Hackett: 'Contro Datome sfida affascinante, ho chiesto di marcarlo'
Le parole di Daniel Hackett sulla finale e sulla sfida contro Gigi Datome
Daniel Hackett ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Il giocatore della Mens Sana Siena ha parlato della finale e della bellissima sfida contro il suo compagno di nazionale ed amico Gigi Datome.
"Sto giocando il mio miglior basket. E' un'opportunità: non capita a tutti di giocare una finale. A Siena stanno venendo fuori le migliori qualità di Daniel, come uomo e come giocatore. Sono arrivato qui dopo Un lavoro di anni che inizia dalla pessima stagione di Treviso e dalla voglia di riscattarmi, dai due anni a Pesaro dove coach Dalmonte mi ha dato fiducia e credibilità, continuato quest'anno in Eurolega e con la coppa Italia vinta, che mi ha dato ancora più fiducia e fame di vittorie».
Sfida Datome-Hackett. E' una sfida affascinante, ci affrontiamo da quando giocavamo propaganda, io a Pesaro, lui nel Santa Croce di Olbia. Era uguale ad adesso, un uomo di 12 anni. Ora è mvp del campionato e pronto per la Nba, per me affrontarlo è un altro momento per crescere e migliorare. Sabato ce le siamo date di santa ragione, è una bella rivalità ai massimi livelli, pulita. Al college ero conosciuto soprattutto per la difesa, in Europa gli stopper sono molto spesso sottovalutati. Quando Moss ha avuto problemi di falli, sono andato dagli assistenti e ho chiesto di marcare Datome. lo hanno riferito a coach Banchi, e così ci ho provato, pagando un po' in attacco: ho perso la palla più comica dei playoff.
Bobby Brown. Ti dà fiducia sapere di avere al fianco uno che si può accendere ed è capace di risolvere una partita con tre tiri. Ci completiamo: lui è un realizzatore di talento, io sto cominciando a leggere meglio le difese.
Gioco di Banchi. E' tattico ma non ha concetti difficili, in difesa quello che conta è l'applicazione. In attacco ci lascia molta libertà di esprimerci.
Sfide contro Milano e Pesaro. Con Milano c'è una rivalità che nasce da quella con Pesaro, mi piaceva fare il cattivo per dimostrare di essere a quel livello, poi conta la decisione di aver scelto Siena invece che l'EA7. Con Varese le offese sono state più pesanti, il clima peggiore. Ho accusato, fatto più fatica a mantenere la concentrazione. Stanco? No. La realtà è che queste cose mi motivano. È come uno scudo, quello che mi piove addosso viene restituito 10 volte più forte".