Curtis Jerrells: 'Non pensavo sarei mai venuto in Europa'
Il play di Milano racconta spezzoni di sé e della sua vita alla Gazzetta dello Sport
Curtis Jerrells dopo la convincente prestazione contro lo Zalgiris Kaunas si è concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole:
Profilo adatto per Milano «Ho lasciato il Besiktas nella scorsa stagione a causa di problemi finanziari e c'erano dubbi su di me, ma questa è la mia quarta stagione da professionista, ne ho ancora diverse davanti e spero di crescere»
Sposato basket europeo «Non credevo che avrei mai giocato in Europa. Volevo subito andarmene, poi ho imparato ad apprezzarla e l'ho sposata»
Come diventò giocatore «Alla Del Valle High School, in Texas, dove ho raggiunto le Final Four statali e mi sono fatto notare da Baylor, che mi ha dato la possibilità di andare al college. Un'esperienza che mi ha insegnato a vivere solo, ad adattarmi a stare senza la famiglia e via dalla mia città»
Obiettivo della stagione «Vincere titoli e andare alle Final Four è un sogno di tutti, ma non ha senso parlarne, bisogna lavorare per ottenere quei risultati. Ho giocato al Fenerbahce quando le Final Four sarebbero state a Istanbul, conosco quel tipo di pressione. A Milano non si vince da tanto, ma ci si arriva prendendo seriamente ogni impegno, a partire dall'allenamento»
Lavoro sul playmaking «Ci sto lavorando da 5 anni: volevo andare nella Nba e lì ogni squadra ha due o tre superstar, a segnare avrebbero pensato loro. In Europa è diverso. L'anno scorso la superstar dovevo essere io, qui ci sono Langford, Gentile e Samuels a cui dare la palla»
Convinti di Banchi «Il coach è campione in carica, se ha vinto c'è un motivo. Facile andargli dietro, perché sa quello che serve per vincere. È bello sapere che una squadra ti vuole davvero. La trattativa è stata lunga, ma se mi sono stati dietro tanto, vuole dire che volevano proprio che venissi io»
Jasikevicius «È uno di quei giocatori che ammiro in Europa. Al Fenerbahce me ne hanno parlato moltissimo, perché ci era stato poco prima di me. Ci sono tanti grandi giocatori in Europa, come Spanoulis e gli americani come Langford. E poi ce ne sono altri di cui non saprei pronunciare il nome (ride). Prima non rispettavo il basket europeo, adesso sono cambiato»
Sindacato americani in Europa «È una grande idea, ne ho parlato con Langford, e sono contento che ci siano persone interessate a far sì che si realizzi. Al Besiktas sono andato via perché non mi pagavano, invece sono state raccontate altre cose»
Altre passioni «L'anno scorso sono andato a vedere la mia prima partita di calcio in Turchia. Allo stadio ho capito meglio il gioco e mi è piaciuto, in tv mi annoiava. Succede lo stesso con il baseball"