Gianni Petrucci: 'La nazionale deve essere il motore'
Il futuro presidente della FIP parla a La Gazzetta dello Sport: 'Nazionale primo punto poi il basket ha bisogno delle grandi città'
Gianni Petrucci ha parlato a La Gazzetta dello Sport del suo prossimo ruolo di presidente della FIP. Petrucci, unico candidato alle prossime elezioni federali, prenderà il posto di Dino Meneghin. Ecco le parole dell'attuale presidente del CONI.
"Lo spread è salito a 374 punti. Ci vuole Petrucci presidente della Federbasket per farlo scendere...Non sono io che ho lasciato il basket , non ho mai interrotto i rapporti. Mi sta nel cuore pur essendo grato al calcio che mi ha reso quello che sono. Torno dopo aver maturato un'esperienza straordinaria ringraziando Dino Meneghin, che ricoprirà un ruolo importante anche in futuro, che lascia una federazione sana e che funziona bene. Primo obiettivo? Ricreare entusiasmo, nessun progetto è positivo senza. Vedo da tante parti della rassegnazione, io che guardo il basket anche da fuori dico che non è messo così male e ha tanti aspetti positivi e unici in cui credere. Il punto cruciale? La Nazionale è alla base di tutto, nessuno sport o federazione è degna di esserlo se il centro motore non è la maglia azzurra. Ogni risultato all'Olimpiade, al Mondiale o all'Europeo ha prodotto immediatamente un aumento dei tesserati. Gli azzurri devono essere al centro dell'attenzione dovuta a chi rappresenta il Paese per tutto l'anno. E il compito dei settori competenti è valorizzarli. Vi ricordate quante maglie di Myers della nazionale si vedevano in giro? Anche se è ovvio che il miglior spot per Nazionale sono i risultati. Secondo punto? Il basket ha bisogno delle grandi città in un campionato che ha tratto la sua forza dalle città storiche come Cantù, Pesaro, Varese, Siena. E' dalle metropoli che la pallacanestro può avere più televisione, più seguito, più reclame. Voglio incontrare tutti i presidenti delle società di vertice, anche della femminile, per concordare assieme a loro un percorso. E' impensabile una conflittualità permanente con le leghe, ci sono i presupposti per andare d'accordo ribadendo che è il governo centrale, cioè la Federazione, che fa le leggi. Non è possibile, e non parlo solo del basket, che al governo venga solo chiesto quello che deve dare: il ruolo delle leghe è proporre. Non sono solo gli sgravi fiscali che potrebbero derivare da una revisione della Legge 91 a risolvere tutti i problemi. E che bello sarebbe vedere alle partite della Nazionale tutti i presidenti dei club: mi batterò per questo. Italiani in campo? Voglio valutare i risultati della riforma che entrerà in vigore, poi vediamo. Con Meneghin, a Rimini, ho incontrato i giocatori: mi batterò sempre per l'indicazione data dal Coni di avere il 50% di italiani in campo, ma le leggi europee sono chiare, anche Blatter ha dovuto subirle. Ma la Fip far il possibile per creare e garantire i nostri atleti. Bisogna lavorare con i presidenti e gli allenatori per convincerli che gli stranieri, sulla carta, costano meno se ne consideriamo uno. Ma siccome poi vengono cambiati continuamente, alla fine si spende più che per un buon italiano con la differenza che così i tifosi si appassionano di più. Sono il presidente del Coni e i miei colleghi presidenti mi criticheranno ma il basket è la madre di tutti gli sport. Quale altra disciplina ha al suo interno un fenomeno come la Nba? Dobbiamo sviluppare il rapporto e collaborare con loro. Ha chiesto a Renzi di impegnarsi sulla tv, come? E' possibile che una tv non rispetti un contratto che ha firmato? Sono convinto che se i presidenti importanti che ha il basket sostenessero in prima persona la Lega, nessuno potrebbe disattendere gli impegni. Si può alzare la voce, con civiltà. Conflittualità tra gli arbitri? E' fisiologico, lo dico per esperienza perché ho fatto il commissario degli arbitri sia nel calcio che nel basket. C'è il commissario Laguardia, lasciamo che prosegua il buon lavoro che sta facendo. Sogno? Vedere tanti bambini che passeggiano per strada palleggiando".