Jaka Lakovic, un campione oltre i confini per salvare Avellino
Lo sloveno è uno dei giocatori europei più vincenti
A 34 anni (ne compierà 35 il prossimo 9 luglio) Jaka Lakovic, sloveno di Lubiana, è senza dubbio uno dei giocatori Europei più vincenti dell’ultimo decennio: 4 campionati e 3 coppe di Grecia in maglia Panathinaikos, 2 campionati, 3 coppe del re e due supercoppe Spagnole in maglia Barcellona, con la ciliegina sulla tortA DELL’Eurolega 2010 conquistata proprio con la casacca dei Blaugrana. Per non dimenticare il 4° posto agli Europei 2009 e l’8° ai Mondiali 2010 difendendo i colori della sua Nazionale. Dopo Barcellona, Lakovic ha firmato nel 2011 per i Turchi del Galatasaray (contratto da 1 milione di dollari a stagione): una stagione buona tra campionato (semifinale) ed Eurolega (top16), poi il rapporto tra giocatore e club si è incrinato. Dopo tanti contatti (si era parlato anche dell’interessamento della Montepaschi Siena), ecco l’offerta a sorpresa della Sidigas Avellino, non certo un club di Eurolega ma comunque una piazza in grado di garantirgli minuti e responsabilità, proprio quello che Lakovic cercava. Da suo arrivo in terra irpina, la squadra di Pancotto si è letteralmente trasformata: dopo due ko, Spinelli e compagni hanno conquistato tre vittorie consecutive (a 80 punti e 96 di valutazione media), facendo un balzo forse decisivo verso la salvezza. Il contributo di Lakovic va al di là delle comunque eccellenti cifre (15.2 punti, 6.4 assist, 18 di valutazione) ed è tangibile in termini di leadership e mentalità, qualità innate in un giocatore che ancora oggi farebbe comodo a molte big europee.
D. Dopo aver vinto tutto e aver giocato per anni in alcuni dei migliori club d'Europa, ha scelto Avellino, una squadra impegnata nella lotta per non retrocedere. Come mai?
R. La chiamata del proprietario, il Dott. De Cesare, è arrivata nel momento giusto. Al Galatasaray non giocavo e il progetto di Avellino mi è piaciuto fin da subito. Non vedevo motivi per non venire qui. Giocare per il titolo o la salvezza non cambia. L¹importante è vincere.
D. Lei ha giocato in Slovenia, Grecia, Spagna e Turchia. Qual è il campionato più competitivo? Come si trova in Italia?
R. Penso che la migliore sia quella spagnola perché ci sono tutte squadre alto livello. E¹ la più competitiva perché devi essere sempre al 100% per vincere . Anche gli altri campionati sono di livello ma non come l¹Acb. In Italia mi trovo bene, si gioca in maniera più veloce e mi piace molto.
Non c’è una squadra più forte delle altre e questo rende difficile ogni partita perchè ogni squadra può vincere con tutte.
D. Il suo più grande successo è stata probabilmente la conquista dell'Eurolega a Barcellona, stagione 2009-2010. Che ricordi ha di quella squadra e di quella stagione? E' quello il ricordo più bello della sua carriera?
R. Sicuramente quello è stato i titolo più bello e importante. Ricordo che eravamo una squadra dominante e lo fummo dalla prima all¹ultima partita. Era una grande squadra con grandi giocatori ed eravamo anche un bel gruppo: trovammo una grande chimica e questo fu la cosa più importante.
D. Quali sono stati: l'allenatore più bravo, il compagno più forte e l'avversario che l'ha messa più in difficoltà nel corso della sua carriera?
R. Di allenatori ne ho avuti tanti. Sono molto legato ad Obradovic e Pascual, ma anche a Spahja che è stato uno dei miei primi coach. L’avversario che più mi ha messo in difficoltà probabilmente è stato JR Holden. Ho giocato con tanti giocatori forti, ma forte il migliore è stato Juan Carlos Navarro, con incredibili capacità offensive.
D. E' un caso che con il suo arrivo Avellino abbia iniziato a girare a mille, centrando tre vittorie di fila? Pensa di fermarsi alla Sidigas anche la prossima stagione?
R. Sono venuto per vincere e nella prima conferenza ho detto che avrei voluto vincerle tutte. Ma questo non dipende solo da me. Penso che giocando tutti insieme facciamo tutti un passo avanti: ogni partita miglioriamo, ma non siamo ancora soddisfatti e non abbiamo ancora finito il nostro lavoro. Dobbiamo lavorare duro e sperare in altri successi. Mi trovo bene ad Avellino, la città è piccola e ti fa sentire tanto calore anche al di fuori del PalaDelMauro, ma è presto per parlare della prossima stagione. Io e i miei compagni siamo concentrati solamente a finire questa nel migliore dei modi.
D. Domenica affronterete Biella, una sfida fondamentale per la salvezza. Conosce qualche giocatore rossoblù? Quale sarà la vostra ricetta per vincere?
R. Soprattutto in trasferta, la chiave per vincere sarà la difesa, dobbiamo evitare i loro punti facili e vincere la partita a rimbalzo. Per me sono le tre chiavi per vincere. Di Biella conosco un paio di giocatori: Goran Jurak mio amico, giocatore molto duro, con tanta esperienza in Italia, Kevin Pinkney che ha giocato con Lubiana in Eurolega e Rochestie che è stato in Spagna. Hanno talento a confermare quanto detto prima: che in Itala tutte le squadre sono sullo stesso livello e possono battere chiunque.