Pietro Aradori: 'Cantù è il paradiso, e non so solo attaccare'
Aradori parla dopo la grande prova contro Milano
Dopo la grande prova nel derby in casa di Milano, Pietro Aradori ha parlato a La Gazzetta dello Sport del suo momento e della sua esperienza a Cantù. Ecco le parole dell'ex Mens Sana Siena.
"Le partite da appendere sul caminetto di casa? Biella-Ferrara, ultima giornata del 2010: uno spareggio salvezza, una sensazione che tutti dovrebbero provare nella vita, una liberazione a gara finita ma terribile nei giorni precedenti fino all'inizio della gara (Pietro segnò 22 punti compresi i due liberi del +3 finale per Biella, n.d.r.). Poi Siena-Barcellona dell'anno scorso (20 punti in 22', 11, decisivi negli ultimi 6'). Infine, la vittoria di domenica nel derby: ho ancora l'adrenalina addosso. Il derby è stata la mia partita più completa. Quando ho iniziato, a Imola e nelle prime esperienze in serie A, ero soprattutto un attaccante. Ma il tempo è passato, sono cresciuto, ed è ovvio che sia così, e in questo l'esperienza a Siena è stata fondamentale. Ma il nostro è un mondo dove quando ti attaccano un'etichetta è difficile togliertela, e io per molti resto uno che fa canestro e basta. L'unico modo per rispondere è giocare partite più mature come quella contro Milano. Mi piace guardare il basket, le partite Nba, faccio commenti ad alta voce quando vedo errori o cose belle... Soprattutto cerco di prendere quello che mi colpisce e provo a trasferirlo nel mio gioco. Sono uno a cui piace anche allenarsi, che si diverte in palestra, che lavora. Se stai seduto sul divano e basta, non migliori. Quando uno lascia Siena ci si chiede: dov'è l'errore? Per me non è stato così. Ho vissuto la scelta di venire a Cantù con grande entusiasmo fin dal primo minuto, qui sono in paradiso, una grande società storica, una grande squadra. Sono molto contento. Thornton, uno maturo con grande esperienza, si arrabbiava quando secondo lui non sta in campo abbastanza, figuriamoci uno di 20 anni... Se ti è indifferente giocare o meno, soprattutto quando sei giovane, non arrivi da nessuna parte. Già a Biella il club per essere soddisfatto voleva da me cose concrete. Sto lavorando per completarmi, è un aspetto soprattutto mentale. Limitato Langford ed Hairston? Contro giocatori così impari che difendere bene non significa solo non farli segnare perché il talento permette loro di fare comunque 15-20 punti Se così non fosse, le partite ben giocate dalle difese finirebbero 15-14...». Che campionato è? Divertente: se non ci giocassi e fossi un semplice appassionato, mi appassionerei ancora di più. Ci sono sorprese che non lo sono più come Varese, Sassari, Siena che è sempre competitiva. E Milano che con noi, ha disputato un'ottima partita con la novità Green che ha l'esperienza e la conoscenza del nostro campionato per fare la differenza...Cantù? Giochiamo per arrivare fino in fondo. Uscire dall'Eurolega è stata una grande tristezza ma finalmente possiamo allenarci e, con tanti giocatori nuovi, cominciamo a conoscerci davvero. Trinchieri? Mi piace molto anche come persona, è chiara: se sbagli te lo dice anche in modo fin troppo esplicito, ma se fai bene te ne dà atto. Il suo basket con 5 giocatori tutti coinvolti mi piace molto".
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