Davide Lamma annuncia il suo ritiro
Lamma sarà ora DS della Fortitudo Bologna
Lamma lascia il basket per fare ora il direttore sportivo della Fortitudo Bologna.
Queste le parole di Lamma, riportate da Bolognabasket:
“Sono molto sereno. Ho segnato il mio ultimo canestro qui al Paladozza il 30 maggio contro Montichiari, qui avevo segnato i miei primi punti quando Zatti mi fece fallo per mandarmi apposta in lunetta. Parto da lui che è stato il mio primo idolo, così come sua madre che rubava le maglie Yoga per portarle a mia madre. La mia ultima gara è stata invece a Forlì, vincendo un campionato, con la prima che fu invece a 15 anni a Sasso Marconi. Concludo la carriera, e avrei tanti ringraziamenti da fare. E’ stata una carriera bellissima: qui sono passati grandi giocatori per la Fortitudo così come per il basket, io sono molto meno, ma mi valuto per quello che ho faticato e per come mi sono impegnato, e credo di avere avuto la fortuna (e in alcuni casi la sfortuna) di incntrare tanta gente. Iniziando da Barbara Fanti, che a Sasso Marconi è stata la prima ad insegnarmi il basket, o Bebo Breveglieri che è stato il mio primo allenatore serio, o Finelli che mi ha insegnato a conquistarmi le cose. Garelli a Vigevano, Lardo a Reggio Calabria, Recalcati che mi ha dato la grande possibilità di giocare in Nazionale. Poi gli anni da veterano, mettendo come spartiacque la nascita di mio figlio, che sono stati quelli che mi hanno dato di più. Specie gli allenatori: Finelli con cui abbiamo vinto nel 2010, poi Mantova che mi ha preso quando stavo per smettere e invece mi ha fatto conoscere persone speciali come coach Morea o come la famiglia della vicepresidentessa. Infine quest’anno, con la squadra che avevo sempre sognato di avere, gente per cui buttarsi nel fuoco che aveva come motto ‘la vera forza del fortitudino sta nel compagno che hai accanto’. Ho visto il muro di tifosi, la squadra che lottava, il concretizzarsi dei valori che ci sono indossando questa maglia. Poi ho avuto la fortuna che la società, con cui ho costruito un rapporto stupendo, mi ha dato questo privilegio di passare dal campo ad un ruolo societario. Ringrazio, non c’è un momento migliore per smettere. Ora inizia un’altra sfida, e se me lo avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto”.
Hai compagni che ti rimarranno nel cuore, così come avversari? “Dovessi fare una gara d’addio, anche se preferirei una cena, vorrei in primis Cittadini e Galanda, mentre da avversario forse qualche allenatore con cui sono andato d’accordo, così da vincerla, questa gara. Ci sono tante persone che mi hanno colpito: penso a Djordjevic e a Nicola Minessi, ad esempio”
Come è cambiato il basket in questi 20 anni? “Il modo in cui sono cambiati i ruoli, il gestire i giocatori e il costruire le squadre. Si giocava in un certo modo, ora è tutto standardizzato, ma vediamo Reggio Emilia che ha fatto una finale con una certa filosofia affrontando Sassari che ha una filosofia opposta. Meglio ricostruire sui giovani, anche se la politica fin qui ha aumentato l’età media dei giocatori non dando spazio alle nuove leve”
Ora che ruolo avrai? “Direttore sportivo, anche se in realtà sarà una via di mezzo tra l’ufficio e lo spogliatoio. Stare vicino ai ragazzi e cercare di dare una mano”
Cosa ti mancherà? “E’ una decisione che ho pensato due mesi fa. Mi mancherà lo spogliatoio, ma non tanto per il gioco, quanto per la condivisione della fatica, i riti, le tensioni, i problemi da risolvere. Poi il privilegio di aver giocato nel miglior posto del mondo, con l’emozione di salire le scale e vedere davanti a me un muro di gente”