Milano attacca: intercettazioni e Siena, c'è un esposto alla FIP
Il presidente dell'Olimpia Proli è stato ascoltato dalla Procura che è in possesso di documenti che riguardano la Mps
Durante la finale scudetto, il presidente dell'Emporio Armani, Livio Proli, aveva dichiarato che Milano avrebbe chiarito il significato delle dichiarazioni critiche fatte da lui e dal tecnico Sergio Scariolo sul sistema del basket italiano nei luoghi e nei tempi opportuni. Ora lo sta facendo. Ieri Proli è stato ascoltato per l'ennesima volta dal Procuratore Federale Alabiso. Come Scariolo, indagato dai tempi della famosa intervista a Radio 24 sull'«aria rancida» del nostro basket, e che dovrà comparire per la terza volta in Procura dopo l'Olimpiade, il n.l dell'Olimpia è stato chiamato di nuovo a rispondere delle dichiarazioni fatte ai giornali nelle quali aveva parlato della necessità di una discontinuità nei criteri di giudizio e designazioni arbitrali. Indagato sugli stessi argomenti già in precedenza, non era stato deferito, come neppure Scariolo, con un'archiviazione di fatto della vicenda.
L'esposto La notizia è che Milano presenta un esposto alla Pro- cura Federale, aprendo così ufficialmente un caso. «Confermo che la mia società ha preparato e farà un esposto dice Proli ma non posso entrare nel merito della questione visto che, in questo momento, è in atto un procedimento della Procura nei miei confronti». Esposto significa che il Procuratore Alabiso dovrà aprire un'inchiesta e poi, pubblicamente, fare delle richieste di deferimento o archiviare. Con la possibilità del club di ricorrere. Esposto su cosa? Certamente Milano è entrata in possesso, come gran parte delle società italiane e alcuni giornali, di verbali della Polizia e intercettazioni legate al processo iniziato mercoledì scorso a Reggio Calabria nelle quali compare il presidente della Montepaschi, Ferdinando Mi-nucci, in due telefonate con il presidente del Comitato Italiano Arbitri di allora, Giovanni Garibotti, durante la finale scudetto del 2008 con Roma. Inoltre sono stati trascritti ulteriori dialoghi tra istruttori e commissari del Cia nei quali si sosteneva, con certezza, che Siena fosse stata favorita dagli arbitraggi. Si parlava, anche, di vacan- ze pagate dal club senese ai de-signatori e ad alcuni direttori di gara. Sono carte uscite dal processo e che un anonimo ha inviato negli ultimi mesi a decine di addetti ai lavori più che per screditare Siena (le intercettazioni le pubblichiamo, e alcune le abbiamo già svelate nel dicembre del 2009, e potete valutarle), per vendicarsi della Federazione che ha colpito, secondo la tesi più gettonata dei condannati dalla giustizia sportiva, solo il livello più basso, arbitri e commissari delle serie minori e non i vertici della Fip, e ha sempre negato e coperto un coinvolgimento della serie A. Che invece, evidentemente, esiste, giustifica chi ha sollevato il caso e non può essere ignorato.
L'aria rancida Per colpa di queste intercettazioni, e altre, clamorose secondo alcune persone che sostengono di averle viste e lette, ma che non sono state ancora spedite in giro per l'Italia, il basket italiano s'è avvelenato nelle ultime stagioni, tra sospetti e delazioni. Scariolo parlando di «un'aria rancida, di lobby, di situazioni incancrenite, di poteri intoccabili» e di «qualcosa che riguarda le società e il mondo arbitrale: non ci si è resi conto che il degrado andava fermato», ha aperto una porta. Milano, come altri soggetti, aveva inviato alla Federazione queste carte come atto dovuto da ogni tesserato che venga a conoscenza di fatti che possano configurarsi come illecito spor- tivo. Evidentemente ha qualcosa in mano per ritenere di dover compiere il passo successivo.
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