Luca Banchi: 'Non mi preoccupa la gara da giocare, ma quella giocata'
Il coach di Milano teme un rilassamento dopo la gara con l'Olympiakos
Luca Banchi ha parlato a Tuttosport della sua idea sulla gara con l'Olympiakos e di come predica la calma per non incorrere in scivoloni:
Verso Siena «La partita con l'Olympiacos è vissuta su una concatenazione di elementi. Ma io devo avere una visione globale e resto sospettoso. Possiamo incontrare altri momenti difficili. Non siamo arrivati, la vittoria ci dice solo che abbiamo intrapreso la strada giusta. Ma già contro Siena dovremo mostrare di saper gestire, non tanto la gara di fronte, bensì quella appena giocata. Che è da archiviare»
Cerella «Ci sono contenuti importanti nel successo. E' doveroso sottolineare la prestazione di Cerella, segno dell'ambizione e della conoscenza dei propri ruoli. Perché se penso all'esperienza vincente di Siena, l'unica peculiarità era avere tanto dai singoli in poco tempo. Una squadra diventa grande attraverso l'efficacia di tutti».
I nuovi «Beh, non è giusto parlare di novità con Hackett. E' finito in un contesto in cui conosce qualche compagno, il lavoro. Soprattutto, spesso la si fa difficile e con troppe dietrologie. Daniel qui deve fare quello che gli riesce meglio. Giocare. E' pallacanestro, a Milano, conte ovunque. Ed è facile se si finisce in un contesto virtuoso e con ottimi giocatori. E' successo pure a Haynes nella Mens Sana. Resto dell'idea che siamo privilegiati. Chi dice il contrario forse deve giustificare i guadagni».
Non distrarsi «Contro rOlympiacos bicampione d'Europa e il due volte Mvp Spanoulis le motivazioni sono automatiche. E lo scarto non interessa, è ingeneroso. Di certo se ne serviranno pei stimolare i giocatori i nostri prossimi avversari. Invece siamo soltanto arrivati al livello dove si può giocare una partita così. Io ricordo quando con Siena abbiamo straperso nei playoff 2011 con l'Olympiacos. Dopo 48 ore vincemmo, stesso campo e stessi avversari. Una sconfitta è una sconfitta e basta».
Siena e la crisi «La crisi non incide sul modello virtuoso di organizzazione, di lavoro, ambiente e cultura vincenti. A Siena siamo stati valorizzati e dico sempre grazie. Del resto la rappresentiamo bene, credo. La crisi? Conferma solo le sensazioni che avevo avuto nel 2013».
Cosa manca a Milano «A livello fisico la situazione è eterogenea, per gli infortuni e gli arrivi. A livello mentale dobbiamo sostenere lo sforzo, restare concentrati sempre. Il nostro basket è ancora alterno. Ci manca la continuità nel doppio impegno»
Eurolega opportunità da sfruttare «Il nostro obiettivo era la Top 16. Nel 2013 con Siena, gli infortuni pesarono dopo. Ora invece vedo la lunghezza del torneo come un'opportunità. Gli avversari dovranno temerci col tempo che passa. Un'Eurolega di super sfide ci serve per essere competitivi al massimo in Italia. Ho tanti buoni giocatori, parlare di qualificazione ora è inutile»
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