Biella saluta la A con 10 minuti di standing ovation
Un Lauretana Forum commosso dice addio alla A
BIELLA. Come aver vinto uno scudetto, emozioni infinite al Lauretana Forum!!! Una serata da mettere nell’album dei ricordi più belli quella che ha chiuso la stagione casalinga dell’Angelico Biella. Il paradosso è che sia stata la serata dell’arrivederci alla massima serie, dopo un campionato disastroso sotto ogni punto di vista. La dodicesima stagione in serie A di Biella si è chiusa con un’altra sconfitta (78-85 contro l’Acea Roma, 23° ko in 29 partite), ma con l’ennesima dimostrazione di un amore e di una passione sconfinati e con pochi eguali nel panorama cestistico Nazionale. Quante piazze avrebbero salutato una retrocessione nettissima con 10’ abbondanti di standing ovation, la squadra tutta unita a fare il giro di campo e raccogliere gli applausi di un palasport commosso e commuovente?
“E che sia un A-rrivederci” (firmato curva Barlera), “Ciò che non ci uccide ci fortifica” (curva “Io ci sono”), “Certi amori non finiscono mai, fanno giri immensi……e poi ritornano” (Trivero Alcolica), sono gli striscioni con i quali i tifosi hanno salutato la serie A. Le lacrime del guerriero Goran Jurak (ormai cittadino onorario biellese) e quelle di Taylor Rochestie a fine partita, sono quelle di chi, come tanti altri presenti al Forum, ha davvero Biella nel cuore.
Da queste emozioni e da questo attaccamento a una maglia e ad un progetto che per anni hanno fatto di Biella un modello da imitare proverà a ripartire il nuovo corso societario, con la speranza che le risorse economiche siano sufficienti per intraprendere un nuovo cammino. “L’applauso del palazzetto è il punto di partenza dal quale ripartire con rinnovato entusiasmo. I tifosi sono sempre stati il nostro motore, la spinta che ci ha portati spesso al di la dei nostri limiti. Se avessimo dovuto fare affidamento solo sulle risorse economiche, probabilmente in serie A non ci saremmo nemmeno arrivati”, ha sottolineato a fine partita Marco Atripaldi ai microfoni di radio city. Il g.m. che ha contribuito a scrivere la storia recente di Biella parla di un ciclo d’oro che si chiude con la retrocessione in legadue: “Che l’ambiente intero fosse un po’ stanco lo si era capito fin dall’inizio di questo campionato, una stanchezza fisiologica e comprensibile dopo tante stagioni di serie A e dopo gli ultimi campionati vissuti sempre al limite delle nostre possibilità. Per fortuna alla fine ha preso il sopravvento l’attaccamento al progetto, un sentimento che da solo non basterà a far ripartire la macchina ma che rappresenta certamente un’ottima base”. Il g.m. poi ha parlato del futuro, invitando a non dimenticare il passato: “Quando Alberto Cerruti era presidente ci vollero 30 anni per rivedere Biella in serie A, oggi speriamo non ce ne vorranno altrettanti per tornare nel massimo campionato. A oggi la situazione continua a essere difficile, qualcosa si è mosso ma siamo ancora distanti dal poterci considerare in legadue. Perciò chi ha intenzione di farsi avanti lo faccia ora, perché tra poche settimane potrebbe essere troppo tardi”. Decisive per il futuro della società saranno le prossime settimane: la riserva verrà sciolta di sicuro prima della fine di maggio (iscrizione alla legadue fissata proprio in data 31). Parallelamente alla ricerca di nuove risorse, Atripaldi porterà avanti i contatti con i procuratori dei giocatori dai quali Biella vorrebbe ripartire: Jurak, Soragna, Raspino, Laganà e Renzi (oltre a Lombardi), un nucleo in grado di fare bene in legadue. Biella non può e non deve sparire dal basket che conta.