Ferdinando Minucci a Sportitalia: 'Ultimo anno di un grande ciclo'
Il presidente della Mens Sana ospite di Speciale Euroleague di Sportitalia: passato, presente e futuro della squadra toscana
Ferdinando Minucci è stato ospite dello Speciale Euroleague su Sportitalia. Ecco tutte le parole rilasciate dal presidente e GM della Mens Sana Siena.
Quanto fa male non vedere la Mens Sana alle Final Four?
Fa male. Il buon vincente è anche un ottimo perdente. Nessuno nella storia dello sport ha vinto sempre. Ci dobbiamo rendere conto che fare quattro Final Four in cinque anni è già un'impresa. Non esserci è una delusione ma abbiamo sopravvissuto per anni a delusioni, lo faremo anche quest'anno. Se le squadre arrivano alle Final Four siginifica che sono più forti. E dobbiamo sottostare alla legge dello sport. E' evidente che quello che si dice in Italia per SIena, in Europa si dice per alcune squadre. Io ritengo che chi vuole vincere e vuole arrivare primo deve essere più bravo degli altri. Evidentemente a noi non è ancora riuscito di essere i più bravi di tutti in Europa. Siamo comunque quinti nel ranking e per noi questo è qualcosa di speciale anche per lo sport ed il basket italiano.
Pronostico?
Non è difficile. Io sapevo dall'inizio e poi la stagione ha confermato le mie ipotesi che il CSKA Mosca è un po' sopra le altre. Gare secche possono ribaltare gli equilibri. A me non è mai riuscito, chissà che non riesca ad una della avversarie del CSKA.
Quarti di finale contro l'Olympiacos?
L'anno scorso avevamo subito il fattore campo e lo abbiamo ribaltato. Quest'anno è successo a loro e sono stati più bravi di noi. Devo dire che noi non eravamo al meglio. Siamo stati surclassati nell'atletismo e nella durezza che ci è mancata forse perché eravamo sicuri di passare. E quando succede questo è difficile vincere.
Quanto è difficile costruire una squadra guardando la stagione attraverso i vari impegni che si affrontano durante l'anno?
Sicuramente è difficile perché in Italia ci sono delle regole che ci impongono una squadra. Trasformarla per l'Euroleague è impossibile. Cerchiamo sempre di avere una opportunità che a volte è stata importante, ossia avere un giocatore in più in rotazione. Summers doveva essere il nostro atleta ad inizio stagione. Abbiamo fatto una scommessa che ci ha permesso di firmare David Andersen ma questa scommessa l'abbiamo perduta. Lì forse abbiamo perso quell'atletismo che andavamo cercando. La stagione è stata comunque ottima perché in Italia abbiamo vinto Supercoppa e Coppa Italia, siamo arrivati ad un passo dalla quinta Final Four in nove anni. Non mi posso di certo lamentare.
In Gara 4 contro i Reds, i liberi dopo tre quarti erano 23-1, difficile espugnare il Pireo con questa differenza?
Alla fine della partita ho sorriso perché questa domanda mi è stata fatta dallo staff tecnico. Mi è stato chiesto cosa ne pensassi. Mah, se fosse successo ad una squadra italiana contro di noi sarebbe successo chissà che cosa e per questo mi sono messo a ridere.
Quanto ha pesato l'assenza di Kaukenas?
Molto, però comunque io ritengo che in un gioco di squadra un singolo giocatore non è determinante né in un senso né nell'altro. Quindi merito all'Olympiacos che ci ha battuto.
A livello personale cosa hanno significato questi dieci anni, dalla Saporta alle Final Four di Euroleague?
Tantissimo perché dopo la prima Final Four arrivata dopo la Saporta, in campionato non andavamo bene con Ataman. Io dissi, sono felice perché forse è la prima volta ed anche ultima che arriviamo alle Final Four. Invece non è stato così. Debbo essere coerente col pensiero di allora e dico un grandissimo grazie a tutti i giocatori, ai dirigenti, allo staff tecnico, a Simone ed anche a Carlo Recalcati. Quindi la gente cosa vuole di più? Abbiamo vinto 27 trofei, compresi i titoli giovanili, in 11 anni, e 4 Final Four. Onestamente non mi posso lamentare. L'Euroleague è un aspetto fondamentale della stagione. Lo sponsor, la città, amano confrontarsi contro le grandi metropoli, i grandi sponsor. E Siena lo ha sempre fatto con grande dignità. Dal 2002 abbiamo vinto la Saporta, 4 Final Four, quinti nel ranking europeo. Ci confrontiamo da piccola città, da provinciale, ed io tengo molto a questo, in una Europa ricchissima. Essere presenti e pronti in Europa a questo livello significa poi in Italia vincere cinque scudetti di fila e sei in otto anni. Le partecipazioni in Euroleague sono strumentali a fare bene in campionato.
Quando l'Europa ha iniziato a guardare la Mens Sana come una potenza e non come una cenerentola al grande ballo?
La domanda è bellissima perché alla fine siamo sorpresi anche noi quando andiamo alle Final Four. Cè chi vedendoci spesso alle Final Four ci vede favoriti. Ed a me fa un po' paura. Perché io so le difficoltà che incontriamo ogni estate quando dobbiamo fare la squadra. Dobbiamo prendere giocatori e davanti a noi ci sono tanti altri passaggi. E noi non arriviamo mai in primo piano. E questo è un condizionamento che ovviamente nasce anche dalla possibilità di poter competere a livello economico con altre realtà. Lo sport è bello, eccezionale perché spesso non coniuga il budget con i successi, ma lascia aperte delle strade a chi programma, chi lavora e si impegna a raggiungere degli obiettivi che sono la solidità della società ed i risultati sportivi.
Si parla spesso di budget, di Real, Pana di chi spende di più, ma quale è la differenza vera tra queste superpotenze e l'investimento, logico, a cui può arrivare un top team del basket italiano?
Io ti posso portare un esempio, non guardo mai in casa degli altri considerando che poi ci sono tante soluzioni per pagare i giocatori. E' difficile fare un paragone. Posso dire che Sato noi lo abbiamo dato ad un'altra squadra per vincere l'Euroleague. Questo per farti capire quanto è difficile mantenere un giocatore da noi quando arriva al top. Nel contesto europeo secondo me il campionato italiano è il più duro ed il più forte. Tre squadre hanno ben figurato in Euroleague, quindi è evidente che avere Siena come battistrada e come punto di riferimento aiuta. Perché per batterci devi fare la squadra forte. Se fai una squadra forte, vai bene anche in Euroleague.
Adesso è più facile portare i giocatori a Siena dopo tutti questi successi?
E' cambiato moltissimo, con un piccolo problema, che se prima arrivare l'offerta di Siena ed era congrua se bassa, ora se arriva l'offerta di Siena, i giocatori si meravigliano quando è bassa. Proprio perché il fatto di partecipare ad alti livelli in Euroleague dà il senso che Siena si possa permettere ingaggi che in realtà non ci possiamo permettere.
Italia senza finalista in Euroleague per l'ottava volta consecutiva e per l'11esimo anno consecutivo un italiana non vincerà l'Euroleague, cosa mai successa, questa è una fotografia delle difficoltà che sta affrontando il basket italiano?
E' sicuramente una difficoltà. Se non ci riusciamo significa che gli altri sono più bravi di noi. Questo è un elemento indiscutibile nello sport. Dobbiamo fare di più, dobbiamo dare il meglio. Noi sicuramente diamo il massimo e lo abbiamo dato lungo tutti questi anni ma le altre squadre sono evidentemente più brave di noi.
Fair play finanziario che tanto piace al mondo dello sport?
Ne abbiamo parlato tante volte al Commercial Board. E' una cosa importante anche a livello di Euroleague. Bertomeu sta lavorando bene a livello europeo. Sarà difficile perché in Europa si hanno regole diverse, controlli diversi e regole fiscali diverse. L'omogeneità non è facile da raggiungere.
Avrà la forza l'Euroleague di arrivare a creare una lega in sè capace di raggiungere un qualcosa, una unità che a livello economico e politico ancora non si è ancora raggiunta?
E' una speranza. Lo sport potrebbe essere un battistrada. L'Euroleague rappresenta un momento di congiunzione, di unione di interessi nazionali ma in prospettiva potrebbe essere il vero competitor della NBA. Provarci potrebbe essere l'elemento che dà una spinta a tutto il movimento.
Sistema di accesso all'Euroleague giusto, oppure come nella NBA preferisce un sistema chiuso?
L'Euroleague è un sistema misto. 13 squadre hanno la licenza triennale con dei paletti. E Roma è una che ne ha pagato le conseguenze perdendo la licenza. Ci sono poi delle regole che riguardano la capienza dei palazzi e regole finanziarie. 13 squadre se mantengono solidità finanziare possono dare l'immagine di continuità al progetto. Le altre ruotano in base al merito sportivo. Tutto è opinabile ma secondo me in un momento di crisi sarebbe giusto dare alle squadre ed ai campionati una solidità ed una immagine che possano garantire una prospettiva. Questa confusione sulle squadre, una c'è, una non c'è, un'altra non finisce il campionato, non fa bene al movimento. Il merito sportivo ha determinato la scelta delle licenze triennali.
Questione palazzo Siena?
Con grande sforza la città cerca di dotare la squadra di un palazzo che risponda alle esigenze dell'Euroleague e non solo. Siena non ha auditorium o palazzo grandi eventi. Sicuramente la crisi gioca un ruolo determinante. Spero che la congiuntura cambi e che si possa fare qualche cosa in tempi brevissimi. La volontà c'è, il progetto c'è, il terreno c'è, manca una cosa importante ma cercheremo di risolvere anche questo elemento.
Una data per il palazzo nuovo?
Impossibile dirla al momento. Speriamo di poter annunciare una data in tempi ragionevoli perchè ad oggi, solo la burocrazia per iniziare i lavori serva un anno e mezzo. In Italia ci sono difficoltà che non riguardano solo la crisi.
Investimento nello sport in Italia?
In Italia è un problema serio. Speriamo che la crisi lentamente ci lasci, altrimenti faremo fatica a stare dietro all'Europa.
Campionato italiano ai playoff, a cosa pensa guardando il tabellone?
Penso a Varese che ha una squadra importante con un roster di rilievo. Massima attenzione alla Cimberio.
Come iniziano i playoff?
Io non ho lo stress che avevo quando vincevamo le altre da cui abbiamo imparato tanto quando erano loro ad alzare i titoli. Arriverà sicuramente il momento in cui perderemo. E' una cosa che vogliamo rimandare il prima possibile, ma arriverà.
Vittoria logora chi non la ottiene?
Sicuramente sì perché ora sto molto meglio di quando non vincevo. La struttura Mens Sana vanta oltre 400 persone ora. Io nel 1992 sono arrivato ed assieme a me c'erano altre 3 persone con Dado Lombardi che urlava col vocione. Ora c'è tanta gente di Siena e la qualità dei senesi è venuta fuori. Simone Pianigiani è l'esempio assieme al sottoscritto che si è inventato dirigente di basket. Credo che questa spinta che ha Siena, la gente di Siena sia importante. C'è poi chi è bravo ed ha fatto benissimo come Griccioli che al primo anno fuori da Siena è stato il miglior allenatore della Legadue. Penso che il progetto sia la base, solo con un progetto si può poi provare a vincere. Non si vince prima e poi si crea un progetto. Un aspetto fondamentale è la valorizzazione non solo del giocatore ma anche dell'uomo. Infatti da noi i giocatori tornano, ritornano e ritornano ancora, come ad esempio Thornton. Questo per me siginifica tanto sia a livello umano che professionale. Con la promozione in Serie A con Pancotto abbiamo iniziato a costruire tutto. Il vero passaggio è stato l'arrivo di Ataman che ha dato una spinta nuova. Da lì ho capito che potevamo vincere. Carlo Recalcati è stata la conseguenza logica ma il vero completamento del progetto è con Simone Pianigiani, un allenatore fatto, costruito a Siena. Lui è stata la prima persona che ho scelto nel 1992. La sua assunzione a capo allenatore rappresenta il punto di partenza della nuova Siena. La città è piccola, alle nove tutto è chiuso. E questo è bellissimo per chi ha una famiglia: ambiente sano, privo di problematiche al di fuori dell'ambiente cestistico. Meno per i giovani come i nostri giocatori americani che amano prendere la macchina ed andare un po' fuori la città.
Futuro a fine stagione?
Questo è l'ultimo anno di un grandissimo ciclo. Sicuramente non siamo stanchi. Dobbiamo quasi ricostruire la squadra, è una sfida esaltante. Dobbiamo ripartire e lo rifaremo con grande entusiasmo. Se c'è l'avversario da battere l'anno prossimo sarà la crisi. L'importante sarà garantire il futuro a questa società per i prossimi cinque anni. Abbiamo la fortuna che abbiamo avuto grandi risultati sportivi. Sarà bello raggiungerli di nuovo ma soprattutto mantenere l'equilibrio contabile. I conti devono essere apposto. Ora non potremo più dire: 'sistemeremo'. Dobbiamo spendere i soldi che abbiamo perché mantenere in vita la società ha molto più valore di un qualsiasi trofeo.
Allenatore?
Simone ha un altro anno di contratto, questo è l'accordo. Non abbiamo ancora parlato. Lui è molto stanco anche perché non ci sono tanti allenatori che vincono come lui. Ha l'impegno della nazionale a cui tiene molto e dedica molto tempo. Oggi ti direi di sì, ma con Simone ho un rapporto così profondo e sincero che ad oggi ti dico di sì. Il tecnico è lui ma l'uomo Simone dovrà dirrmi se riesce a tenere per un altro anno lo stesso tipo di impegno per un'altra stagione. Ripeto, ad oggi ti dico di sì. Quando parleremo troveremo una soluzione.
Minucci lontano da Siena?
Ad oggi no. Lusinga ricevere richieste. A volte sono battute giornalistiche, a volte richieste vere. Ma io sono un uomo molto legato alle cose che faccio. Siena per me non è solo una società ma la sento mia. Ho investito tanti anni e soldi all'inizio perché ero proprietario di Siena. Questo legame è indissolubile. Sapere che il mio lavoro è apprezzato in Italia ed all'estero mi fa piacere. Ad oggi non c'è neanche l'idea di cambiare.
Movimento in crisi?
Sono 20 anni che lo dicono. Ci sono dei soloni a cui piace parlare principalmente delle cose negative perché fanno più notizia. Il basket di fronte ad una crisi che sta coinvolgendo tutto il mondo, sta rispondendo in maniera positiva.
Dove finirà la Lega Basket con la crisi tipo quella di Treviso e Roma?
Io spero che tutte le squadre si iscriveranno al campionato. Io credo che dare tutti un contributo serva ed è importante per dare un futuro al basket italiano".
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