Cantù, niente palazzo fino al 2014: Orthmann furioso
Cantù prende atto della decisione della ditta Turra ma reclama i 400.000 euro dalla società bresciana
Ora è ufficiale, la ditta Turra, che si occupa della costruzione del nuovo palazzo dello sport di Cantù, ha chiesto una proroga di un anno per la consegna dell'impianto. L'arena, che doveva essere pronta per la primavera del 2013 dovrebbe essere consegnata non prima del 2014.
In città è arrivata nelle ultime ore una gru perforatrice, segno tangibile di questo cambio di velocità, come riporta La Provincia di Como.
Sono stati quindi superati tutti i problemi burocratici e logistici che avevano impedito lo sviluppo a pieno regime dei lavori.
"Dopo lunga e snervante attesa, possiamo dare il via alle operazioni per rilanciare il cronoprogramma dei lavori di costruzione" recita parte del comunicato della ditta.
Luca Orthmann, sempre dalle pagine della Provincia di Como, ha parlato dopo l'annuncio della Turra di posticipare la consegna del palazzo.
"Questa volta viene indicata la primavera 2014 e non mi resta che prenderne atto. Ma ormai ho perso il conto. Non mi ricordo più, infatti, neppure tutte le date e le promesse precedenti...Spero piuttosto che la salute mi porti a vedere la fine di questo palazzetto. Dall'azienda costruttrice e dalla precedente amministrazione comunale abbiamo sentito mille ipotesi sulla data di chiusura che non è più nemmeno il caso da parte della nostra società di star qui a fare nuovi progetti legati alla nuova scadenza. Come sarà il palazzetto ancora non lo sappiamo, quanto ci costerà neppure, come potremo gestirlo nemmeno. Nulla di nulla. Sentiamo solo delle gran rassicurazioni del tipo 'Non dovete preoccuparvi', ed invece io mi preoccupo. Ci siamo stufati perché l'unica che caccia la lira al momento continua a essere la Pallacanestro Cantù, alias la famiglia Cremascoli. Dalla Turra attendiamo sempre 400mila euro così come indicato nel contratto. Intanto ci corrispondano questi quattrini, un credito che rappresenta un macigno per un club delle nostre dimensioni, prima che ognuno di noi si stanchi veramente di tutto ciò".