Gianni Petrucci: Chiederò ai presidenti se conviene tenere il mercato aperto tutto l'anno
Le altre parole di Gianni Petrucci
L’intervista di Gianni Petrucci a Il Sole 24 Ore non parla solo di Wild Card per la FIBA World Cup.
L'intervista parte con l'assegnazione delle wild card alla World Cup 2014 (la decisione della FIBA, la Federazione internazionale, si terrà a Barcellona il prossimo primo febbraio) per fare poi il punto su tutte le problematiche del basket italiano. Tra i principali argomenti trattati: la situazione dell'impiantistica ("il problema esiste ed è grave"), lo stato economico delle società professionistiche ("la Comtec sta facendo bene il suo lavoro e aspettiamo i risultati"), ma anche l'eventuale possibilità di estendere al basket il lodo "Petrucci" per conservare il patrimonio culturale e sportivo di città storiche del basket italiano ("Si tratta di una possibilità, che deve essere studiata conservando i diritti acquisiti e i diritti sportivi").
Viene, inoltre, sottolineata la diversità oggettiva fra basket e calcio e quindi la necessità di modificare la legge 91/81 sul professionismo sportivo ("Resta una questione aperta e importante") e si parla, naturalmente, della Nazionale, partendo dall'Europeo in Slovenia dello scorso anno ("Pianigiani e il suo gruppo hanno rilanciato l'amore per la Nazionale") fino ai giocatori italiani protagonisti in serie A ("molto meglio di tanti stranieri mediocri che vediamo nelle nostre squadre in campionato").
Questa la domanda sugli italiani e gli stranieri nel nostro campionato.
Gli europei, con le molte assenze per infortunio dei big, sono anche stati la dimostrazione che i nostri giovani non sono poi così scarsi, anzi. E che facendoli giocare sono assolutamente in grado di reggere il confronto a livello internazionale. Non è che dovremmo avere un po' più di coraggio anche nel campionato, invece di rincorrere sempre i giocatori stranieri?
«Assolutamente si. Ho sempre avuto la convinzione che gli italiani ci fossero, e di ottima qualità. In Slovenia abbiamo visto giocatori come Melli e Poeta, che adesso gioca in Spagna, o come Aradori, Gentile e Cusin: senza dubbio molto meglio di tanti stranieri mediocri che vediamo nelle nostre squadre in campionato. Io sono sempre stato un sostenitore della linea che punta a far giocare soprattutto gli italiani, ma non dobbiamo dimenticare che esistono delle regole dell'Unione europea e che non possiamo varare regole restrittive. Senza dubbio però la questione merita di essere affrontata. Al prossimo incontro con i presidenti dei club alle Final Eight di Coppa Italia farò una domanda: conviene o no tenere aperto il mercato tutto l'anno? La risposta spetta a loro, ma quanti cambiamenti vediamo durante la stagione? È davvero la cosa più giusta?».
Qui il testo dell'intera intervista è disponibile nella sezione sport delle notizie dall'Italia e dal Mondo di www.ilsole24ore.com