Anna Cremascoli: 'Io first lady? No chiamatemi Anna'
La Cremascoli in una lunga intervista dice che si potrebbe uscire dal contratto con Chebolletta
Anna Cremascoli, presidente della Pallacanestro Cantù e vice-presidente del Consiglio Federale, ha parlato a La Provincia nel corso di una lunga intervista. La numero 1 di Cantù ha precisato come prima cosa che vuole essere chiamata in un solo modo: "Anna. Punto. Accantoniamo la modestia? Allora facciamo ingegnere perché tra quelli elencati è il titolo che mi sono sudata dì più". Ecco le sue parole.
"Sono entrata in punta di piedi e mai avrei creduto di appassionarmi così tanto al basket, che ora sto vivendo visceralmente. E nemmeno con la più fervida fantasia mi sarei potuta immaginare vice presidente della federazione. Da dirigente d'azienda alla Ngc Medicai a dirigente sportivoalla Pallacanestro Cantù. Se prima al lavoro mi dedicavo dal lunedì al venerdì, ora a questa attività dedico anche tutti i miei weekend. E nel frattempo ho avuto il secondo figlio. Il mìo secondogenito è nato il 22 gennaio 2010 e l'11 gennaio ero a Varese, il 17 assistevo alla partita con Siena e il 7 febbraio ero di nuovo al Pianella per il match con Cremona. Si tratta di una spinta che viene da dentro e che va oltre il mio ruolo. E quando fai le cose mossa da queste motivazioni, vengono sicuramente meglio. Penso di essere partita svantaggiata perché mi rendevo conto di dover sempre dimostrare qualcosa in più degli uomini. Ma con il tempo, ritengo effettivamente essermi stata d'aiuto. Ad esempio non attiro su di me la parte d'invidia che inevitabilmente si riscontra nella competizione tra uomo e uomo. Consigliere Federale per 4 anni, quindi a Cantù per almeno un quadriennio ancora? Io vorrei esserci per tanti anni. Ma non sempre volere è potere. Per avere garanzie, a Cantù serve innanzitutto un palazzetto adeguato e che abbia dei costi per noi adeguati. Garanzie che invece non abbiamo. Ricordo che quando rilevammo la proprietà del club ci assicurarono che avremmo avuto l'impianto in un anno e mezzo e non ci sarebbe costato nulla. Che dire, qualche brutto pensiero affiora alla mente. Giocare a Desio e Cantù?. Tutto ciò ci crea un disagio pazzesco, al di là dei costi. A proposito di questi ultimi, quantificabili in che termini? Ai 400 mila euro per il Pianella, e non si tratta solo dell'affitto, si aggiungano un centinaio per il Paladesio. Insomma, in una stagione sborsiamo mezzo milione di euro per giocare, quando altrove club di serie A spendono anche 10 mila euro soltanto... Altro requisito oltre al palazzo? È che non possiamo essere sempre da soli, ma andremmo sostenuti. Chebolletta? Nei prossimi giorni avremo un incontro per vedere come procedere. Purtroppo, la risposta del territorio non è stata quella che i nostri attuali partner si aspettavano e così non è da escludere che si possa uscire dal contratto con una transazione. Preoccupata? È la tematica più in generale delia sponsorizzazione, non dì questa in particolare, che mi preoccupa. Rivedremo Jerry Smith a Cantù? Dovrebbe essere qui a metà febbraio, dopodiché valuteremo le sue condizioni e il dà farsi. Escludo che possano rimanere tutti. Come si fara l'anno prossimo mentre Trinchieri è con la Grecia? Senza dubbio servirà un allenatore già fatto e finito e Lele avrebbe tutte le caratteristiche, ma adesso è ancora prematuro parlarne. Da metà febbraio inizieremo a pensare al futuro valutando ogni singola situazione, perché ora sono troppo concentrata sulla Coppa Italia e su questa serie molta pericolosa di tre partite di campionato che precedono le Final Eight di Milano.