodo di tensione non indifferente. Dobbiamo tutti ringraziare chi ha lavorato a questo risultato, ma anche chi ci ha creduto, fermo nella convinzione che fino all’ultimo serviva ogni mezzo possibile per tutelare e difendere chi ha investito tempo e risorse, trascurando mille cose, per sostenere la rinascita di questo sodalizio.
Grassani – Mi allineo al Presidente. Eravamo agguerriti per esporre tutte le iniziative da adottare per tutelare le ragioni della Fortitudo, fino a pochi minuti fa, avevamo chiesto e ottenuto il rinvio a data da destinarsi di domenica, avevamo già diffidato la Fiba dal voler depositare questa decisione ferma da tempo. Doveva essere una conferenza faticosa e sofferta, perché non sapere l’esito di un ricorso di questo tipo è stato motivo di inquietudine. Pochi minuti fa tramite posta elettronica certifica, il giudice Fiba Haas ci ha comunicato che ‘l’appello di Fortitudo103 avverso la decisione della Fiba è accolto’. Da adesso, possiamo ritenerci soggetto senza nessuna continuità con la precedente, non dobbiamo pagare allenatori, non abbiamo lodi non onorati, e possiamo usare questo nome senza interferenze o attacchi come quelli di questo Drucker che ha tenuto in scacco noi e la Fiba. Hanno minacciato di farci sparire, ma non è andata così. E non si può sostenere che il nome Fortitudo sia qualcosa di commerciabile e barattabile davanti al pagamento di qualche migliaia di euro. Questa decisione ripaga la dirigenza Fortitudo di non piegarsi a qualcosa che sarebbe stato molto pericoloso. C’è continuità sportiva, non legale, ma non si può pensare di fare ricorsi perché sul sito ci sono i ricordi della storia che inizia nel 1932. Da quello che c’era sul sito la Fiba ha pensato che ci fosse una prova che questa Fortitudo fosse quella vecchia. Io personalmente ne ho viste tante, ma se ritenessimo che una nuova società non può raccontare ai propri tifosi la sua storia, a prescindere da quale società abbia vinto uno scudetto, allora nel calcio ci sarebbe il caos. Tante società sono ripartite, senza che qualcuno si lamentasse e intimasse a queste di non poter fare richiami alla storia. Nessuno ha detto al Torino o al Bologna di non dover tesserare giocatori o usare loghi, e io ho detto questo: il provvedimento era anacronistico, e l’undici settembre, a Monaco, il contraddittorio con la Fiba e con l’avvocato di Drucker è stato stucchevole. Volevano che ci chiamassimo Happiness Bologna per non attirarci gli strali di questi provvedimenti, e davanti a questi ragionamenti non sapevamo se ridere o contrattaccare. Abbiamo scelto una linea corretta, e dico che durante una pausa dell’udienza il giudice Haas aveva chiesto alle parti di trovare un punto di incontro, e ci è stato risposto ‘o ci danno i soldi o li facciamo sparire’. Il nostro era un principio sacrosanto, poi siamo entrati in un tunnel che è finito oggi, quando ci era stato detto che sarebbero bastati due giorni lavorativi. Invece mostrare i muscoli ha pagato: non ci sono state negoziazioni, abbiamo vinto, e questo nome non può essere argomento di mercificazione.
Da subito si possono tesserare i giocatori, il bando del 22 luglio non esiste più, la Fortitudo può operare sul mercato.
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