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Serie A2 Est 22/03/2014, 12.48

La storia del Basket Napoli: parte prima

Ripercorriamo la storia del Basket Napoli

Serie A2 Est

Si sa, fare basket a Napoli è sempre stato difficile e se ne sta accorgendo anche il presidente Balbi che ha preso in carico l’anno scorso questa nuova (e, brutto da dirsi, ennesima) avventura per riproporre la pallacanestro nel capoluogo Campano. C’è da dire però che in un paio di occasioni ci si è tolti qualche soddisfazione anche da queste parti, come quando alla fine degli anni sessanta la Partenope Napoli riuscì a strappare una coppa Italia e ad imporsi anche in Europa vincendo la Coppa delle Coppe… ma quella è un’altra storia.

Nei lontani anni novanta, esattamente nel 1996/97, la A.P.L. Puteoli raggiunse per la prima volta nella sua storia la seconda serie Italiana e con il nome di Serapide riuscì a raggiungere i playoffs promozione perdendo in semifinale. Da quel momento però inizio un lento declino che prima vide arrivare la retrocessione sul campo (trasformata poi in ripescaggio per via del fallimento proprio della Partenope) e successivamente, dopo un altro anno da playoffs, il trasferimento da Pozzuoli a Napoli con il patron Lubrano che lasciò il posto all’imprenditore Mario Maione per la nascita della nuova S.S. Basket Napoli. Erano le stagioni 1999/2000 e 2000/2001 e la squadra targata Record Cucine si qualificò per i playoffs perdendo contro Udine prima e, dopo una regular season da secondo posto, contro Fabriano nella finalissima del 2001. La stagione successiva fu quella della svolta, cambiò lo sponsor (Pastificio di Nola) ed il coach con l’arrivo da Treviso di Piero Bucchi (subentrando a Maurizio Bartocci) dopo la sfortunata e brevissima parentesi Polacca con lo Slask di Wroclaw. Dopo gli anni a Rimini, che aveva guidato dall’A2 alla massima serie, il coach Bolognese aveva portato a casa 2 trofei nelle 2 stagioni Trevigiane vincendo prima la Coppa Italia e successivamente la Supercoppa Italiana. Il progetto di Maione divenne sempre più ambizioso e le tante firme a stagione in corso dimostrarono che quello doveva essere l’anno della svolta. La stagione iniziò con 4 vittorie e proseguì con una serie di alti e bassi che portarono comunque la squadra a chiudere al terzo posto la regular season con 42 punti. Nei playoffs Napoli eliminò in ordine la Jesi di un futuro capitano (Mason Rocca, 3-2 finì la serie) e Messina che era guidata dall’ex LaMarr Greer (3-1 dopo aver perso gara 1) arrivando nuovamente in finale dove ad aspettarla c’erano i campioni della stagione regolare, la Bipop-Carire Reggio Emilia di Franco Marcelletti e Ferdinando Gentile. Di quel roster facevano parte anche Marco Carra, Alvin Young, Teemu Rannikko ed il giovanissimo Angelo Gigli oltre a 2 giocatori che il destino ha poi voluto protagonisti con la maglia Azzurra in futuro: Alessandro Cittadini e Kris Clack. Napoli riuscì a strappare gara 2 in Emilia dopo aver perso gara 1 ma fu costretta ad inseguire quando la squadra di Reggio vinse a Napoli gara 3. Reggio Emilia fallì il match-point al PalaBleu di Monterusciello (66-70) e così la serie andò alla bella che si disputò al PalaBigi il 05/06/2002. Quella sera Napoli giocò una partita quasi perfetta ed uscì vincente dal campo per 92-83 (il video dell’intera gara è qui su youtube) ottenendo così il ritorno in serie A! A Reggio non bastarono i 18 di Gentile ed i 24 di Young contro una prova ‘monster’ di uno dei principali artefici di quella promozione: l’ex Boston Celtics Dontae' Jones mise a referto una prestazione da 34 punti con 9/14 al tiro, 12/14 dalla lunetta, 14 rimbalzi e 52 di valutazione! Oltre che di Jones quella era anche la squadra di Stefano Rajola, degli ex Siena Travis Mays (che non giocò la post season) e John Turner, di Andrea Cessel (decisivo in gara 3 di finale), di Henry Williams che arrivò da Verona, dell’Argentino Leandro Palladino, del giovane Andre Hutson alla sua prima esperienza Europea, di Filippo Cattabiani ed ultimo, ma non certo per importanza, di Mike Penberthy, la guardia Californiana di Los Gatos che arrivò a gennaio direttamente dai Los Angeles Lakers campioni NBA e che chiuse i playoffs con un eccezionale 52% da 3!

La stagione 2002/03, la prima in serie A, partì con 2 importanti cambiamenti: Pompea divenne nuovo main sponsor e Piero Bucchi, coach della promozione, passò alla Virtus Roma lasciando un posto vacante che venne riempito da Andrea Mazzon che aveva allenato Jesi ed Imola nelle ultime 2 stagioni dopo l’esperienza in Grecia e gli anni a Verona dove aveva ottenuto il titolo di ‘coach dell’anno’ vincendo anche la Coppa Korac nel 1997/98. Dopo 2 anni a Scafati il GM Andrea Fadini riportò a Napoli Domenico Morena, protagonista con la nuova società Campana già nella prima stagione in A2 oltre che, per ben 8 anni, con la vecchia Partenope. Gli altri arrivi furono Ivan Gatto, cresciuto nelle giovanili di Treviso, che tornò in Italia dopo aver vinto il titolo di A2 in Grecia con il Makedonikos, il centro Danese ex Virtus Bologna Michael Andersen dal Peristeri (con cui aveva giocato anche l’Eurolega) con un ipotetico scambio di lunghi che vide partire verso la Grecia Andre Hutson, il Tedesco Tim Nees dall’Asvel ed infine 2 giocatori incrociati durante i playoffs della stagione precedente: Kris Clack da Reggio Emilia e LaMarr Greer, tornato a Napoli dopo l’esperienza con Messina. Mays e Williams decisero di chiudere con il basket giocato, Turner passò a Fabriano mentre Palladino, dopo solo 3 gare, si trasferì in Spagna al Saski Baskonia. Rimasero in squadra i 2 principali artefici della promozione ovvero Penberthy e Jones oltre a Rajola e Giuseppe Costantino. L’esordio in serie A fu bagnato con un successo interno su Biella al supplementare ma, causa anche un calendario difficile, arrivarono 4 sconfitte nelle successive 5 partite (unica vittoria nel derby contro Avellino ma sconfitte con gare punto a punto nelle difficili trasferte di Milano, Bologna e Treviso). Nella vittoria contro Roma esordì l’Irlandese Marty Conlon, lungo con una grandissima carriera NBA alle spalle arrivato dal Marousi. Dopo la vittoria di Pesaro ed il NE contro Cantù Nees lasciò la squadra e quella purtroppo non fu l’unica partenza che si registrò a Napoli. Dopo la vincente trasferta di Trieste arrivò una pessima notizia, in un controllo antidoping Jones venne trovato positivo alla Cannabis… tornò a Napoli solamente per chiedere scusa e salutare i tifosi che comunque non gli concessero altro che applausi. L’eroe della promozione, l’uomo della fascetta, terminò in quel momento, nel peggior modo possibile, la sua esperienza in Italia ed anche la sua carriera non si riprese del tutto da quello scivolone. Dopo la batosta subita Napoli non si perse d’animo e riuscì a vincere 6 delle 7 partite successive chiudendo il girone d’andata al terzo posto in concomitanza con Roma, Siena e l’altra sorpresa Roseto dietro Treviso e Cantù. La striscia positiva non fu merito solamente del cuore della neopromossa ma anche dell’innesto a gettone (poi confermato fino a fine anno) del lungo ex Krka Novo Mesto Bennett Davison che aveva iniziato la stagione sperando in una chiamata NBA da parte dei Clippers. Napoli non iniziò al meglio il girone di ritorno collezionando 4 sconfitte in 5 partite ed arrivò alla vigilia della coppa Italia, guadagnata con merito dopo l’ottimo girone d’andata, in una situazione non facile: Kris Clack, dopo essere stato per mesi in bilico, lasciò definitivamente Napoli dopo una stagione non esaltante fatta di tantissimi alti e bassi. Nei quarti di finale a Forlì l’avversario era Siena ed i favori del pronostico erano tutti verso la più quotata Montepaschi. Con una prova d’orgoglio e nonostante un Greer da soli 2 punti (appena rientrato da un infortunio) Napoli vinse per 95-92 dopo 2 supplementari guidata dai 19 punti di Penberthy e soprattutto dalle cifre prodotte dai 2 lunghi sotto canestro: Conlon segnò 23 punti mentre Davison chiuse con un’assurda doppia-doppia da 20 punti e 21 rimbalzi dominando contro Chiacig, Zukauskas e Turkan. Dall’altra parte il miglior realizzatore, manco a dirlo, fu Alphonso Ford con 27 punti. In semifinale si interruppe la corsa di Napoli contro una Benetton più lunga e costruita per vincere. Nonostante i Partenopei avessero guidato per oltre 30 minuti nel punteggio fu la squadra di Treviso a conquistare la finale (poi vinta contro Cantù che aveva avuto la meglio sull’altra sorpresa Roseto) guidata dalla coppia Edney-Bulleri (rispettivamente 22 e 20 punti) mentre alla Pompea non bastarono i 22 di un precisissimo Conlon. Archiviata la Final Eight Napoli tornò sul mercato ed in sostituzione di Clack venne tesserato il Colombiano ex Rockets e Warriors Oscar Torres che esordì nella sconfitta interna alla ripresa del campionato, ancora una volta contro Treviso. Con il roster al completo dopo il rientro a pieno ritmo di LaMarr Greer Napoli completò il girone di ritorno alternando vittorie e sconfitte e, come successe anche all’altra sorpresa Roseto, non riuscì a confermare i numeri delle prime 17 partite. A fine campionato arrivò comunque la qualificazione ai playoffs, risultato di tutto rispetto per una neopromossa, con il settimo posto ed un record di 18-16. Negli ottavi di finale Napoli riuscì a superare Biella vincendo le 2 gare interne. Nella prima partita Torres vinse la sfida contro Jamel Thomas (per entrambi 22 punti) mentre nella decisiva gara 3 (dopo la sconfitta di Biella dove Thomas ne mise 33 contro i 27 di Penberthy) il mattatore del match fu Greer autore di 28 punti per il 95-92 finale. Ai quarti Napoli trovò la Lottomatica e la serie partì malissimo con 2 sconfitte nelle prime 2 gare (decisivo un’immarcabile Santiago). In gara 3 Napoli rialzò la testa con una grandissima prestazione a Roma (27 per Penberthy e Greer con un Andersen da 17+15) con la squadra dell’ex Bucchi che dovette arrendersi per 75-97 nonostante un ottimo Anthony Parker. In gara 4, giocata al PalaBleu, non bastarono le buone prove di Penberthy, Davison e Torres perché Napoli trovò di fronte un immenso Carlton Myers che in 28 minuti segnò 40 punti con 8/12 da 3 guidando la sua squadra alla vittoria per 105-92 e soprattutto in semifinale. Napoli comunque uscì a testa alta e fra gli applausi del pubblico mentre la stagione proseguì fino alla vittoria finale di Treviso (che aveva sofferto non poco ai quarti contro Reggio Calabria) che riuscì ad avere la meglio sulla Fortitudo Bologna che aveva eliminato in gara 5 di semifinale la Virtus.

 

CONTINUA…

© Riproduzione riservata
A. Caporaso

A. Caporaso

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 8 Commenti
  • Facu Account Verificato 25/03/2014, 20.44
    Citazione ( LucaMilano 22/03/2014 @ 13:58 )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Grazie collega! Poi arriverà anche la parte 'Carpisa'... :)

  • KyleHines 23/03/2014, 14.46
    Citazione ( sircharles2 22/03/2014 @ 17:18 )

    Qualche giorno fa la squadra non si è allenata, spero che il motivo non riguardi gli stipendi dei giocatori.

    su un'articolo ho letto che il motivo era il mancato pagamento o ritardo.. bisogna vedere sempre se è vero.. magari è una scelta di Balbi per "punire" gli scarsi risultati..

  • Mikko 22/03/2014, 17.55

    Purtroppo qui a Napoli, un po come in tutta Italia, esiste solo il calcio eppure molte soddisfazioni siamo riuscite a togliercele.
    Forse per rialzare le sorti del basket napoletano ci vorrebbe un interessamento da parte di De Laurentiis che potrebbe creare una polisportiva come ne esistono in Spagna o in Germania, ma credo che il mio sia un sogno troppo esagerato...

  • sircharles2 22/03/2014, 17.18 Mobile
    Citazione ( mrsuperfi 22/03/2014 @ 14:00 )

    dai napoli che vi vogliamo in serie A! ma l'expert quest'anno finanziariamente come stà andando?

    Qualche giorno fa la squadra non si è allenata, spero che il motivo non riguardi gli stipendi dei giocatori.

  • mrsuperfi 22/03/2014, 14.00

    dai napoli che vi vogliamo in serie A! ma l'expert quest'anno finanziariamente come stà andando?

  • LucaMilano 22/03/2014, 13.58

    *** Commento moderato da Sportando ***

  • bellamartin 22/03/2014, 13.11

    marty conlon!!!!!!!!!!!!!!!!!! mamma mia

  • DoctorG91 22/03/2014, 13.07 Mobile

    Bei tempi, speriamo di tornare presto nel basket che conta.