Richard Hendrix: 'Milano in lotta per le Final Four'
Hendrix: 'Abbiamo tutto per riuscirci, adesso ci vuole il gel che amalgami le nostre qualità'
Richard Hendrix ha parlato a La Gazzetta dello Sport durante il Media Day dell'Euroleague. Ecco le parole del centro dell'Olimpia Milano.
"Milano mi piace, è una metropoli, viene gente dal tutto il mondo per vederla. Con Langford ci dicevamo che non c'è alcun motivo per cui una città così non sia tra le big del basket europeo. L'Emporio Armani è una squadra di grande talento che mischia maturità e esperienza alla freschezza. Ora bisogna trovare la chimica giusta per farla funzionare. Capiamo che c'è molto lavoro ancora da fare e che partire bene è fondamentale per lanciare la stagione. Se ce la facciamo, sarà tutto molto eccitante. Dove ci collochiamo? In quel gruppo di squadre in lotta per le Final Four e, di conseguenza, per il successo finale. E' vero che chi ha vinto nelle ultime stagioni si basava su un nucleo consolidato da più anni, ma non deve essere necessariamente così. Noi abbiamo tutto per riuscirci, adesso ci vuole il gel che amalgami le nostre qualità. Ci vogliono lunghi rapidi, atletici, capaci di correre e, soprattutto, chiudere rapidamente il vantaggio di taglia che si crea sul pick and roll. Io ho queste caratteristiche per aiutare la squadra con la mia energia e fisicità ma mi reputo, contrariamente a come sono generalmente considerato, un giocatore più completo tecnicamente di quello che si dice. Langford? E un realizzatore mortifero: è uno dei pochi giocatori che conosco capace di segnare in qualsiasi situazione. E' un lusso averne uno in una squadra, noi ne abbiamo due perché anche Malik Hairston ha la capacità di segnare nei momenti più critici dell'attacco, quando i giochi si rompono e bisogna fare canestro più col talento individuale che col sistema. Figlio di allenatore? Mio padre mi ha insegnato tutto quello che sapeva del gioco, mi ha allenato, criticato ma sempre sostenuto. Ha visto tutte le mie partite, mi dà consigli: non solo lui, tutta la famiglia. Blatt? Finora, è stato il migliore allenatore che ho avuto perché mi ha insegnato anche cosa signifi- o chi essere un vero professionista, sempre pronto, preparato, consapevole. Mi ha fatto vedere come ogni situazione possa diventare una situazione vincente. Obiettivi? Mi piacerebbe avere l'opportunità di riprovarci (in NBA, ndr) perché sono convinto di avere l'abilità per mettermi alla prova anche con i migliori del mondo. Essere stato tagliato è stato il più grande processo di apprendimento della mia vita: ero sempre stato uno dei migliori ma non sono stato capace di elevare ulteriormente il mio livello. Ho 25 anni e molti chilometri ancora nelle gambe: il mio obbiettivo è restare al vertice in Europa e, attraverso questa mia crescita, provare a rientrare nella Nba".