Quintetto ideale Serie A: giornata 13
Ecco il primo quintetto e sesto uomo, con annesso MVP, della tredicesima giornata del campionato di Serie A
Ecco il quintetto della settimana Sportando. New entries di assoluto livello:
Quintetto:
Curtis Jerrells, PM, Emporio Armani Milano: Se c’è un giocatore che ha sorprendentemente (ma fino ad un certo punto) guadagnato dalla firma di Daniel Hackett a Milano, quello è Curtis Jerrells. Dopo i disastri delle prime giornate, le critiche feroci e l’incompatibilità con un ruolo, quello del play puro, che non gli appartiene, l’esterno statunitense dell’Olimpia mostra come la vicinanza di un giocatore ragionatore lo faccia salire di un giro senza fatica. Qualche segnale era arrivato nella gara contro Cremona, dove aveva giocato una grande gara salvo farsi mutilare la valutazione da qualche tiro che solo per sfortuna non aveva trovato il canestro, ma è contro la Sidigas Avellino che gioca la migliore gara della sua stagione e mostra le sue vere qualità. Chiude la sua personale prestazione con 11 punti, 5 assist, 19 di plus-minus e una presenza difensiva che accoppiata con quella di Hackett rende il plotone di esterni milanesi un vero rebus per gli attacchi avversari. Non a caso la temibile Sidigas Avellino, in crescita netta nelle ultime due gare, viene liquefatta dalla prestazione su entrambi i lati del campo della squadra di Banchi, che non molla la giugulare degli irpini fino alla sirena finale. Jerrells penetra con intelligenza, punisce gli scarichi e in difesa è di un paio di livelli migliore di Langford. Il coach milanese cavalcherà spesso il terzetto super-difensivo e molto fisico con Jerrells-Hackett e Moss, perché con questi tre pratica esattamente il basket che vuole dalla squadra.
Pietro Aradori, G, Acqua Vitasnella Cantù: di lui si parla molto poco, e probabilmente ai tifosi canturini va benissimo che sia così, ma quando si dovranno stilare le graduatorie sull’MVP del campionato nessuno potrà escludere dal tavolo Pietro Aradori. L’ex prodigio biellese, criticato a Siena per mancanza di continuità e infine approdato a Cantù ora può vantarsi di essere uno dei più solidi e pericolosi giocatori del campionato; una vera manna per la squadra che lo schiera considerate le regole sui passaporti in vigore. Aradori ancora una volta riesce ad oscurare il molto più pubblicizzato Ragland facendo una grande partita anche contro la Sutor Montegranaro. Chiude il match con 21 punti, 4 rimbalzi, 2 recuperi e 4 assist per 28 di valutazione complessiva. Non a caso ancora una volta è il più alto dei suoi nel plus-minus, nonché il go-to-guy quando la palla scotta. Pietro in attacco è una sentenza, in difesa marca comodamente due ruoli e mezzo e la sua versatilità permette a Pino Sacripanti vari accoppiamenti e diversi quintetti. Giocatore maturato mentalmente, che nel momento in cui sono aumentate le responsabilità ha automaticamente accresciuto anche la propria autostima e convinzione nei mezzi. Per la seconda volta (MVP) della settimana Sportando.
Quinton Hosley, AP, Acea Roma: se si parla di giocatori versatili e sempre utili Quinton Hosley entra di diritto nella top-5 del campionato. L’ala piccola romana forse non sta mostrando le meraviglie di due stagioni fa a Sassari, ma sinceramente è davvero arduo trovare un giocatore migliore con cui Nicola Alberani avrebbe potuto sostituire meglio Datome, in relazione al budget della Virtus Roma. Hosley termina la gara contro Pistoia con 20 punti (4/4 da tre), 8 rimbalzi, 2 recuperi e 2 assist per 24 di valutazione complessiva. La sua gara, unita a quella di Jordan Taylor, Goss e Bobby Jones, permette alla Virtus Roma di continuare la striscia positiva di risultati e qualificarsi automaticamente alle final-8 di coppa italia. Fin troppo semplice il modo in cui la Virtus si liberi di una Pistoia reduce da quattro vittorie consecutive in casa, andando all’ultimo intervallo addirittura con 25 lunghezze di vantaggio. Roma è una squadra che sorprende molto, perché nonostante le partenze di Datome e Lawal, oltre a molti comprimari, si sta confermando realtà assolutamente competitiva nonostante un budget non da top-team.
Delroy James, AG, Enel Brindisi: nella voce giocatori di cui si parla poco (e si fa male a parlarne poco) un posto in prima pagina spetta sicuramente a Delroy James. Il giocatore della Guyana era assolutamente considerato una scommessa considerando il debutto in Serie A, ma fin a questo momento si è dimostrato giocatore molto più che adeguato alla categoria. Nonostante la stazza non paragonabile a quella di altre ali grandi se la cava con il mestiere e la grande velocità del corpo, per prendere rimbalzi, stoppare e contenere gente molto più grossa di lui. In attacco è un vero pericolo: gioca il pick n’roll, punisce gli scarichi e sa mettersi in ritmo da solo; in una parola: completo. Contro una Siena scottata dalla pessima figura casalinga contro Caserta si erge a protagonista e chiude con 15 punti, 8 rimbalzi, 2 assist e una stoppata per 24 di valutazione. Sempre pulito nel proprio gioco James è uno dei lunghi che spreca meno palloni in tutta la serie A (solo 1.2 a gara contro le 1.7 recuperate) ed è sempre solido: 16 di valutazione media, oltre il 56% da due e 7.6 rimbalzi a gara. Per una matricola del massimo campionato non c’è di che lamentarsi.
O.D. Anosike, C, Victoria Libertas Pesaro: è un vero peccato che non abbia compagni all’altezza, perché O.D. Anosike è veramente un potenziale crack del nostro campionato. Seppur in attacco sia molto grezzo e tutto da formare nulla gli vieta nella gara contro Bologna di far impazzire i due lunghi avversari e chiudere con 42 di valutazione. Sarebbe MVP della giornata a mani basse se solo la sua squadra riuscisse a vincere la partita, ma anche se la squadra perde chiude con 23 punti (10/12 al tiro), 12 rimbalzi, 7 falli subiti, 2 recuperi, una stoppata e un assist. La cosa che però fotografa maggiormente la sua gara è il -14 di plus-minus, il peggiore di tutti. La difesa è ancora molto da rivedere, ma il potenziale è assolutamente tutto lì da vedere. Pesaro deve aggrapparsi a lui e sperare in una crescita continua degli altri componenti del team per giocarsi una salvezza assolutamente apertissima.
SESTO UOMO:
Rimantas Kaukenas, G, Grissin Bon Reggio Emilia: Si potrebbe premiare tranquillamente Sakota, ma dato il peso differente dei due match andiamo con colui che fa sostanzialmente vincere la Grissin Bon contro la Reyer Venezia. Kaukenas non si scopre oggi e di lui si sa tutto, ma ad ogni occasione possibile lui fa sfoggio della sua classe e dispensa giocate decisive come pani e pesci. Kaukenas gioca 23 minuti chirurgici nei quali entra sostanzialmente in ogni azione della squadra. Il suo fatturato recita 17 punti, 6 assist e 22 di valutazione. Dà la spallata decisiva al match all’inizio del quarto periodo con una serie di giocate di pregevole fattura personale, dopo aver messo in moto tutti i compagni nell’arco di tutta la gara. I 21 punti che combina in coppia con Bell sono il 75% di tutti i punti del quarto e decisivo periodo, che obbliga Zare Markovski ad alzare bandiera bianca. Il campo di Reggio si conferma un carcere di massima sicurezza, dal quale uscire con la vittoria è pressoché impossibile…e Kaukenas in questo sistema organizzatissimo va a nozze come avesse 10 anni in meno.